Due anni fa regalò alla staffetta italiana uno splendido bronzo ai Mondiali Juniores grazie a un finale di gara da urlo, beffando quel Valerio Grond che nella passata stagione è addirittura arrivato in finale nella sprint di Coppa del Mondo a Davos. Proprio nella località svizzera, Francesco Manzoni, classe 2000, è pronto ora a fare il suo grande passo, l’esordio in Coppa del Mondo, arrivato dopo lo splendido successo ottenuto a Goms in OPA Cup.
Lo abbiamo contattato telefonicamente mentre era a casa nella sua San Nicolò Valfurva, intento a cucinare per sorella e mamma, di ritorno da scuola e lavoro. Una giornata apparentemente come le altre, ma in realtà speciale per il giovane valtellinese del Centro Sportivo Esercito, parente di Mirco Bertolina, dopo la convocazione in Coppa del Mondo. «È una bella soddisfazione, non lo vedo come un premio per il mio risultato in OPA Cup, ma come una parte del mio percorso. Spero sia solo la prima di tante. Io cercherò di fare del mio meglio come al solito, senza farmi spaventare o prendere dall’emozione. Almeno ci proverò. La cosa che più mi incuriosisce? Vedere a che livello sono rispetto alla Coppa del Mondo, in modo da capire bene ciò sui cui devo lavorare di più e cosa va già bene, avere feedback per il futuro».
Una soddisfazione che si somma a quella avuta sabato con la splendida vittoria nella sprint a skating di OPA Cup: «È stato un risultato speciale, la mia prima vittoria da senior. È stata bella soprattutto per come è arrivata, in quanto ho lavorato bene per tutto il giorno, ho fatto tutto giusto. Nelle batterie, insieme a Giovanni (Ticcò, ndr) abbiamo fatto gioco di squadra fin dalla prima batteria, mettendoci avanti in salita e andando all’attacco sempre allo stesso punto. Così abbiamo fatto anche in finale, dove con noi c’era pure Gabrielli che purtroppo è caduto. Alla fine ce l’abbiamo fatta, io ho vinto e Giovanni è arrivato secondo, ed è stato bello condividere questo podio insieme. Personalmente è un successo speciale, soprattutto perché è arrivato dopo una prima stagione da senior nella quale ho fatto molta fatica. Ma anche nella negatività si imparano tante cose e credo che queste mi stiano aiutando oggi».
Manzoni era stato anche un po’ sfortunato in qualificazione, quando aveva rotto un bastone, ma nonostante tutto era riuscito a far registrare l’undicesimo tempo. «In quel momento non ho nemmeno avuto la possibilità di tremare e pensare, l’adrenalina ha preso il sopravvento. È arrivata subito Michela Andreola, che ha fatto mezza salita di corsa per portarmi un nuovo bastone e farmi perdere meno tempo possibile. Sono riuscito ugualmente a superare la qualificazione. Per fortuna, altrimenti non ci sarebbe stato il resto (ride, ndr)».
Nonostante le difficoltà avute nella sua prima stagione da senior, Manzoni era arrivato a Goms con tanta fiducia dopo le prime gare disputate quest’anno. «Già a Santa Caterina mi sentivo molto bene, avevo la sensazione di essere in buone condizioni ma ho faticato ad adattarmi alla neve. Ma avevo capito che avrei avuto ottime chance di far bene a Goms. Cosa non è andato lo scorso anno? Non c’è un motivo preciso, ma un insieme di fattori. Al primo anno da senior, forse avevo voglia di strafare e magari a volte ho esagerato (negli allenamenti, ndr). Aggiungiamoci poi la pressione che mi sono messo da solo nel dover fare risultato per l’arruolamento. Ora invece ho la testa più libera, sono molto più tranquillo, grazie al Centro Sportivo Esercito che ha creduto in me. Ciò significa tanto».
Manzoni ha ringraziato anche l’allenatore Stefano Saracco: «Ha un ruolo importante nella mia crescita, sa capire subito di cosa ogni singolo ha bisogno e agisce di conseguenza. Si vede la sua grande esperienza, soprattutto nelle sprint. Sto cercando di sfruttare al massimo questa occasione (di essere allenato da lui, ndr)».