I Giochi Olimpici, il sogno e l’emozione di ogni atleta. Anni di allenamenti, sacrifici, competizioni, inseguendo quei cinque cerchi. Ovviamente, sono pochi gli atleti che riescono ad arrivarci e spesso anche sportivi molto competitivi non riescono a realizzare questo sogno. A volte, però, un padre può realizzare il proprio sogno anche attraverso il figlio, magari in una disciplina leggermente diversa dalla sua.
È quanto accaduto a casa Giacomel. Papà Fabio è stato un fondista competitivo negli anni novanta, ha raggiunto anche la Coppa del Mondo, ma non è riuscito mai a realizzare il suo sogno olimpico, avendo anche trovato di fronte l’Italia più competitiva di sempre. Chissà le volte che come ogni atleta ha immaginato se stesso sfilare durante una cerimonia d’apertura o di chiusura dei Giochi Olimpici, gareggiare con i cinque cerchi sul pettorale. I genitori, però, tengono più alla vita dei figli che alla propria, così Fabio Giacomel sta finalmente realizzando il suo sogno olimpico nel modo più bello, attraverso la partecipazione di suo figlio Tommaso. No, non nello sci di fondo, sport di famiglia, ma nel biathlon, disciplina che ha conquistato il suo giovane primierotto.
Proprio al papà è rivolto il primo pensiero di Tommaso Giacomel prima della partenza per la Cina. «Mio papà è stato un atleta molto forte – ci ha raccontato l’azzurro lo scorso weekend ad Anterselva – ma non ha mai avuto opportunità di andare alle Olimpiadi e so che lo avrebbe sognato. Non me lo ha mai detto, ma da un lato credo gli dispiaccia di non aver avuto questa occasione. Per questo motivo sono contento di aver raggiunto questo obiettivo, in qualche modo sento di portarlo con me in pista alle Olimpiadi».
Giochi Olimpici Invernali piuttosto particolari quelli di Pechino, condizionati ovviamente anche dall’emergenza covid, che in parte ha reso meno emozionante la vigilia degli atleti, anche di chi si prepara a viverli per la prima volta. Così, Giacomel è curioso ovviamente di vedere come sarà il villaggio olimpico, ma dall’altra parte è consapevole che sarà diverso da come lo aveva immaginato: «È un evento che arriva ogni quattro anni, non è una tappa di Coppa del Mondo – ha affermato l’azzurro a Fondo Italia – è speciale, essendo per me la prima. Da una parte sarà un tuffo nel vuoto, infatti siamo un po’ curiosi di vedere tutto. A differenza di molti miei compagni, io non ho mai visto villaggio olimpico, ma allo stesso tempo non sappiamo nemmeno come siano le piste e il poligono. Inoltre, al di là di villaggio olimpico e pista non vedremo nulla. Mia mamma è super agitata per l’emozione di questa mia partecipazione ai Giochi. Io, come ha detto anche Domi (Windisch, ndr), ancora non sento questa emozione, perché manca ancora la tranquillità a causa del covid. Quando arriveremo lì, se dopo la prima settimana avrò avuto tutti tamponi negativi, allora sarò più tranquillo, perché si sarà creata la bolla. A quel punto sarà una figata vivere questa esperienza».
Un’altra incognita per molti atleti è legata al fuso orario, ma Tommaso Giacomel non si fa problemi in merito. «Non ho fatto niente di particolare per il fuso orario, non faccio fatica ad addormentarmi. Partiamo in un orario perfetto, le 16.30, quindi passeremo un paio di ore di volo, ceneremo e a quel punto ci addormenteremo. Alla fine sono nove ore e mezza di volo, anche se dormiremo un paio di ore in meno, le recupereremo subito. Se non riuscissi ad addormentarmi? Userei la tattica di Doro (ride, ndr)».
Ma Giacomel avrebbe mai pensato, quattro anni fa, mentre ammirava Fourcade vincere a Pyeongchang, che a Pechino sarebbe stato lui stesso protagonista ai Giochi Olimpici? «Non me lo aspettavo ma ci speravo. Certo non credevo che avrei avuto un percorso così precoce. Ovviamente, però, dopo l’inizio di stagione che ho fatto sapevo di avere le carte in regola per andarci. Sono riuscito a ottenere un settimo posto e vinto due frazioni di staffetta. Poi si, il mese di gennaio è andato male ed è inutile girarci attorno, ma speravo nella convocazione».
Una Olimpiade che vivrà con il suo amico Didier Bionaz, con il quale dopo tante battaglie nelle categorie giovanili ha formato una coppia inseparabile: «Considero Dido il mio fratello nato da genitori diversi. Sono felice di vivere questa esperienza insieme a lui e spero anche che saremo in camera insieme (ride, ndr)».
Biathlon – Tommaso Giacomel a papà Fabio: “Realizzo il sogno olimpico per entrambi”
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