È stato protagonista di una bella prestazione in staffetta, utilizzando una sola ricarica e riscattando le difficoltà al tiro avute nelle difficili condizioni meteorologiche dell’individuale di giovedì. Dominik Windisch chiude il capitolo Coppa del Mondo e inizia a prepararsi a quello dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino con un’ottima prestazione.
Il campione del mondo nella mass start del 2019 a Östersund si è fermato a lungo con noi in mixed zone, complice anche il sole e una temperatura piuttosto gradevole, che ha permesso agli atleti di non correre via a ripararsi giustamente al caldo, come accaduto nelle giornate precedenti. Windisch ha affrontato diversi argomenti, anche difficili, sempre con il sorriso, partendo dalla gara odierna per poi parlare di Olimpiadi, di una marcia d’avvicinamento complicata dalla paura del covid e infine ha rivolto un pensiero anche al futuro. L’azzurro ci ha regalato così uno scorcio della realtà di ogni atleta che si sta preparando per le Olimpiadi di Pechino e di coloro che sono al loro fianco.
Ciao Dominik. Una bella prestazione per te quella odierna, al di là del risultato di squadra. Quanto è importante per te avvicinarsi alle Olimpiadi con una prestazione del genere?
«Sono veramente contento di oggi, fa bene chiudere questo fine settimana con una bella gara, in particolare dopo l’individuale che tra vento e altre difficoltà è andata piuttosto male. Così posso andare tranquillo in questa pausa pre olimpica, per poi partire e cercare di sorprendere».
Cosa farai nel corso di questa settimana pre partenza? Cercherai già di adattarti al fuso orario?
«Innanzitutto cerchiamo di riposare bene e non farci stressare troppo da tutte le restrizioni. Cercherò di isolarmi il più possibile, vedendo una sola persona, la mia futura moglie, che è stata testata due volte in questi giorni con antigenico e molecolare prima di isolarsi. Insomma cerchiamo di non correre rischi, poi spero che basti e non accada qualcosa all’improvviso. Cerco di isolarmi, stare tranquillo, fare due o tre allenamenti qui ad Anterselva. Per quanto riguarda l’adattamento al fuso orario, non sono uno che inizia a farlo con troppo anticipo. Avremo tempo di farlo anche lì, inoltre abbiamo il volo a un orario giusto per riuscire già ad adattarci. Non ho mai avuto problemi con il fuso orario, come si è visto già a Pyeongchang o quando ho gareggiato negli Stati Uniti e in Canada. Per quello non mi preoccupo».
Ricordo che ti intervistammo in estate qui ad Anterselva e successivamente a Milano quando ti hanno consegnato il “Collare d’oro”. In quelle occasioni ci dicesti di non sentire ancora le emozioni di questi Giochi Olimpici. È cambiato qualcosa ora che si avvicinano?
«Stranamente sento ancora poco le solite emozioni delle Olimpiadi. Ci sono tante incognite. In questo momento sento più la tensione dei vari test che dobbiamo effettuare per il Covid, perché ne facciamo veramente tanti anche qui in Coppa del Mondo, dove abbiamo una bolla. E nonostante ciò ogni tanto senti che qualcuno è positivo e ti chiedi come sia possibile. Anche se stiamo attenti, comunque può succedere. Quindi a ogni test c’è sempre un po’ di tensione al momento. Poi abbiamo altre mille cose burocratiche da fare prima della partenza. Al momento pensiamo più a fare tutto bene per arrivare lì, poi al resto ci penserò una volta arrivato lì».
Per il secondo anno consecutivo hai gareggiato ad Anterselva senza pubblico. Magari vuoi recuperare arrivando qui fino al 2026, oppure credi che quelle di Pechino saranno le tue ultime Olimpiadi?
«Vorrei evitare di partire pensando che saranno le mie ultime Olimpiadi, perché questo rischierebbe di mettermi un’ulteriore tensione ed emozione. Certo altri quattro anni possono essere lunghi. Vedremo, intanto mi concentro su queste Olimpiadi, poi vedremo la voglia di andare avanti o no e deciderò dopo».