Matteo Eydallin, stella della Nazionale italiana di sci alpinismo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di "Fondo Italia", utile a riavvolgere il nastro in riferimento agli accadimenti dell’ultimo inverno, che l’hanno visto protagonista indiscusso nel circuito di Coppa del Mondo, e a fare il punto della situazione in vista della stagione ormai alle porte.
Sull’azzurro gravano inevitabilmente molte aspettative, ma lui prova a ignorarne il peso e a mantenere la mente libera da qualsiasi condizionamento: d’altro canto, la sua esperienza lo esorta a isolarsi dalle chiacchiere provenienti dall’esterno, come solo i grandi campioni sanno fare, in quanto ogni anno bisogna ricostruire tutto da capo e le classifiche si azzerano. Ecco perché Eydallin non mente quando dice che dodici mesi fa non si sarebbe mai atteso di vivere un’annata sportiva così felice: "Non mi aspettavo di centrare questi risultati, almeno all’inizio. Devo dire che ho preso progressivamente contezza di quello che stavo costruendo, gara dopo gara".
E hai anche messo le mani sulla Coppa del Mondo di specialità (individual)…
"Sì, è stata una bella emozione. Devo dire che si tratta del format di gara che prediligo e che più si addice alle mie caratteristiche e al mio percorso da atleta".
Quest’anno ci riproverai?
"Staremo a vedere cosa accadrà. In questa stagione mi piacerebbe molto puntare su distanze più lunghe, sulle classiche. Sicuramente inizierò quest’annata senza particolari pressioni, in totale tranquillità, con l’obiettivo di trovare la forma e la condizione migliori entro la primavera, diciamo dal mese di febbraio in avanti, quando la stagione sarà nel vivo".
Intanto, però, è giunta la nomination nella top five del premio FISI "Atleta dell’anno", insieme a Marta Bassino (vincitrice del riconoscimento), Sofia Goggia, Federico Pellegrino e Dorothea Wierer…
"Posso dire che è stata una soddisfazione personale, questo è innegabile, e che ha consentito di accendere maggiormente i riflettori sullo sci alpinismo".
A proposito di riflettori: alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina 2026 lo sci alpinismo debutterà ufficialmente ai Giochi. Sogni di esserci anche tu tra gli azzurri ai nastri di partenza?
"Per ora non ci penso più di tanto, sono sincero: continuo a lavorare e quando sarà il momento tireremo le somme. Indubbiamente mi piacerebbe prendervi parte, ma solo qualora venisse inserito nel palinsesto della competizione un format più consono alle mie qualità. In termini generali, però, questo approdo alla manifestazione a cinque cerchi farà bene all’intero movimento".
Non hai il timore che lo sci alpinismo possa essere snaturato per esigenze connesse al mondo della televisione, sempre a caccia di prodotti vendibili?
"Sì, un po’ di timore ce l’ho. Bisogna rendersi conto che sarebbe folle snaturare uno sport per una kermesse che si tiene una volta ogni quattro anni… Lo ski alp ha un suo bacino di utenza, fatto non soltanto di professionisti, ma anche di tanti amatori infatuati della disciplina in sé e delle sensazioni che essa suscita, grazie ai panorami che consente di vedere dal vivo. L’appassionato pratica sci alpinismo non per stare rinchiuso in una pista, ma per entrare in contatto con il paesaggio. Quindi, il rischio è che, con questa eventuale scelta televisiva, si vada a defalcare pesantemente il bacino degli amatori e si crei un insanabile divario con il mondo dei professionisti, che fino ad oggi non si è mai palesato".
Molti ragazzi ti identificano come il loro punto di riferimento, come un modello: questo cosa significa per te? Ti capita mai di dare loro qualche consiglio?
"Vuol dire che qualcosa di buono ho fatto nella mia carriera e che ho seminato bene! Non può che farmi piacere tutto questo, chiaramente, perché tutto ciò che ho conquistato nella mia vita me lo sono guadagnato da solo, con i miei sacrifici. A dare consigli ci pensano già gli allenatori ed è giusto che ognuno ragioni in autonomia, con la sua testa".
Ai giovani scialpinisti che diventano professionisti quale messaggio ti senti di trasmettere?
"Il professionismo nello sci alpinismo non è certamente semplice. Occorre cercare di fare la propria strada senza subire influenze esterne e senza farsi mai imporre nulla. Questo è fondamentale: devi costantemente tenere una tua linea guida ed evitare le deviazioni di percorso. Se senti che riesci a divertirti, allora sei sulla giusta rotta, quella della passione. Auguro a ciascuno di loro di imbattersi in bravi tecnici e li esorto ad anteporre sempre il benessere e la passione davanti a tutto il resto".
Sci alpinismo – Matteo Eydallin a Fondo italia: “Quest’anno punterò sulle gare lunghe. Olimpiadi 2026? Io continuo a lavorare, poi vedremo…”

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