Volenti o nolenti tamponi, positività, contatti stretti e quant’altro legato al coronavirus resta il tema principale in queste prime giornate olimpiche.
Nelle scorse ore abbiamo dato comunicazione (qui l’approfondimento di Giorgio Capodaglio) della particolare situazione in cui erano coinvolti lo svedese Calle Halfvarsson ed i connazionali Grate e Johansson, costretti ad allenarsi letteralmente in disparte dal resto del gruppo su uno scampolo di pista per mantenere la distanza dai colleghi in quanto ritenuti contatti stretti di un positivo. Ma nel caso si fosse gareggiato, avrebbero potuto naturalmente farlo in mezzo al gruppo.
La federsci svedese ha prontamente segnalato alla FIS l’incongruità della legge e per loro fortuna i vertici dello sci mondiale hanno concesso a tutti gli atleti (naturalmente negativi al test) di allenarsi e conoscere nella propria interezza il tracciato olimpico.
"Le nostre rimostranze hanno avuto conseguente positive" ha raccontato in conferenza stampa il team manager svedese Anders Byström "era giusto che tutti gli atleti potessero avere l’occasione di allenarsi sulla pista di gara".
E nel frattempo per Halvarsson è venuta anche a cadere "l’etichetta" di contatto stretto: "Che bello poter uscire ed essere trattato come tutti gli altri" ha sottolineato.
Se in Svezia arrivano buone notizie, lo stesso non si può dire per i "vicini" norvegesi: proprio alla luce dei diversi guai vissuti dal team Norge, la corazzata gialloblù riconosce di aver avuto un’idea brillante anticipando il viaggio verso Pechino, per lasciarsi alle spalle quanto prima l’Europa ed i relativi rischi di contagio nel viaggio verso la Cina.
E non solo, almeno stando alle impressioni del biatleta Sebastian Samuelsson.
"Sono in Cina da una settimana e confesso che i primi giorni sono stati difficili ed inizio a sentirmi davvero in forze solo ora. Il viaggio è lungo, la quota si fa sentire ed anche il fuso orario non è semplice da smaltire. E poi fa freddo: credo che sia un vantaggio aver potuto allenarci maggiormente in queste condizioni". Concetti rimarcati anche da Elvira Öberg e Martin Ponsiluoma, mentre Hanna Öberg si è lasciata andare alla considerazione di "non invidiare gli atleti che arrivano all’ultimo a Pechino".
E tra questi, anche tanti norvegesi: va ricordato che tra i biatleti solo Tiril Eckhoff e Marte Røiseland hanno anticipato il viaggio verso la Cina e se davvero queste difficoltà fisiche emerse in casa Svezia si presentassero anche tra i vichinghi (per altro già alle prese con altre problematiche) la situazione in vista delle prime gare potrebbe essere critica. E la staffetta mista di sabato proporrà subito un confronto tra le due nazioni scandinave, sperando che il quartetto azzurro possa inserirsi nella contesa per un metallo a cinque cerchi.
Olimpiadi – Svedesi regolarmente in pista. “Una scelta saggia anticipare il viaggio”
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