Si è sudato la qualificazione olimpica, ma ora il Comitato Olimpico Neozelandese si coccola Campbell Wright, cjhe ha riportato il biathlon “all blacks” alle Olimpiadi per la prima volta dal 2010, quando a Vancouver era presente per la Nuova Zelanda la biatleta Sarah Murphy.
Un’emozione forte per il giovane neozelandese, che abbiamo sentito la settimana scorsa, prima della partenza per la Cina. «È qualcosa di straordinario – ha ammesso Wright – ho sempre sognato di poter rappresentare la Nuova Zelanda in un evento olimpico. Non è stato facile a qualificarmi. Per l’IBU ero già riuscito a farlo, ma il nostro Comitato Olimpico chiedeva almeno una top sedici in Coppa del Mondo. Prima dell’individuale di Anterselva mi davo poche possibilità, invece sono riuscito a farcela. In ogni caso, se anche non fossi stato convocato per queste Olimpiadi, avrei comunque avuto altre occasioni perché ho solo 19 anni e tanta voglia di migliorare».
Era stato anche scritto che in caso di mancata convocazione olimpica, Wright avrebbe scelto di gareggiare per gli Stati Uniti, ma il giovane ha sempre voluto farlo per il paese in cui è nato. «Volendo potrei anche gareggiare per gli Stati Uniti, in quanto i miei genitori sono entrambi statunitensi, ma ho sempre voluto farlo per la Nuova Zelanda dove sono nato».
Ad Anterselva, Campbell Wright ha vissuto un weekend da sogno, che oltre a lanciarlo alle Olimpiadi, lo ha anche portato a gareggiare per la prima volta in una mass start di Coppa del Mondo: «Per me è stato qualcosa di fantastico entrare nella mass start, anche se poi la gara non è andata bene, ho pagato la poca esperienza. Credo però di aver imparato tanto, quello che mi serve per diventare un biatleta migliore. Comunque per me è stato speciale ottenere questo risultato proprio qui ad Anterselva, dove si svolgeranno le Olimpiadi del 2026 e inoltre perché ricordo bene i Mondiali del 2020 che ho visto in tv. Spero di poter presto gareggiare ad Anterselva con il pubblico, deve essere proprio emozionante».
L’Italia, un paese al quale Wright è particolarmente legato, vivendo a Livigno nei mesi invernali da ormai cinque anni. «Sono qui perché da quando ho dieci anni sono seguito molto bene. I miei genitori mi hanno sempre supportato, poi da anni sono allenato da Luca Bormolini che è un allenatore fantastico. È da quando sono piccolo che mi alleno molto bene e in modo professionale. Nel corso della vostra estate, sono in Nuova Zelanda dove ho delle splendide strutture per allenarmi allo Snowfarm. Ci sono una quarantina di chilometri di piste e ben dieci piazzole per sparare. Devo tanto all’Italia, Luca Bormolini ha fatto tanto per me e guida il nostro piccolo team dove ci sono anche Fausto ed Emil Bormetti, che mi aiutano con gli sci».
Anche i suoi idoli nel biathlon sono entrambi italiani. «Il mio atleta preferito? Thomas Bormolini! Ah, e Lisa Vittozzi».
Dopo l’esperienza olimpica, Wright volerà dall’altra parte del mondo per prendere parte anche ai Mondiali Juniores di Soldier Hollow: «Si, voglio prendere parte anche ai Mondiali giovanili, anche perché le precedenti esperienze non sono state fortunatissime. Prima però penso che passerò un giorno o due in Europa».
Insomma, nessun riposo per Wright, spinto dalla sua grande passione. Il giovane neozelandese aveva iniziato come fondista, ma alla fine si è innamorato perdutamente della carabina. «Ho scelto il biathlon innanzitutto perché ho un allenatore fantastico che è già una grande motivazione per me. Poi perché il biathlon mi regala maggiori emozioni, puoi avere tante giornate belle quanto altre negative. Invece nel fondo avrei avuto tante giornate medie. Insomma il biathlon mi dà più emozioni rispetto allo sci di fondo».