Tante nazionali hanno deciso in estate di far allenare le squadre in quota per permettere agli atleti di abituarsi in vista delle Olimpiadi di Pechino. Sciare infatti ad altezze di 1700 o 1800 metri può giocare brutti scherzi anche a grandi campioni, se non ci si adatta subito.
Ne sa qualcosa Ebba Andersson, che lo scorso anno ha perso il Tour de Ski nelle prime uscite, a causa proprio del mancato adattamente alla quota.
Assente la nazionale norvegese, Andersson era probabilmente l’atleta da battere assieme alla connazionale Frida Karlsson e le statunitensi Diggins e Brennan. Ma una volta raggiunta Val Müstair, pur sentendosi in forma, la classe ’97 ha iniziato a far fatica. Ebba non ha superato la qualificazione della sprint, per poi chiudere al 12° posto la mass start e al 18° posto l’inseguimento. Dopo sole tre gare, era già a più di due minuti dalla leadership del Tour de Ski.
A SVT, nel documentario sulla squadra svedese, Andersson ha parlato di quell’esperienza, che per lei sarà molto importante in ottica olimpica: «Prima del tour, avevo capito di essere in buona forma. Ecco perché per me è stato così spaventoso non ritrovare me stessa e il mio corpo lassù. E quando la forma e i risultati sono mancati, sono arrivati i dubbi».
Andersson ha raccontato di aver chiamato i suoi genitori, con i quali si confronta sempre durante le competizioni, chiedendosi perché avrebbe dovuto continuare il Tour de Ski, dal momento che stava percependo le gare solo come una sofferenza.
Oggi, però, la svedese guarda a quell’esperienza con la convinzione di aver imparato tanto in ottica Pechino, quando si gareggerà a 1700 metri. «Quando ci ripenso, è stata un’ottima lezione. Per acquisire esperienza e vedere di cosa ho bisogno durante la preparazione per poter gareggiare in quota»
Alla fine, Ebba Andersson si era ritrovata già nel corso di quel Tour de Ski, conquistando proprio sul Cermis il primo successo della sua carriera.
Sci di Fondo – Ebba Andersson e la brutta esperienza in quota al Tour de Ski: “È stata una lezione”

Photo Credits Newspower
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