Nella passata stagione ha impressionato dominando la categoria aspiranti pur essendo nell’anno giovane. Risultati che gli sono valsi un posto nella nazionale azzurra “Giovani”, pur essendo soltanto del 2004. In occasione della prima tappa di OPA Cup Junior, a Goms, Davide Ghio ha dimostrato che i tecnici azzurri hanno fatto bene a dare fiducia al giovanissimo cuneese dello Sci Club Entracque Alpi Marittime, da questa estate aggregato alle Fiamme Gialle. Dopo il terzo posto nella distance in classico e il secondo nella mass start in skating, lo abbiamo intervistato per sentire le sue emozioni dopo il weekend svizzero.
Ciao Davide. Complimenti degli ottimi risultati ottenuti a Goms. La stagione non poteva iniziare in un modo migliore per te.
«Sono contento della trasferta a Goms, sono soddisfatto di questi due buonissimi risultati che mi danno fiducia per le prossime gare. Ma siamo solo a inizio stagione e bisogna restare con i piedi ben saldi a terra, tranquilli, continuare ad allenarsi senza mettersi esagerate pressioni e aspettative».
Alla vigilia della partenza per la Svizzera, ti saresti mai aspettato di iniziare la stagione salendo due volte sul podio?
«No, perché, pensandoci bene, prima della partenza non sapevo cosa aspettarmi, visto che per me era il primo confronto internazionale. Avevo avuto l’opportunità di affrontare alcuni avversari già a Santa Caterina, ma in quell’occasione erano assenti gli svizzeri. Il mio unico obiettivo prima della partenza era di non avere rimorsi alla fine, dare tutto e tagliare il traguardo sapendo di aver fatto il massimo. Ho iniziato a credere al podio nel corso della gara, quando ci hanno dato i tempi ed ero tra i primi. Lì ho creduto veramente di potercela fare. Anche nella mass start non mi aspettavo di salire sul podio. Venerdì avevo fatto bene, ma in format di gara diverso, anche nello stile. Ero però molto contento di poter disputare la mass start, è un format che mi piace tanto perché comprende anche una grande parte di tattica, lo studio dell’avversario, una cosa che mi affascina nello sport. Credo di poter dire che sia la mia gara preferita. Quindi è andata bene e sono contento».
Cosa significano per te questi due podi?
«Tanto, vuol dire aver fatto un bel lavoro con il resto della squadra e che bisogna solo restare tranquilli, perché è un buon auspicio per le prossime settimane. Sono contento che tutti abbiamo fatto delle belle gare, a partire dalle donne, con Nadine (Laurent, ndr) che ha vinto due volte, ma anche le altre hanno fatto bene. Pure noi maschi abbiamo dimostrato di aver lavorato nel modo giusto in estate. Sono contento di questo e ci tengo a ringraziare tutti i nostri tecnici. Personalmente, voglio anche a ringraziare lo Sci Club Entracque Alpi Marittime che ancora oggi mi aiuta moltissimo quando mi alleno a casa, dopo avermi formato negli anni passati, aiutandomi ad arrivare qui. Inoltre dico grazie anche alle Fiamme Gialle per il supporto che mi stanno dando quest’anno, avendomi tesserato da aggregato».
Per la prima volta ti sei allenato con la nazionale azzurra; è stata una preparazione diversa dal solito?
«Rispetto al passato sono stato felice di fare i primi raduni sulla neve già a settembre, allo Stelvio e in Val Senales. Non avevo mai iniziato a sciare così presto. Per il resto non ho avuto alcun problema durante la preparazione, mi sono allenato bene e la stagione è partita con il piede giusto».
Fai parte di un gruppo molto competitivo e variegato, che comprende anche atleti del 2001. Cosa significa per te allenarsi con atleti tre anni più grandi di te?
«Si, la nostra è una squadra giovani, dal momento che abbraccia ben tre categorie diverse. Allenarsi con gente così forte è molto stimolante, perché ambisco a raggiungere il loro livello, che è ciò a cui aspiro. Ho in squadra gente veramente forte e dal grande potenziale, come Elia Barp, ma anche diversi Under 23 che hanno già fatto belle cose».
Dopo i risultati della passata stagione e le prime prestazioni di quest’anno, senti maggiori pressioni e attese?
«Io cerco sempre di restare tranquillo, non mi metto grosse pressioni sulle spalle, perché ho scoperto che non fa bene. Penso solo a dare il meglio di me, poi mi prendo i risultati che arrivano. Mi sono sempre detto di essere contento a prescindere dalla posizione di classifica».
Puoi raccontarci come hai iniziato a muovere i tuoi passi nello sci di fondo?
«Ho un fratello di cinque anni più grande, così quando lui ha iniziato a praticare sci di fondo, io lo seguivo in pista con i miei piccoli sci. Da lì è nata la passione e ogni inverno tornavo sulle nevi grazie ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto e portato a sciare».
Chi è il tuo idolo nel mondo dello sport?
«Il mio idolo è stato e resterà sempre Petter Northug. Sapete, le prime gare di sci di fondo che ho visto in tv da bambino sono state quelle dei Mondiali di Falun, quando lui vinse la 50 km in un modo incredibile. È il mio primo ricordo dello sci di fondo ad alto livello e mi resterà per sempre».
Qual è la tua tecnica preferita?
«Se mi avessi posto questa domanda soltanto un anno fa, ti avrei risposto senza alcun dubbio la tecnica classica. Oggi però le cose sono un po’ cambiate, mi trovo molto bene in skating e credo sia questa oggi la tecnica che preferisco».
È difficile conciliare scuola e attività agonistica?
«Sicuramente non è semplice, perché fin qui ho fatto tante assenze. Rispetto ad altri sono fortunato, in quanto ho degli insegnanti che mi vengono incontro, aiutandomi e a volte anche spostando qualche interrogazione. Li ringrazio per questo».