In un’intervista rilasciata in Russia, a Sports.ru, Petter Northug ha descritto cosa ha provato nello scontare la sua pena per guida pericolosa e possesso di droga, al centro di riabilitazione di Mestringshusene.
«Quando sono arrivato qui, non sapevo cosa avrei fatto – ha raccontato Northug – non conoscevo i dettagli ed ero un po’ nervoso. Ero teso. Ma gradualmente ho iniziato a capire cosa avrei dovuto fare: essere aperto e onesto, svelare cosa è successo in passato. Che cosa ti senti? Che cosa hai fatto? Perché è andata così? Così impari a capirti molto bene. Impari a capire gli altri. Ci sono molte storie diverse. Per me tutto questo è diventato una scuola meravigliosa e una buona lezione. Ora ho una conoscenza che avrei voluto avere molto prima. Quindi per me è stata una scuola».
Northug ha poi descritto cosa ha provato nel parlare di se stesso agli altri: «All’inizio è stato spaventoso, per me era insolito. Non sono abituato a parlare dei miei sentimenti, di come mi sento o perché qualcosa è successo in una determinata maniera anziché in un’altra. In passato ho sempre vissuto con la visione che tutto ruotasse attorno a me da solo: dovevo mostrare risultati ed essere il migliore. Qui ho scoperto perché è successo. Essere qui ti rende molto aperto e onesto. Spero di poter essere così in futuro, con gli amici, la famiglia e tutti quelli che mi circondano. Penso che sarà più facile per me costruire una relazione con Petter dopo essere stato qui, mi aiuterà a passare da Petter, un atleta d’élite, a Petter l’umano. Questo passaggio è forse più difficile di quanto molti pensino».
Il campione dello sci di fondo ha ammesso di aver imparato molto cose: «Ho raccolto una quantità folle di lezioni e conoscenze: delle decisioni che ho preso quando ero giovane e aspiravo a realizzare i miei sogni; di quanto fossi cinico ed egoista. Non ero presente nella vita della mia famiglia. Tutto si riduceva all’allenamento e allo sciare velocemente. Era impossibile contattarmi, ero molto impegnato con me stesso.
Ma ho anche scoperto che forse questo è ciò che serviva per essere il migliore. Ciò ha causato molti disagi. Peter non è stato facile. Tutti volevano qualcosa da lui, tutti volevano controllare Petter, il che mi infastidiva. Non riuscivo a gestire la mia vita quotidiana. Ora ho imparato, ho capito molte di queste cose e le ho guardate da una prospettiva diversa. Sono molto contento che tutto questo mi sia stato chiarito. Stavo risolvendo i problemi nel modo sbagliato. Non ne ho parlato apertamente, ho tenuto tutto per me. Mi sono quasi svegliato. Molte cose mi sono diventate ovvie».
Northug ha compreso anche cosa l’ha portato a mettersi spesso nei guai: «È stato, forse, il desiderio di emozioni e brividi. Tutto ciò che facevo era estremo, dagli sport d’élite alle feste. Tutto quello che ho provato doveva essere estremo. Ora ho capito che Petter era così e ho bisogno di trovare un equilibrio nella vita, senza seguire sempre l’estremo».
Lo sci è sempre nella sua testa: «Spero di correre ancora, di mettere in forma e disputare qualche gara. Lo sci è nel mio cuore, occuperà un posto importante nella mia vita anche in futuro».
Sci di Fondo – Il racconto di Northug: “Sto provando a passare da Petter l’atleta d’élite a Petter l’umano”
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