È stata una prestazione esaltanta per la Francia quella di martedì, nella sprint che ha aperto il Tour de Ski. A Lenzerheide, alle spalle di un imbattibile Klæbo, sono giunti Jouve e Chanavat. Una giornata emozionante per la Francia, che ha certificato la sempre maggiore competitività di un movimento francese che funziona anche nello sci di fondo.
Ai colleghi di Nordic Magazine, il forte fondista francese ha parlato della sua giornata, affrontando tanti diversi temi molto interessanti, facendo entrare i lettori all’interno dell’armonia che regna sovrana nella squadra francese. «Io e Richard (Jouve, ndr) eravamo in ottima forma ed è bello condividere questo podio con lui. Lo avevamo già fatto una volta, tra l’altro, durante un’apertura del Tour de Ski, quindi è stato molto piacevole poterlo fare di nuovo. Io e Richard abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto. Ma, in generale, abbiamo una squadra francese molto affiatata. Che sia nella squadra sprint o nella distance, il gruppo sta molto bene insieme. È davvero il collettivo che porta ottime prestazioni. Anche per questo è bello arrivare con due persone sul podio, perché mostra davvero il risultato di una squadra e non di un singolo individuo».
Chanavat ha quindi parlato della finale, della sua tattica che purtroppo, sia per lui che per l’azzurro, era la stessa di Pellegrino: «Ho subito pensato che saremmo stati in grado di controllare la gara insieme io e Richard. È stata una buona cosa. Tuttavia, non era necessariamente la strategia che volevo adottare. La mia idea era di restare dietro all’inizio e scollinare appena dietro Klæbo alla fine dell’ultimo dosso per sfruttare la sua scia in discesa. Ma io e Pellegrino abbiamo lottato tutto il giorno per prendere questo posto. Aveva la mia stessa idea e avevamo già lottato duramente in semifinale per arrivare dietro al norvegese. Abbiamo lottato molto in pista, non volevo arrendermi perché (la scia di Klæbo, ndr) doveva essere mia. In finale è quello che mi è costato caro, visto che non sono riuscito a prendere le code di Klæbo. Ero un metro troppo indietro, quindi sono riuscito a raggiungere Richard in discesa, ma sfortunatamente non lui».
In molti giustificano i successi di Klæbo parlando di materiali superiori rispetto alla concorrenza, ma Chanavat rende giustamente grande merito a un campione fuori dal normale: «Francamente, ha un ottimo materiale, ma non è questo che lo fa gareggiare bene. Se gli diamo sci più scadenti, potrebbe essere meno forte ma gareggerebbe comunque bene. Secondo me, ciò che lo rende così competitivo è l’avere molte carte in mano e punti di forza che gli permettono di uscire avanti in qualsiasi momento. In questo momento è un tono sopra gli altri, ecco perché vince in tutte le gare. Tuttavia, penso che ci siano molti modi per batterlo. Ma bisogna essere in ottima forma, non commettere errori in gara e cogliere le opportunità quando si presentano».
Chanavat ha chiuso affermando che dopo la 15 km lascerà il Tour de Ski senza raggiungere Oberstdorf.