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Biathlon , Coppa del Mondo

Biathlon – Staffetta alla Russia, l’Italia c’è ed è quarta

La Russia di Khalili, Serokhvostov, Loginov e Tsvetkov ha vinto la staffetta maschile di Ruhpolding al termine di una prova che ha registrato il vero break nella frazione finale, quando Tsvetkov ha seminato il bielorusso Smolski e resistito al ritorno della Germania, con Philipp Nawrath che si è dovuto accontentare della piazza d’onore. Tanto Russia quanto Germania hanno fronteggiato assenze importanti – Latypov da una parte, Kühn dall’altra – ma l’efficienza al tiro (4 ricariche utilizzare dai i vincitori, solo 2 per i tedeschi) ha permesso di non correre particolari rischi, con la Bielorussia  che si è accomodata sul terzo gradino di un podio senza scandinavi e privo dei principali favoriti della vigilia, i francesi.
Traditi in apertura da Fabien Claude (un giro a terra per lui) e riportati a galla da un positivo Jacquelin, i transalpini hanno vissuto un’onesta frazione dal giovane Perrot nella speranza che Quentin Fillon Maillet potesse fare il miracolo nell’atto conclusivo. Ma il leader della generale a quel punto ha perso il duello con Lukas Hofer che ha così condotto la formazione azzurra ai piedi del podio, portando al traguardo il metaforico testimone passato in precedenza dalle mani di Thomas Bormolini, Dominik Windisch e Didier Bionaz. Un’ottima prova di squadra, nel complesso; anche facendo la tara delle numerose assenze. Bene in avvio Thomas Bormolini, nonostante la partenza ad handicap per la rottura del bastoncino dopo pochi metri: una ricarica a terra per il livignasco e cambio di fatto davanti a tutti a braccetto con lo statunitense Doherty. Si è presentato invece tutto solo all’appuntamento di metà gara invece Dominik Windisch: dopo l’ottima sprint di giovedì, l’alpino di Anterselva ha confermato di aver ritrovato una condizione convincente, tanto da uscire praticamente indenne dai due poligoni (anche per lui, una sola ricarica a terra) con la possibilità di lanciare il valdostano Didier Bionaz davanti a tutti con mezza dozzina circa di secondi di margine sull’Ucraina e sulla Francia, riportata in quota da Jacquelin.
Bionaz in terza frazione ha fatto il suo: il passo sugli sci non è (ancora) quello dei compagni di squadra e lo si sa bene ma di fatto è uscito bene dal confronto con il transalpino Perrot, nonostante le tre ricariche utilizzate (2+1). E’ toccato quindi la miglior Hofer della stagione trasformare il quinto posto in una quarta piazza, con sorpasso all’Ucraina senza concedere alcuna possibilità di aggancio a Fillon Maillet. Abbastanza bene sugli sci, accorto nel poligono a terra e da manuale in piedi: tradotto in numeri, miglior range time e shooting time di frazione  – 19"5 (!) in piedi – e qualche bella risposta per provare a dipanare i dubbi dei giorni scorsi.
Un quarto posto che fa molto bene al team azzurro proprio per le modalità e le prestazioni individuali con cui è maturato. Certo, la Norvegia si presentava con la formazione B e si è di fatto fermata al primo poligono, tratta in inganno dall’errore di sagoma dello svedese Peppe Femling che è poi incappato in un giro di penalità, affossando anche la Svezia, poi ottava. Ma sono episodi che possono capitare e nell’occasione è doveroso sapersi infilare nel vuoto lasciato dagli avversari e l’Italia, in tal senso, ha fatto oggi tutto al meglio. E a poche settimane da Pechino non si poteva chiedere di più da questa staffetta. La classifica finale 

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