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Biathlon , Olimpiadi

Biathlon – Quentin Fillon Maillet re dell’individuale, Smolski impresa d’argento. Windisch buon 14°

L’individuale maschile è di Quentin Fillon Maillet. Il ventinovenne transalpino succede così nell’Albo d’Oro olimpico a Johannes Bø che non riesce a sfatare il tabù della back to back (non capita da mezzo secolo) e deve accontentarsi del terzo posto. Tra i due, grande exploit del bielorusso Anton Smolski che con lo zero – unico nella top20 – si regala la gloria sportiva eterna dando risalto ad una stagione sin qui pazzesca. E commuovendo la compagna Dzinara Alimbekava, eterna piazzata di questo inverno.
Lo zero ha pagato per Smolski e per pochi altri, un po’ come avvenuto anche nella gara femminile: le condizioni di gara rendono oltremodo difficile il 100% ed almeno una penalità è da considerarsi una sorta di minimo sindacale e così capita che due terzi del podio – Fillon Maillet (0-1-1-0) e Bø (1-0-0-1) – siano appesantiti da due errori con la differenza numerica tra i due (31"1) dettata di fatto dalla maggior velocità del transalpino, tanto in pista (+21"4), quanto al tiro (+8"6). Dove è stato determinante l’errore nell’ultimo poligono di JTB.
Prima di oggi Fillon Maillet non aveva mai vinto in una individuale, format che l’aveva proposto tre volte sul podio (1 secondo, 2 terzi posti) e con la medaglia di legno al collo dodici mesi fa ai Mondiali di Pokljuka: a Pechino 2022 va così di colpo a fare compagnia al monumento nazionale Martin Fourcade, campione olimpico dell’individuale a Sochi 2014, dopo aver colto già l’argento nella staffetta mista di sabato.
Praticamente a metà strada tra i due (14"1), ecco il venticinquenne bielorusso che dopo aver ripetutamente conosciuto la gioia del podio in stagione, si è confermato anche sul palcoscenico più importante della carriera.
Una medaglia – e quella più pregiata – che di fatto il russo Maxim Tsvetkov ha visto svanire all’ultimo tiro del quarto poligono. Un crudele inno a quanto difficile può essere trovarsi in gara a giocarsi un titolo olimpico con una carabina in mano. Il russo – partito per primo davanti a Johannes Bø – aveva fin lì inscenato la gara perfetta, potendo sfruttare il riferimento del norvegese che dopo l’errore nel poligono di apertura era di fatto separato da lui da mezzo minuto. Nella sessione di tiro conclusiva, il fucile è diventato sempre più pesante e l’esitazione all’ultimo colpo è stata fatale per il russo, ritrovatosi da possibile vincitore al doloroso quarto posto (+34"9), seguito dal sorprendente canadese Scott Gow (0-1-0-0), con i due tedeschi Benedikt Doll (1-0-0-1) e Roman Rees (0-0-1-0) ed il maggiore dei fratelli Bø (0-0-0-1) a completare la top8 di giornata.
Un elenco in cui manca a sorpresa Sturla Lægreid, norvegese molto atteso ma incappato in tre usuali errori (1-1-1-0) nel giorno del tutto olimpico, per chiudere al 15° posto appena alle spalle di un ottimo Dominik Windisch (0-0-1-1) che sorretto dalla condizione fisica più brillante tra gli azzurri (21° tempo assoluto) si è esibito in una delle migliori prove della carriera in questa distanza per il quattordicesimo posto totale che lo lascia in piena corsa per un posto nella mass start.
Quella dell’alpino di Anterselva è la piena conferma della sua predisposizione per i grandi appuntamenti, oltre ad essere la migliore notizia odierna per il biathlon italiano, con Lukas Hofer "solo" 27° con due errori (0-2-0-0) mentre Didier Bionaz (1-1-1-0, 48°) e Thomas Bormolini (0-1-2-2, 63°) appesantiti da troppe penalità.
In aggiornamento

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