Nella staffetta femminile che ha chiuso al quarto posto, Dorothea Wierer ha dato il cambio a Samuela Comola in terza piazza, dopo aver avuto un bello spavento nella prima serie, quando ha utilizzato tre ricariche in una situazione di vento complicatissima, per poi invece tirar fuori una bella serie in piedi, riuscendo così a recuperare diversi secondi.
In mixed zone, a Fondo Italia, Wierer ha iniziato il suo racconto proprio dal primo poligono, dove ha descritto per bene tutte le difficoltà avute, facendoci per un attimo vivere le sensazioni avute in quel momento: «Sono arrivata al poligono che entrava tanto vento da sinistra – ha spiegato – ho dato tacche e iniziato a sparare, ma dopo due colpi il vento ha girato, così ho perso sicurezza. Mi sono fermata ho dato nuovamente tacche e il vento ha pensato bene di cambiare di nuovo. Ho tremato tantissimo, già pensavo di dover fare un giro di penalità. Ho perso molto, ma alla fine sono riuscita a evitare il giro e in piedi almeno ho fatto un solo errore. Non è proprio semplice qui».
Il poligono di Anterselva, la pista dove l’azzurra è cresciuta e si allena spesso ancora oggi con la sua squadra. Eppure, pur conoscendolo, resta sempre uno dei più complicati. «È sempre difficile da leggere. Poi in questi giorni si sommano tanti fattori: da una parte l’altitudine, dall’altra l’ottava gara di fila, che si fa sentire, poi il vento. Insomma, se mettete tutto insieme, non è proprio così semplice come sembra da fuori (ride, ndr)».
Una staffetta azzurra che ha chiuso di un soffio al quarto posto. Un risultato positivo a poche settimane dalle Olimpiadi, anche se ovviamente oggi molte squadre non avevano la squadra titolare: «Difficile immaginare oggi come andranno le cose a Pechino. Tra due settimane possono cambiare tantissime cose. L’importante è che a Pechino tutta la squadra faccia una buona prestazione. Nelle staffette non abbiamo fatto male quest’anno, anche se ovviamente si può sempre migliorare. Speriamo di arrivare al top a Pechino».
Un ultimo pensiero Wierer l’ha dedicato alla più giovane delle compagne, Samuela Comola, che si è appena affacciata alla Coppa del Mondo dimostrando però di essere pronta per il circuito: «Devo dire che sono molto felice, vedo che ha una bella grinta. Come me, anche lei da giovanissima è stata un po’ pigretta (ride, ndr), magari non si allenava sempre tantissimo. Samuela ha poi capito e visto che allenandosi arrivavano i miglioramenti che cercava, così ha iniziato a farlo sempre di più e meglio. Per questo credo abbia ancora dei buoni margini di miglioramento». Dopo averci salutato, Wierer si è recata poi proprio da Comola per parlare della sua gara, un bel gesto che dimostra anche la vicinanza alla giovane compagna da introdurre all’interno del gruppo.