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VIDEO – Collari d’oro, Wierer e Windisch: “Bello che sia stato premiato anche Curtaz, grazie a lui siamo cresciuti tanto”

Martedì mattina il biathlon italiano è stato celebrato all’Auditorium LaVerdi di Milano, dove Dorothea Wierer e Dominik Windisch hanno ricevuto il collare d’oro, massima onorificenza del CONI. La vincitrice della classifica generale della Coppa del Mondo nelle stagione 2018/19 e 2019/20 ha ricevuto due collari d’oro, il primo per il titolo mondiale conquistato a Östersund nel 2019 e il secondo per i due vinti ad Anterselva nel 2020. Windisch, ovviamente, ha ricevuto il collare d’oro per la vittoria del 2019 nell’indimenticabile mass start di Östersund. Entrambi non avevano potuto ritirare il premio nel 2019, in quanto la manifestazione si svolse quando gli atleti erano all’estero per una tappa di Coppa del Mondo, mentre l’edizione del 2020 era stata rinviata per la pandemia.
Nella stessa giornata, insieme ai due atleti cresciuti sulla pista di Anterselva, è stato premiato anche il direttore tecnico Fabrizio Curtaz, per il quale Wierer ha una dedica particolare nell’intervista che ha rilasciato a Fondo Italia dopo la cerimonia: «Il collare d’oro credo sia il riconoscimento più importante nella carriera di un atleta italiano. Oggi non siamo premiati solo noi ma anche il nostro direttore tecnico Fabrizio Curtaz, che ci sopporta e supporta ormai da tanti anni. È anche grazie a lui se siamo cresciuti così tanto. Perché tengo a far conoscere il biathlon ai giovani? Siamo noi a doverlo far conoscere attraverso i nostri risultati. Se li otteniamo e vinciamo, è più facile che i giovani si avvicinino alla nostra disciplina e loro sono il nostro futuro».
Emozionato Dominik Windisch, che dopo essersi visto assegnato questo riconoscimento già due anni fa, ha finalmente potuto ritirarlo in questa bella cerimonia. «Sono onorato di essere qui insieme a tutte le autorità. Mi rendo conto adesso quanto sia bello ricevere questo premio. Questo riconoscimento mi ricorda una gara speciale, ma lo ritengo anche un premio a tutta la carriera, vent’anni di allenamenti, momenti belli e brutti».

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