Un campione dentro e fuori la pista. Dopo la storica vittoria nella mass start di 15 km in tecnica classica a Lago di Tesero, che gli ha permesso di eguagliare Dæhlie nel numero di vittorie in Coppa del Mondo, una gara dominata da grande campione, Johannes Klæbo è stato splendido protagonista anche nel post gara.
Il campione norvegese si è soffermato a lungo in mixed zone, ricercato praticamente da tutte le testate presenti, così si è attardato restando praticamente solo lui mentre già si iniziava a smontare il campo gara. Nel frattempo tanti giovanissimi fondisti trentini, che lo vedono come un idolo da seguire, si sono avvicinati alla mixed zone, per poter chiedere lui una foto o un autografo.
Purtroppo, però, in piena epoca covid, ad appena un mese dal via delle Olimpiadi, non è possibile per un atleta entrare in contatto con tutti, secondo le restrizioni della FIS. Ma l’ufficio stampa della nazionale norvegese Gro Eide, alcuni addetti della FIS e lo stesso Johannes Klæbo hanno deciso però di organizzarsi in maniera tale da non deludere nessuno, rispettare le restrizioni per la sicurezza di tutti, ma allo stesso momento far felici i giovanissimi fan italiani del fenomeno norvegese. Ecco quindi l’idea: fare delle belle foto di gruppo, con Klæbo inginocchiato davanti ai ragazzi e le ragazze un metro più avanti. Alcuni gruppi diversi, qualcuno formato da adolescenti, altri da bambini che probabilmente hanno appena mosso i primi passi sugli sci, con gli stessi addetti FIS che si sono prestati e con essi anche altri fotografi ancora presenti nel campo gara.
Tanti sorrisi e i giovani felicissimi, che mostravano la foto ai genitori e saltavano per la gioia di aver incontrato questo grandissimo campione, ben felice di non deludere nessuno.
A Fondo Italia, il papà del fenomeno norvegese, ha spiegato il gesto di suo figlio: «È sempre molto desideroso di dare qualcosa indietro allo sport – ha affermato Haakon Klæbo – non è passato molto tempo da quando lui stesso era un giovane fondista con un suo eroe. Per lui è importante far capire ai giovani che loro stessi possono raggiungere quanto ha fatto lui».
Chapeau Johannes.
