Nella marcia di avvicinamento alle Olimpiadi di Pechino 2022, nessun atleta o tecnico ha potuto vedere e provare le piste che ospiteranno a febbraio le competizioni a cinque cerchi. L’emergenza covid-19 ha infatti costretto gli organizzatori e la FIS a cancellare le classiche gare pre-olimpiche che erano in programma nella passata Coppa del Mondo, nella quale Pechino avrebbe dovuto ospitare le finali.
Un problema ovviamente comune a tutte le squadre che, al di là della squadra cinese, non darà vantaggi a nessuna delle nazioni più competitive che puntano alle medaglie. Sicuramente un problema in più da fronteggiare, ma l’allenatore di Alexander Bolshunov, Yuri Borodavko, è convinto che in realtà le informazioni a loro disposizione siano già abbastanza. «Sappiamo tutto perfettamente sulle piste di Pechino – ha affermato in un’intervista rilasciata in patria – la cosa più difficile che dovremo affrontare sono le condizioni in cui si svolgeranno le gare. 1700 – 1800 metri, questa è una quota importante. Inoltre con aria secca e neve artificiale, molto dura e pungente. Ciò implica determinati requisiti per lo sci. In termini di tolleranza del carico, recupero, tutto sarà abbastanza difficile. D’altra parte, il fatto che gli organizzatori, invece di far svolgere l’intera competizione in 10 giorni, lo abbiano allungato a ben 15, significa che ci saranno intervalli di riposo tra le gare, nei quali gli atleti potranno recuperare meglio. Dobbiamo anche essere preparati al fatto che ci sarà un problema con l’alimentazione. In tutti i Giochi precedenti avevamo i nostri chef, ma non sappiamo ancora quanto sarà appropriato a Pechino».
Borodavko, quindi, non si lamenta per le informazioni da molti ritenute frammentarie, compresa la stessa Välbe, che aveva sottolineato l’impossibilità di ottenere informazioni da coloro che ora lavorano con gli atleti cinesi, in quanto queste persone sono vincolate da contratti con una clausola di non divulgazione. «E cosa dovebbero divulgare? Per quanto ne so, i cinesi stessi non fanno segreti. Il profilo della pista è dettagliato e calcolato. È anche nota la quantità di ossigeno nell’aria a questa altitudine. In termini di tolleranza del carico, l’altezza è stata studiata abbastanza, sappiamo come bisogna gareggiare in queste condizioni. Quindi quali segreti possono esserci? Quante pietre ci sono lungo la pista e quali alberi crescono? Per altro anche questo può essere visto dalle fotografie. Tutti i segreti sono nella preparazione e nelle abilità dei nostri skiman. È importante che sappiano preparare bene gli sci, trovare la struttura giusta, gli elementi di scorrimento e tenuta. E noi, da parte nostra, cercheremo di portare gli atleti ai Giochi nella migliore forma possibile. Queste sono, infatti, tutte le componenti per ottenere il successo. Quando dicono che tutte le stelle devono convergere in un giorno, intendono tutto quello che ti ho detto».
Infine Borodavko si è detto convinto che Bolshunov, proprio perché le competizioni si svolgeranno in quindici giorni, potrebbe prendere parte a tutte le gare: «Johannes Klebo ha affermato in una delle sue interviste, che i Giochi Olimpici sono strutturati in modo tale che anche lui possa eseguire l’intero programma. Perché non dovrebbe fare lo stesso Sasha?» ha affermato l’allenatore.
Sci di fondo – Pechino 2022, l’allenatore di Bolshunov non si preoccupa: “Abbiamo tutte le informazioni necessarie”
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