E’ l’ora della sprint in tecnica libera, senza se e senza ma la gara principale in ottica azzurra del programma olimpico del fondo.
Sprint vuol dire Federico Pellegrino, argento quattro anni fa a PyeongChang alle spalle di Johannes Klæbo, quando però si sciava con gli sci nei binari.
Domani lo scettro olimpico ritorna in palio, nel punto culmine di una stagione che ha sin qui proposto lo stesso Klæbo dominatore pressoché assoluto ed il valdostano capace di andare sul podio solo nell’unica occasione in cui il vichingo non ha gareggiato, secondo dietro all’altro norvegese Taugbøl.
L’analisi non può dunque non partire da Klæbo, anche se…
Anche se lo skiathlon di ieri è stato letale, un’autentica mazzata per il fuoriclasse norvegese che evidentemente non ha (ancora?) digerito bene contesto e neve cinesi.
Ma il favorito numero uno, domani, non può che essere lui.
E la mente può tornare a Seefeld 2019, quando dopo uno skiathlon "a spasso"… fu d’oro nella team sprint: il bis olimpico però nelle sprint non è ancora riuscito a nessuno, anche se la casistica è ridotta a soli cinque precedenti.
La storia della stagione ci racconta che i principali avversari Klæbo potrebbe trovarseli in casa: Valnes, Golberg, lo stesso Taugbøl per un team norvegese che vorrebbe rinfrancarsi dopo la batosta di ieri. “I russi ci hanno bastonato” hanno spifferato dopo la debacle dello skiathlon, una delusione solo parzialmente ridotta dal quarto posto di Holund.
Ecco, i russi. La schiena ha limitato a lungo Sergey Ustiugov che proprio per questo ha deciso di puntare tutto sulla sprint. Che Ustiugov sarà, quello di domani? Difficile dirlo, ma visto all’opera Bolshunov, non è escluso che possa a sua volta presentarsi in condizione eccezionale.
E Bolshunov? L’impresa di ieri resterà a lungo negli occhi. Resta da chiedersi quanto invece peserà la fatica nei suoi muscoli, specie col proseguire dei turni di gara.
Il pronostico sembra dunque più aperto di quello che racconta la stagione e non può prescindere dai francesi Jouve e Chavanat: per Chicco non sarà facile tenere a bada tutti questi avversari e per ripetersi serve un mezzo miracolo sportivo. Il poliziotto di Nus ha dimostrato di essere attrezzato anche per questo: la fiducia dell’italsci è tutta con lui.
Proveranno ad andare il più avanti possibile Maicol Rastelli, Davide Graz ed un Francesco De Fabiani uscito affaticato dallo Skiathlon ma comunque voglioso di essere al via nella sprint.
Se Klæbo è stato il numero uno della stagione al maschile, lo stesso si può dire di Maja Dahlqvist al femminile: 4 vittorie su 4 gare, prima del Tour de Ski. Ma nel comparto nordico alla Svezia sin qui ha girato tutto o quasi storto ed è facile fare riferimento alla quota, spesso indigesta alle gialloblù che potranno contare anche su Jonna Sundling, che a Dresda ha fatto vedere di aver superato i problemi fisici.
Jessie Diggins al contrario ha dimostrato nella seconda fase dello skiathlon di essere in palla in tecnica libera con un circoletto rosso che deve circondare il nome della slovena Anamarija Lampic che sembra poter avere davanti a sé un appuntamento con la storia.
E le norvegesi? Falla arriva a Pechino forte dell’oro di Sochi e dell’argento di PyeongChang dietro ad una Stina Nilsson oggi in altre faccende affacendata, ma vuoi anche per l’età, in questo inverno ha fatto vedere pochino.
L’Italia proverà ad inseguire un posto in finale con Greta Laurent, in gara insieme a Caterina Ganz, Lucia Scardoni e Cristina Pittin.
BIATHLON – L’ORA DI STURLA? – Oggi è toccato a Denise Herrmann. Domani sarà il giorno di Sturla Lægreid?
Dopo le donne, tocca agli uomini affrontare l’individuale a cinque cerchi, in una 20km che si promette altrettanto spettacolare e carica di pathos.
Quattro anni fa in Corea Johannes Bø riuscì a spuntarla su Zak e Landertinger ma domani il vero favorito in casa Norvegia sembra essere il più giovane Sturla, atleta che ha sempre manifestato un feeling particolare con questo format, anche se la coppa di specialità è finita quest’anno nelle mani di Tarjei Bø. Tutti norvegesi, in una stagione che ha saputo proporre il successo di Anton Babikov ad Anterselva. Ma il russo domani non sarà della partita e tra i suoi connazionali avanzano una candidatura da possibile co-favorito Loginov e da sorpresa di giornata il più giovane Said Khalili. Perchè sarà fondamentale evitare errori, anche a costo di spendere secondi… “alla Hermann”, per intenderci. Sul fronte francese, la stagione della 20km ha detto più Desthieux che Fillon Maillet: entrambi vanno messi nel mazzo degli osservati speciali.
L’Italia si presenta al via con Lukas Hofer, Dominik Windisch, Thomas Bormolini e Didier Bionaz e sulla carta proprio gli ultimi due sono gli azzurri più adatti alla contesa, a patto di essere sorretti dalla necessaria efficienza al tiro.
Elemento necessario per tutti, questo, con la possibilità di entrare in lizza per le medaglie anche per le seconde schiere.
Oggi hanno vinto i numeri bassi. L’anticipo di mezz’ora rispetto alla gara odierna (il via alle 9:30) potrebbe risultare meno determinante in tal senso, anche se Lægreid partirà con il 53, con la maggior parte dei big che ha scelto i primi numeri.
Ah, infine un occhio alla statistica: il back to back olimpico nella 20km è successo solo una volta, mezzo secolo fa a firma di Solberg, tra Grenoble e Sapporo: come detto, il campione in carica è proprio JTB.