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Biathlon – Il caos al primo poligono di Andersen, l’IBU spiega cosa è accaduto: “Un complicato cross fire”

La prima frazione della staffetta maschile odierna ha visto Svezia e Norvegia mettersi praticamente fuori gioco nella prima frazione. In particolare Aleksander Fjeld Andersen, alla prima staffetta di Coppa del Mondo in carriera, è rimasto fermo molto tempo al poligono, facendo vari segnali ad allenatori e giudici di gara, sembrando piuttosto confuso. Poi il giovane norvegese ha effettuato anche due giri di penalità e la gara della sua squadra si è praticamente conclusa, dal momento che la Norvegia si è trovata in fondo e distante.

Poco dopo l’IBU ha immediatamente comunicato che alla Norvegia sarebbero stati dedotti due minuti dal tempo totale. Questo in quanto Andersen era stato penalizzato dal classico cross fire, in quanto lo svedese Femling aveva sparato sulla sua sagoma, coprendo anche dei bersagli.

A spiegare come sono andate le cose è stato Borut Nunar, race director della Coppa del Mondo. «Per semplificarlo posso dire che è stato un classico tiro incrociato, ma dall’altra parte è stato veramente uno dei più complicati cross fire, in quanto è stato veramente difficile capire chi avesse colpito cosa. Per quanto riguarda lo svedese, quando ha capito che stava sbagliando sagoma, ha iniziato a sparare sulla sua, coprendo quattro su cinque, quindi ha fatto un giro di penalità. La situazione della Norvegia è stata ovviamente più complicata. Abbiamo dovuto azzerare la sua sagoma. L’atleta, così come i giudici, non era sicuro quanti bersagli dovesse ancora coprire, così l’atleta ha sparato tutti i colpi a disposizione e ne mancavano ancora due da coprire. Per questo motivo i giudici hanno deciso in quel momento di fargli effettuare due giri di penalità.
Dopo aver visto non so quante volte il video, abbiamo stabilito che avevamo abbastanza colpi sul poligono, ciò significava che il norvegese aveva colpito tutti i bersagli. Per questo abbiamo deciso di togliere qualcosa dal tempo della Norvegia. L’atleta è stato fermo 1’15”,  più 45” per il giro di penalità, così abbiamo dedotto 2 minuti».

Una situazione complicata, che l’IBU ha cercato di risolvere nel modo migliore possibile. Ovviamente anche con i due minuti tolti la gara dei norvegesi è stata compromessa. L’IBU ha cercato però di renderla più regolare possibile, comunicando il più presto possibile, già nel corso della gara, della deduzione dei due minuti, per permettere sia alla Norvegia che agli avversari, di conoscere l’esatta posizione della squadra norvegese.

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