Si aggira per la sala stampa tra un po’ di lavoro al computer e qualche telefonata, è disponibilissimo a rispondere alle domande dei vari media presenti che ovviamente chiedono lui qualche commento, poi si dirige in mixed zone come opinionista di TV2 e allo stesso tempo partecipa alle interviste ai protagonisti. Petter Northug non passa inosservato, mentre vestito con la sua linea di abbigliamento, si gode quell’ambiente che lo ha tanto amato e che lui stesso ama, che lo ha reso grande e che lui stesso ha reso grande, in quella Val di Fiemme dove nel 2013 si tolse tante soddisfazioni, vincendo due ori e un argento.
Con negli occhi ancora la straordinaria prestazione di Johannes Klæbo, lo avviciniamo per chiedere lui un commento sulla grande prestazione del suo giovane connazionale, esploso proprio mentre lui stava per lasciare lo sci di fondo. «È incredibile – esordisce Northug, parlando con un tono di voce dal quale si percepisce tutta la sua ammirazione per la prova di Klæbo – credo sia stata la miglior prestazione in una mass start da 15 km che abbia mai visto. Sembra in uno stato di forma incredibilmente buono, è intelligente, è concentrato, oggi è quasi impossibile da battere. Non avevo mai visto Klæbo in questo stato di forma. È una bella notizia in vista delle Olimpiadi che stanno arrivando».
Northug definisce quindi Klæbo come “uno dei più grandi fondisti di sempre”, prima di continuare a parlare dei Giochi Olimpici, dove si aspetta grandi cose dal connazionale. «Ovviamente sono sicuro che vorrà fare grandi cose alle Olimpiadi di Pechino, ma ora il focus è concludere il Tour de Ski da vincitore, quindi tornare a casa, riposare e andare in quota prima dei Giochi Olimpici. Oggi è in una condizione incredibile, quindi spero solo che resti in salute e credo che sarà molto difficile da battere a Pechino».
Interessante poi l’opinione di Northug circa questa edizione del Tour de Ski. Molti ritengono questa competizione sempre molto dura per lo sci di fondo, ma in realtà dalle parole di chi l’ha disputato più volte, salendo in ben sei occasioni sul podio finale, si percepisce che in realtà avrebbe preferito un’edizione ben più dura di quella avuta quest’anno. «Mi sono mancate alcune cose. Mi è mancata la tappa di Dobbiaco, mi è mancata la durezza tipica del Tour de Ski, in quanto questo Tour è sembrato più una preparazione alle Olimpiadi, è apparso abbastanza semplice. Ecco mi è mancato il vecchio Tour de Ski di una volta».
Da atleta, però, non gli è mancato il Cermis, che oggi doveva affrontare nella Rampa con i Campioni, ma alla fine ha dato forfait. «No, il Cermis non mi è mancato, anche perché lì ho perso tante vittorie (ride, ndr). Per me però è veramente bello essere qui, la Val di Fiemme è sempre stata una bella località dove gareggiare. Mi piace essere tornato a guardare dal vivo queste gare».
Lo salutiamo e tanti giovani corrono da lui per una foto. Ad alcuni anni di distanza dal suo ritiro, Northug è ancora uno dei fondisti più amati, anche dai giovanissimi che erano davvero molto piccoli quando trionfava.