Tenere duro, non demordere, cercare di andare oltre le critiche ed i momenti difficili e restare focalizzati sull’obiettivo.
C’è questo e tanto altro nella favola di Denise Herrmann, nuova campionessa olimpica dell’individuale di biathlon. Dopo essere salita sul podio a cinque cerchi nel fondo (bronzo nella staffetta a Sochi 2014), la trentatreenne sassone si è regalata oggi la gioia più grande della carriera con un trionfo figlio anche della sua caparbietà.
E proprio per questo non deve far gridare al miracolo che la vittoria sia arrivata nella specialità sulla carta meno indicata per le sue caratteristiche, anche se l’ha già vista vincente e sul podio in Coppa del Mondo.
Perchè proprio conoscendo i propri limiti, Denise Herrmann ha lavorato duramente prima dell’appuntamento olimpico ma anche nella gara stessa, consapevole che fosse necessario limitare all’osso gli errori. Ha lavorato su ogni colpo, ha lasciato diversi secondi sul piatto (69° shooting time), mettendo però a referto un singolo errore, di fatto il minimo sindacale in una giornata che ha visto sbagliare praticamente tutte le atlete, eccezion fatta per Petrenko.
E dire che l’inverno di Herrmann non è stato facile. Pochi sorrisi ed un solo podio, guarda caso proprio in questa specialità nella tappa di apertura ad Östersund. Poi tante difficoltà e altrettanti interrogativi sulla via per Pechino, raggiunta senza la certezza di poter disputare la mass start conclusiva. Una certezza ormai archiviata.
"Questa vittoria mi rende orgogliosa di me stessa e felice – ha commentato la neo campionessa olimpica ai microfoni della tv di stato ZDF – E’ una cosa incredibile, non riesco quasi a trovare le parole. In questa stagione ho ricevuto tanti pesci in faccia, ma dentro di me sapevo di potercela fare, sapevo che avrei potuto sparare bene. In gara mi sono sentita al meglio e ho cercato di mantenere la calma anche dopo l’errore; ma mi sentivo rilassata anche prima della gara, consapevole che tutto si sarebbe giocato al poligono. A dirla tutta, è stato molto più stressante l’attesa dopo la gara, aspettare di capire se questo sogno si sarebbe davvero avverato".
Già nella staffetta mista di sabato, Herrmann aveva fatto vedere di essere in condizione: la sua strategia – sia in gara sia in termini di preparazione – ha pagato appieno, ed ora è con merito nell’Olimpo dello sport tedesco.
Per la Germania si tratta del secondo oro in questa disciplina, dopo la vittoria di Andrea Henkel a Salt Lake City 2002: per Herrmann si tratta naturalmente della prima medaglia d’oro che arricchisce così un palmares che nel biathlon conta di altri sette successi, tra cui anche il titolo mondiale nell’inseguimento di Östersund 2019.
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