Enorme. Immenso. Stratosferico.
Semplicemente, Federico Pellegrino.
Dopo l’argento in classico di PyeongChang, Pellegrino si conferma sul secondo gradino del podio olimpico, ancora alle spalle di Johannes Klæbo che si mantiene sul trono a cinque cerchi della sprint, ma nell’altra tecnica; primo della (breve) storia a completare il back to back olimpico nella gara più veloce dello sci di fondo. Il bronzo va al russo Alexander Terentev.
In una finale molto tattica, il poliziotto di Nus ha scritto ancora una volta la storia dello sport azzurro, muovendosi nel migliore dei modi fino a presentarsi sul rettilineo conclusivo in rampa di lancio per tentare financo il sorpasso ai danni di un Klæbo invece proiettato senza esitazioni verso il bis a cinque cerchi.
La finale è stata tutta per loro: l’evoluzione dei turni precedenti aveva già regalato diverse eliminazioni di peso e per tutti gli altri protagonisti dell’atto conclusivo non è restato che interpretare il ruolo di sfidanti per il bronzo, volata che come detto ha premiato Terentev, con il finlandese Joni Maki ai piedi del podio, seguito dall’altro russo Artem Maltsev e dallo svedese Oskar Svensson.
Una medaglia conquistata sul filo del pathos, delle emozioni. Una medaglia conquistata con un percorso deciso, scandito in primavera dalla decisione di entrare (con Francesco De Fabiani) nel gruppo di lavoro di Markus Cramer. Una scelta che ha portato con sé tante rinunce e sacrifici, ma la volontà di provare a giocarsi al meglio le proprie ultime chance olimpiche hanno avuto la meglio. Ed oggi si può dire essere stato il viatico verso un altro argento a cinque cerchi: ha deciso, ha perseguito la sua scelta, ha vinto l’argento.
E la prima ad abbracciarlo al termine della finale d’argento è stata proprio la "sua" Greta, trepidante al traguardo.
Attenzione, scaltrezza, intelligenza tattica: c’è tutto il meglio del repertorio in questa nuova impresa olimpica di Federico Pellegrino che all’età di 31 anni rimpolpa ancor più un palmares che oltre al già citato argento olimpico in tecnica classica conta anche del titolo iridato di Lahti 2017 che spicca tra le altre quattro medaglie mondiali, con le due Coppe del Mondo sprint a riflettere tutti questi luccichii.
Sesto tempo in qualificazione, vittoria con ottime impressioni e senza rischiare nulla in batteria: poi qualche inevitabile patema in più in una semifinale degna di un turno da medaglie. Una sfida vibrante, palpitante nella quale l’azzurro si è mosso con la destrezza e l’attenzione dei giorni migliori, per poi uscire davanti a Klaebo sul traguardo, di fatto attraversato quasi all’unisono da quattro atleti, con Ustiugov e Jouve costretti ad attendere – invano – sulla graticola dei ripescaggi.
A posteriori si potrà dire che a quel punto, per Pellegrino, il più era fatto. Perchè dalla parte bassa del tabellone non si sono manifestate minacce particolari e comunque non in grado di impensierire questo Federico Pellegrino.
E questo Johannes Klæbo.
La batosta subita domenica nello skiathlon è stata cancellata nella sua gara: probabilmente questo contesto non riesce ad esaltarne appieno le caratteristiche, ma il norvegese ha dimostrato ancora una volta di essere il numero uno. Di essere inarrivabile per tutti, di essere stato battezzato da una dose di classe (anche fuori pista, in genere) e talento da leggenda. Quello di oggi è il quarto oro olimpico della sua carriera, dopo i tre del 2018 (sprint, team sprint, staffetta): fin qui, per il venticinquenne di Trondheim, solo ori sul podio a cinque cerchi, in attesa di ritoccare ulteriormente questo dato nei prossimi giorni.
Si era invece concluso in batteria il cammino del debutto olimpico di Davide Graz, dopo il 25° tempo staccato nel positivo turno di qualificazione. Allo stesso turno, semaforo rosso per una "testa di serie" come Pal Golberg, abbattuto sul rettilineo opposto da un improvviso scarto del cinese Wang Qiang, poi squalificato dopo aver colto il secondo posto in batteria. Si era invece autoeliminato nel primo quarto il francese Renaud Jay che cadendo ha rischiato di coinvolgere nel volo Sergey Ustiugov, poi eliminato nella semifinale di Pellegrino insieme al francese Jouve.
Sci di Fondo – PELLEGRINO!!! DOPO QUATTRO ANNI E’ ANCORA ARGENTO!!!
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