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Biathlon , Interviste

Clare Egan: “Il biathlon è uno sport difficilissimo, bisogna credere in se stessi e non lasciarsi mai andare”

Nell’individuale di venerdì ha concluso in uno splendido quarto posto, suo secondo miglior risultato in carriera. Clare Egan ha ancora una volta regalato una bella soddisfazione al suo allenatore, Armin Auchentaller, che segue spesso anche in Italia, allenandosi in estate proprio sulla pista di Anterselva.

Al termine della gara Egan aveva un grandissimo sorriso, felice del risultato ottenuto, soprattutto perché arrivato in quella Anterselva che ama: «Oggi è stata forse la prima gara della stagione in cui mi sono sentita abbastanza bene – ha ammesso la statunitense che ha studiato in Italia e parla un perfetto italiano – per fortuna ho anche sparato bene. Sono molto soddisfatta. Anterselva è un posto che è molto vicino al mio cuore, quindi sono molto felice».

Un’atleta in crescita continua Egan, arrivata tardi al biathlon ma capace di ottenere i suoi migliori risultati una volta superati i trent’anni: «Ho iniziato a fare biathlon abbastanza tardi, quando avevo già 26 anni, ora ne ho 34 e sono un po’ vecchia (ride, ndr). Sto continuando a imparare e migliorare al tiro, perché sono nata fondista, ho sempre sciato bene, quindi ho avuto bisogno di crescere al tiro. Al poligono sta andando sempre meglio con il passare del tempo. Inoltre mi trovo molto bene con il mio allenatore, Armin Auchentaller. Ci capiamo benissimo ed è fondamentale avere un bellissimo rapporto con il proprio allenatore, aiuta a migliorare le prestazioni, in quanto la comunicazione è la cosa più importante. Se mi sento bene o male, lui deve saperlo. Il buon rapporto che abbiamo sta influendo molto e così sono riuscita sempre a migliorare».
Egan è il volto bello del biathlon. La si vede ballare musica tirolese al poligono durante un allenamento, oppure danzare in girotondo coi tre “Bumsi”, la mascotte di Anterselva, dopo la cerimonia floreale. Eppure la statunitense ci tiene a sottolineare una cosa, per far comprendere tutta la difficoltà di questo splendido e crudele sport: «Esternamente posso sembrarvi felice e sorridente, ma non è sempre così. E credo sia anche giusto dirlo. Questo sport è difficilissimo, non posso nemmeno dirti quanto sia difficile. Una settimana fa, a Ruhpolding, ero 76ª, oggi sono quarta. Ciò dimostra che nel biathlon devi sempre credere in te stesso, lavorare, non lasciarti andare giù, avere sempre una mentalità positiva. Forse sembro sempre felice ma non è vero. Ovviamente, però, mi piace l’ambiente, le persone conosciute attraverso questo sport».

Nonostante il suo amore per il biathlon, nel bene e nel male, e per Anterselva, Egan non proverà ad affrontare un altro quadriennio. «Questa è la mia ultima stagione, ma il biathlon sarà sempre parte della mia vita. Si, volendo potrei anche arrivare ad Anterselva 2026, perché allora avrò 38 anni. Ricordo Kaisa Mäkäräinen e Kuzmina che vincevano a quell’età e andavano fortissime. Quindi, volendo, sarebbe possibile, ma sono soddisfatta della carriera che ho fatto e pronta per il mio prossimo capitolo. Comunque, devo ammettere che sono un po’ invidiosa delle atlete più giovani che verranno qui nel 2026, sarebbe un sogno per me».

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