Sfogliando gli almanacchi che narrano le gesta degli atleti della Nazionale italiana alle Olimpiadi invernali, risulta difficile imbattersi in risultati di prestigio nella combinata nordica. Ai Giochi di Vancouver 2010, però, un 20enne di Tolmezzo si mise in testa di riscrivere la storia, di tentare l’impresa, dopo il 46° posto ottenuto quattro anni prima a Torino 2006, quando aveva appena sedici anni.
Quel ragazzo era Alessandro Pittin ed esattamente dodici anni fa portò in dote all’Italia un’impronosticabile medaglia di bronzo proprio nelle disciplina che abbina il salto dal trampolino allo sci nordico. Dopo una buona prova nel salto (HS100), conclusa in sesta posizione con un atterraggio sulla linea dei 100 metri, l’azzurro si disimpegnò decisamente bene sugli sci stretti; pur partendo con 48 secondi di ritardo dal leader temporaneo della classifica, Pittin rimontò sino alla terza posizione, chiudendo alle spalle del francese Lamy Chappuis, che vinse l’oro davanti allo statunitense Spillane.
Forse, a dirla tutta, ci sarebbe anche stato il margine per tentare un affondo ulteriore da parte di Pittin ai danni del rivale americano e soffiargli l’argento, ma il nostro portacolori preferì saggiamente preservare le energie per conservare il meritato podio, anche perché in pista si hanno percezioni totalmente diverse da quelle che la televisione suole restituire agli spettatori.
"È il giorno più grande della mia vita – disse Pittin all’arrivo –. Solo all’ultimo metro ho capito che potevo arrivare a medaglia, ma non sapevo se fossi terzo o quarto. Sono felice, non avevo mai nemmeno sperato in una medaglia. È stato incredibile, ancora non riesco a crederci. Sono riuscito a tirar fuori tutto quello che avevo. Ho cercato di fare di tutto per restare con il gruppo, ho fatto una bella gara".
L’allora presidente del CONI, Gianni Petrucci, commentò con orgoglio quel bronzo: "Per noi è il successo di un investimento nel quale abbiamo sempre creduto. A Torino portammo Alessandro Pittin a gareggiare sedicenne. Quattro anni dopo ci ha ripagato alla grande". Certo, non si trattò di un salto nel buio, in quanto Pittin, prima del prestigioso riconoscimento a cinque cerchi, aveva già conquistato tre volte il campionato del mondo Junior.
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