Trentunesimo posto nell’individuale con quattro errori al tiro e nono posto con un doppio zero ma anche una bella facciata sulla neve. Non male il primo weekend stagionale in Coppa del Mondo di Filip Fjled Andersen, classe ’99 norvegese che intervistammo su Fondo Italia in occasione del suo esordio in Coppa del Mondo nell’ultima tappa della passata stagione (per leggere l’intervista di allora, clicca qui). Risultati che farebbero stropicciare gli occhi ai tifosi di ogni nazionale, un ventunenne in grado di fare top ten, ma che nella super competitiva Norvegia non bastano per tenersi il pettorale di Coppa del Mondo.
Il giovane Andersen raggiungerà suo fratello in IBU Cup per le tappe casalinghe di Sjusjøen. Filip, infatti, aveva il diritto di gareggiare a Östersund grazie al successo in IBU Cup nella passata stagione, ma ora che i pettorali norvegesi tornano sei, le scelte sono già state fatte, come sottolineato dall’allenatore Kristiansen: «È stato deciso in anticipo. I cinque della squadra d’élite dovevano gareggiare i primi due fine settimana e poi l’ultimo posto era tra Sivert e Filip. Sivert ha dimostrato di meritare quel posto, quindi Filip è consapevole che deve tornare a casa» ha affermato a NRK.
Un vero peccato per Andersen, ma Bakken è riuscito a prendersi il posto grazie a due top ten, dimostrandosi in grandi condizioni fisiche: «È difficile essere norvegesi, sfortunatamente non basta essere tra i primi 10 al mondo in una gara di Coppa del Mondo. Farò ancora meglio la prossima volta. È incredibilmente fastidioso dimostrare di avere il livello per essere tra i primi 10 in Coppa del Mondo, anche con una caduta, e non è abbastanza per restare».
Nessuna polemica ovviamente, solo la consapevolezza di quanto sia difficile per un norvegese molto competitivo poter tenere il posto in Coppa del Mondo, confrontandosi in patria contro atleti di altissimo livello, una nazionale così forte da potersi permettere di escludere atleti che farebbero parte dei contingenti di Coppa del Mondo probabilmente in ogni altra nazionale al mondo.
Nella sprint chiusa al nono posto, Andersen è stato anche protagonista di una caduta. Il ventunenne ci ha scherzato un po’ su: «Non ho vinto la gara, ma penso di aver meritato il premio per il miglior tuffo nella neve. Sono finito sul ghiaccio e mi sono ritrovato a cadere a faccia in giù assaggiando la neve». Nonostante la caduta nel primo giro, però, Andersen non si è arreso: «Fisicamente stavo davvero bene. Ovviamente è fastidioso cadere al primo giro, ma mi sono concentrato e sapevo che a quel punto sarebbe stato fondamentale prendere tutti i bersagli. Ci sono riuscito. Paradossalmente mi ha fatto anche bene mentalmente, ma non fisicamente, in quanto avevo freddo nelle mani e nel corpo. Ma mi ha fatto svegliare».
I suoi compagni hanno commentato la sua caduta. Dale ci ha scherzato: «Però scivola bene con la testa sulla neve. Per fortuna non era asfalto». Più serio Tarjei Bø: «Per questo motivo io perdevo un paio di secondi in quella curva, meglio andare sul sicuro e prenderla alla larga. Se fai all-in puoi correre quel rischio di finire sul ghiaccio. Ma mi è piaciuto, ha rischiato perché andava per la vittoria». Lægreid aveva invece pensato ad altro: «Per fortuna non ha rotto la carabina. Spero che anche lui stia bene, ma fortunatamente al tiro sta andando bene».
Una cosa è certa, Filip Fjeld Andersen ha mostrato di valere la Coppa del Mondo e siamo convinti che presto lo ritroveremo nuovamente tra i protagonisti. Anche se, ovviamente, in Norvegia è sempre molto difficile.
Biathlon – “Non è facile essere norvegesi”; Andersen già top ten in Coppa del Mondo, ma deve tornare in IBU Cup
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