Da diverse settimane, in Norvegia si sta tenendo il dibattito sui disturbi alimentari nel mondo dello sci di fondo. Tanti gli esempi in passato di atlete che per scendere di peso, a volte anche spinte dai propri allenatori, hanno poi finito per avere problemi con il cibo. Addirittura, nel corso della discussione, il giornale norvegese Dagbladet ha anche proposto di modificare le piste di sci di fondo, cercare di renderle meno dure, puntando in particolare il dito contro la salita del Cermis, che favorirebbe troppo atleti e atlete più leggere.
A contestare le posizioni del giornale norvegese è stata però proprio un’atleta, la giovane Veronika Stepanova, campionessa mondiale juniores in carica nella distance in skating, un’atleta molto attiva sui social, dove spesso racconta la sua vita da fondista, entra nelle problematiche che affronta e non si fa mai problemi nel presentare la propria opinione. Sicuramente una giovane tutt’altro che banale e molto interessante da seguire sui social.
La russa, protagonista in positivo anche da senior nelle competizioni della scorsa settimana a Olos, ha criticato la posizione assunta dal giornale, che secondo lei sta facendo uscire un’immagine negativa dello sci di fondo rispetto alla realtà. Sia chiaro, la russa non contesta la tematica, ma il modo in cui è stata esposta. «Non ho motivo di dubitare dei tuoi numeri e delle tue scoperte – ha affermato Stepanova a Dagbladet – ma reagisco al fatto che state costruendo un’immagine negativa dello sci di fondo, che sembra uno sport pericoloso, specialmente per le ragazze adolescenti. So molto di più su cosa vuol dire essere solo un’adolescente che scommette sullo sci di fondo rispetto a te, e penso che il tuo punto di vista danneggi il nostro grande sport». Purtroppo nell’articolo viene riportato solo il virgolettato con le dichiarazioni dell’atleta, senza la domanda che le è stata posta.
La giovane russa è stata anche molto critica nei confronti dell’idea, lanciata proprio sulle colonne di Dagbladet, di modificare i percorsi delle gare di Coppa del Mondo, rendendoli meno duri per non avvantaggiare atlete e atleti leggeri. Ovviamente, il principale indiziato a uscire dal calendario, in questo senso, sarebbe il Cermis, la gara che, dati alla mano, è la più seguita a livello mondiale, facendo alzare ogni anno l’audience della Coppa del Mondo. «Ho un problema particolare con il fatto che state indirettamente cercando di influenzare la scelta dei profili delle piste da parte della FIS. Sì, le ragazze più grandi e muscolose, compresa me, hanno di fronte una sfida difficile per battere le atlete più leggere, ad esempio, sulla pista mostruosa del Tour de Ski. Ma non mi piace l’idea di rimuovere una delle gare più popolari del nostro sport, se guardiamo alle cifre degli ascolti televisivi. Posso ricordarvi che sono in gran parte i canali televisivi che portano scoldi nello sci di fondo professionistico, non i giornali come Dagbladet».
Stepanova è stata quindi molto dura nei confronti delle opinioni di Hilde Gjermundshaug Pedersen e successivamente del presidente della federazione norvegese, Erik Røste, le cui opinioni hanno anche un grande peso in FIS, che ha affermato di dover discutere in futuro sui profili delle piste di sci di fondo.
Dalla parte di Stepanova, però, si è schierata proprio un’atleta norvegese, Ragnhild Haga: «Abbiamo diversi tipi di competizioni, le sprint e le distance. Ci sono tanti diversi format di gara. È importante avere sia percorsi leggeri che altri pesanti. Non ho paura che andiamo sul Cermis nel Tour de Ski una volta a stagione, ma non possiamo andarci tutti i fine settimana. Penso che sia anche una bella sfida, pure se io non sono la più piccola in campo». Sempre sulle colonne del giornale norvegese, però, altre atlete si sono dette in disaccordo con la russa per quanto riguarda questi argomenti.
Forse, si è però perso il filo del discorso sulla problematica di sci di fondo e disturbi alimentari, infilandoci in mezzo argomenti che sembrano in realtà avere poco a che fare con il problema. Anche perché sul Cermis, come sottolineato proprio da Haga, ci si va una volta l’anno e forse, senza modificare i percorsi delle piste, bisogna concentrarsi su altro affinché si possa risolvere il problema dei disturbi alimentari nello sci di fondo e nello sport professionistico in generale. Un problema che esiste e va affrontato seriamente.
La russa Stepanova in disaccordo con i norvegesi: “Non ha senso voler togliere le piste più dure”
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