Domani prende il via la settimana di Ruhpolding, penultima tappa prima della trasferta olimpica. Dorothea Wierer sarà in gara con il pettorale numero 44 per provare ad inseguire quella solidità che non è ancora affiorata in questa stagione. Ma lo sguardo di molti, anche della stessa pluricampionessa iridata è rivolto già verso la Cina, verso Pechino per un febbraio che potrebbe voler dire tanto per la sua carriera.
Tre titoli Mondiali, due coppe del mondo generali, due bronzi olimpici in staffetta: l’ultimo passo che mancherebbe alla trentunenne delle Fiamme Gialle è proprio la medaglia individuale a cinque cerchi.
"L’oro olimpico sarebbe un sogno, il coronamento della mia carriera di biathleta. Sarà la mia terza occasione: rispetto a Sochi e a PyeongChang sarò più vecchia, speriamo anche più saggia" ha confessato ridendo Dorothea all’IBU (qui il focus su Doro da parte della federazione internazionale).
"A parte gli scherzi, a Pechino voglio fare del mio meglio, ma allo stesso tempo vorrei anche presentarmi rilassata, godermi il clima olimpico e cercare di vivere al meglio le situazioni che si presenteranno. So che tutti – io stessa – si aspettano una medaglia individuale, ma so benissimo che non è così semplice.
Wierer nelle prossime settimane sarà attesa ad una pressione simile a quella gestita nel migliore dei modi sulle nevi di casa di Anterselva, ormai due anni or sono.
"Antholz 2020 è stato per me un evento perfetto: è vero, avevo tanta pressione e tutti gli occhi erano puntati su di me, ma la sprint era andata bene e dopo l’oro dell’inseguimento tutto è stato meraviglioso. Sono state due settimane così eccezionali che pensavo di smettere, ma poi il fisico e la testa hanno detto che avrei avuto altro da dire e ho deciso di proseguire. Spesso in questi mesi, in queste settimane ho parlato con mio marito Stefano del futuro: un giorno mi dico che sarebbe bello godersi la vita, quello dopo invece penso che è giusto continuare, quindi si vedrà a tempo debito; intanto penso a Pechino. La stagione sin qui non è stata facile. Se non si è al 100% della condizione è dura stare davanti, perchè la concorrenza è alta, davvero forte. Ma ultimamente mi sento un po’ meglio e spero che per i Giochi Olimpici la forma e la condizione al tiro possano migliorare sempre più".
Di certo però quella pechinese sarà l’ultima Olimpiade per Dorothea. "Il 2026 è davvero lontano: a Milano Cortina sarò davvero una donna matura e sicuramente non gareggerò. La medaglia individuale a Pechino sarebbe il punto più alto della mia carriera: come ho detto farò del mio meglio, sperando di non perdere la serenità se non dovesse succedere".
Il cammino olimpico (individuale) di Dorothea ha sin qui proposto come best result i sesti posti della sprint di Sochi e della mass start di PyeongChang: da Ruhpolding e poi dalla sua Anterselva la fuoriclasse azzurra proverà a costruire il suo sogno. L’ultimo che le resta in una carriera da grandissima.
Biathlon – Doro Wierer “L’oro olimpico sarebbe il coronamento di una carriera”
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