È stato un Europeo da sogno quello di Arber per il biathlon moldavo, che grazie ad Alina Stremous ha conquistato due fantastiche medaglie, un argento e uno splendido oro. Risultati che hanno dato una grande soddisfazione alla federazione guidata da Dmitry Torner, che tanto sta investendo per la crescita del movimento moldavo. I risultati si stanno vedendo, in quanto era da oltre un decennio, dai tempi di Natalia Levchenkova, che la Moldavia non otteneva risultati del genere.
«Negli ultimi tre o quattro anni abbiamo iniziato ad investire su atleti di alto livello – ha raccontato a Fondo Italia il segretario generale Petru Bria, con il quale siamo entrati in contatto grazie all’aiuto di Gianni Boninsegna del comitato organizzatore di Anterselva – oggi si iniziano a vedere i primi risultati, con alcuni nostri atleti che si stanno mettendo in mostra anche in Coppa del Mondo».
Per lanciare il movimento del biathlon moldavo, la Federazione ha deciso di affidarsi ad atleti stranieri, in particolare provenienti dalla Russia, che non hanno trovato spazio in un panorama competitivo ma allo stesso tempo non sempre meritocratico come quello russo. Una scelta che è stata spesso criticata, ma che Bria spiega così: «Avevamo già intrapreso un’esperienza del genere a inizio anni 2000 con Natalia Levchenkova, l’ultima a portare la Moldavia a una mass start e in vetta all’Europa. Oggi stiamo tornando in auge grazie alle prestazioni di Alina Stremous e posso assicurarvi che tanta gente in Moldavia si sta appassionando al biathlon. Sono molti i giovani che ci contattano perché vogliono provare questo sport sognando di arrivare un giorno a emulare Alina. Ci tengo a ringraziare il nostro presidente, Dmitry Torner, che sta lavorando tanto per permetterci di portare avanti questa politica, finanziando anche personalmente la federazione. Grazie al suo impegno e gli investimenti fatti stiamo programmando di aprire un centro federale in Moldavia, un impianto come quello nato in Belgio, dove poter creare il nostro bacino di atleti e in futuro attingere da esso anziché guardare all’estero».
Oggi, le località per allenarsi in patria sono ancora poche. «Abbiamo un piccolo centro all’interno del club Dinamo e ringraziamo il colonnello Ion Bucur è anche venuto in visita ad Anterselva. Poi a livello locale abbiamo una piccola base creata dall’ex biatleta Alexandra Camenscic, dove abbiamo una ventina di bambini che cerchiamo di crescere. Purtroppo, però, in inverno non abbiamo tanta neve, quindi fatichiamo ad allenarci in patria, ma cerchiamo di fare del nostro meglio. I nostri giovani sono ora in Romania per preparare i Mondiali Juniores».
Ma quale futuro per il biathlon moldavo? Bria ha tre diversi obiettivi. «Dal punto di vista sportivo, nei prossimi quattro anni ci auguriamo di entrare nelle prime dieci posizioni della classifica per nazioni. L’altro obiettivo è quello di avvicinare al biathlon quanti più giovani possibile, farli crescere e mettergli a disposizioni gli strumenti per emergere. Infine, l’obiettivo conclusivo è di organizzare anche una gara internazionale a Chisinau».