La sua vittoria nella sprint dei Campionati Svedesi Estivi di biathlon ha dimostrato che in un anno è cresciuta tantissimo, diventando una vera biatleta. Stina Nilsson ha lavorato tanto durante il suo primo anno nel biathlon, dopo una carriera intera nello sci di fondo. L’olimpionica del fondo si è trovata a partire praticamente da zero, a passare ore e ore al poligono, imparare un nuovo approccio all’allenamento ma anche alle competizioni, metabolizzare una nuova routine. Le prime gare l’hanno vista soffrire, ma lei è andata costantemente migliorando fino all’ottimo esordio in Coppa del Mondo. Ovviamente, al di là del successo ottenuto contro avversarie di grandissimo valore come le sorelle Öberg, Stina Nilsson deve ancora trovare continuità e il lavoro da fare è moltissimo.
In questo anno, a seguirla passo per passo è sempre stato presente il suo allenatore Jean-Marc Chabloz. «Abbiamo lavorato molto duramente nel passaggio dalla Stina sprinter alla Stina tirartrice – ha affermato a SVT l’allenatore della nazionale svedese e personale di Stina Nilsson – con l’obiettivo in incanalare la sua energia nel modo giusto». Insomma è importante dosare bene le energie, pensando anche a mantenere la giusta lucidità al poligono.
«Rispetto allo scorso anno – ha affermato Stina Nilsson a SVT – oggi riesco a capire meglio per quale motivo faccio determinate sessioni di allenamento. Inoltre, per me la chiave è riuscire a separare i diversi elementi, non farmi condizionare dal tiro quando sono in pista e, al contrario, fare in modo che il giro non influisca sul mio tiro». Insomma, serve la giusta dose di esperienza per riuscire a trovare il necessario equilibrio.
Jean-Marc Chabloz è convinto che la curva di sviluppo dell’atleta stia andando nella giusta direzione. Nonostante questa estate sia stata paradossalmente più dura rispetto alla precedente, l’allenamento è andato comunque bene e la svedese ha battuto un record personale nel tiro di precisione. L’ha svelato Chabloz: «Stina ha fatto 509 punti quando abbiamo sparato 30 colpi a terra e 30 in piedi. 600 è il punteggio massimo, quindi questo dato dice qualcosa per chi conosce il biathlon». Il test di precisione viene fatto di frequente nel corso della preparazione ed è un test di tiro da fermo, che consiste, come già chiaro dalle parole dell’allenatore, in trenta colpi a terra ed altrettanti in piedi. In questo caso, viene dato punteggio dieci per un centro pieno e via via a scendere. Il massimo può essere quindi 600, ma l’obiettivo di ogni atleta è avvicinarsi e superare i 500 punti, che sono già un risultato interessante. Tanti campioni del biathlon hanno record attorno ai 530 e 540, quindi un 509 è ovviamente un bellissimo risultato. Poi, chiaramente si parla solo di tiro da fermo, quindi ancora ben diverso dal vero biathlon, ma è certamente già un buon indicatore.