La staffetta mista di sabato ha permesso di rompere il ghiaccio lanciando nel vento di Zhangjiakou segnali in certi casi evidenti e non pochi interrogativi. Ad esempio si è visto – non che sia una novità – come in casa Svezia risulti sempre difficile digerire la quota, nonostante la scelta di anticipare l’arrivo in Cina: restando al femminile, Hanna Öberg è apparsa più in difficoltà della sorella minore Elvira – specie nel giro finale, mentre le due norvegesi Marte Röiseland e Tiril Eckhoff hanno fatto vedere sul piano fisico qualcosa di più, a parità di “soggiorno” cinese.
Ecco, analogo discorso anche in casa Italia: Lisa Vittozzi nella frazione della mista ha fornito indicazioni più convincenti rispetto a Dorothea Wierer sul fronte fisico e questo potrebbe rivelarsi un dato chiave in vista dell’individuale di domani, secondo atto del programma olimpico del biathlon, previsto a partire dalle 10 italiane. Dati alla mano e considerando “la tara” dell’andamento della gara, a segnare la differenza tra la prestazione delle due azzurre è tutta nel giro centrale delle rispettive frazioni, con Lisa autrice del secondo tempo (4’56) e Doro invece decima (5’10); del tutto analogo invece il tempo nel loro terzo giro, numeri che differiscono dalle sensazioni in pista per via del differente passo delle seconde frazioniste altrui.
Quindici chilometri in queste condizioni con 4 poligoni probabilmente molto ventosi non saranno proprio una passeggiata e prendendo spunto da quanto visto nel fondo in questi giorni, sembrano oltremodo favorite le atlete in possesso di un motore particolarmente potente. Viene in mente la stessa Vittozzi, la già citata Elvira, ma anche una Denise Hermann o una Julia Simon, eccellente per riportare in alto il quartetto francese sabato e tra le più quotate domani insieme alla connazionale Justine Braisaz, sempre che dietro al mancato schieramento nella staffette non ci siano problemi fisici. Proprio le due transalpine hanno dominato la scena nell’ultima gara disputata ad Anterselva.
Ed attenzione a Lisa Hauser, nel caso trovasse proprio in concomitanza con la rassegna olimpica quella forma fin qui vista solo nell’opening svedese.
Certo, la potenza è nulla senza controllo raccontava un celebre slogan pubblicitario: il controllo, nel caso, sarà il tiro e nell’individuale, sbagliare, è assai controproducente, per non dire letale. Probabilmente gli zero saranno pochi e trovare il giusto feeling con le raffiche insieme a quel pizzico di fortuna di capitare al poligono nella giusta finestra di vento farà tutta la differenza del mondo. E tra le moderne cecchine, oltre alla Vittozzi di un tempo, attenzione a Dzinara Alimbekava: è già campionessa olimpica con la staffetta bielorussa a PyeogChang e in stagione ha infilato i migliori risultati della carriera nel format, con il quarto posto di Östersund ed il settimo di Anterselva. Ed attenzione anche alla russa Svetlana Nigmatullina, tra le possibili sorprese di giornata insieme alla statunitense Clare Egan, sostenuta dal tecnico altoatesino Armin Auchentaller. E nel frattempo torna sulla scena anche la tedesca Franziska Preuss che avrebbe i numeri per essere protagonista, ma ha sulle spalle tanti interrogativi dopo uno stop così lungo.
Rileggendo, appare lampante l’assenza di Marketa Davidova, vincitrice della Coppa di specialità, già assegnata: invero le sensazioni destate sabato sono state piuttosto negative. Spetterà alla ceca smentirci.
Sarà una gara difficile da leggere e con la possibilità di avere risultati sorprendenti: l’Italia oltre alle due big (forse più Vittozzi che Wierer, domani?) schiera anche Federica Sanfilippo e Michela Carrara, che debutta così sul palcoscenico olimpico.
La starting list