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Sci di fondo

Sci di Fondo – Anna Dyvik motiva la sua scelta di non allenarsi con la nazionale svedese

È una Anna Dyvik molto critica quella che ha parlato sulle colonne dell’Expressen. La fondista svedese, esclusa dalla squadra A, ha deciso di non allenarsi con il Team Bauhaus della nazionale, nel quale era stata inserita.
La fondista svedese, che già si era arrabbiata lo scorso inverno per essere stata esclusa dai Mondiali a vantaggio di Charlotte Kalla, ha deciso di allenarsi da sola restando fuori dal sistema della nazionale svedese.
Durante il podcast "Maratonpodden", Dyvik ha spiegato le sue motivazioni, affermando che la filosofia di allenamento della squadra nazionale va contro la sua e l’ha portata a stare male fisicamente e mentalmente. L’atleta l’ha descritta come una "malattia che ha lo sci di fondo in generale", quella di un allenamento identico per tutti gli atleti, anziché adattarsi a ogni singolo individuo.
«Può essere perché ci sono stati forti modelli di ruolo in passato – ha affermato Dyviktipo Gunde Svan o Thomas Wassberg, che erano fuori ad allenarsi in ogni condizione, anche quando stavano male. Nello sci c’è la cultura di dare molto credito se sei quel tipo di persona. Se un atleta del genere ottiene un buon risultato o una medaglia, viene innalzato al cielo. Se lo fa una persona che prende una strada diversa, non viene elogiata allo stasso modo. C’è un giusto e uno sbagliato, anche se non piace a tanti».
Dyvik ha raccontato di aver seguito il "modello classico di sciatrice" nel suo periodo in nazionale, qualcosa che l’ha portata a perdere l’ambizione di inserirsi nel modello della nazionale. Oggi la fondista svedese fa più sessioni a settimana, ma spesso sono più brevi e ci sono, ad esempio, più elementi tecnici. Le cose che secondo Dyvik rendono l’allenamento quotidiano più divertente. «Alcune persone pensano che il modello classico sia buono, mentre altri, come me, ci vomitano sopra».

Il manager della squadra nazionale Anders Byström è d’accordo con Dyvik che nel mondo dello sci di fondo c’è la cultura di allenarsi molto. «Quella cultura potrebbe non essere adatta a tutti – ha ammesso all’Expressen il manager svedese – in nazionale ti devi adattare, poi magari a qualcuno questo sistema va meglio rispetto ad altri. Probabilmente si adatta meglio a chi è abituato ad allenarsi molto o in un certo modo, devi impostare l’asticella per chi vuole allenarsi molto. È difficile creare un ambiente in cui tutti possano allenarsi esattamente come vogliono. Non è possibile. Ma Anna ha una sua struttura in cui crede e le piace, quindi per lei è stato bello poter fare esattamente quello che vuole».

Byström afferma di avere un buon dialogo con Dyvik, nonostante le diverse opinioni sulla questione: «Ho sentito in primavera che voleva mettersi alla prova e penso che sia fantastico che osi. Ora segue esattamente il tipo di programma che desidera. E non ho rancore verso Anna, anzi. Per quanto riguarda la qualificazione olimpica, posso dire che avrà le stesse possibilità di tutte le altre atlete»

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