Sit-in di protesta giovedì a Losanna, davanti alla sede del Comitato Internazionale Olimpico. Protagonisti gli attivisti delle comunità uigure e tibetane, giunti da Svizzera, Francia, Germania e Liechtenstein per manifestare contro lo svolgimento dei Giochi Olimpici di Pechino 2022.
Il presidente dell’associazione dei giovani tibetani in Europa, Tashi Shitsetsang, ha spiegato a L’Equipe le motivazioni della manifestazione: «Abbiamo deciso mobilitarci contro i Giochi Olimpici di Pechino 2022. Siamo qui per dire al CIO che non siamo d’accordo sul fatto che, nel 2022, la Cina sia ancora una volta il Paese ospitante delle Olimpiadi, dopo averle già organizzate nel 2008. Da allora la situazione dei diritti umani è peggiorata. La situazione in Tibet è peggiorata drasticamente. Il governo cinese ha recentemente lanciato una campagna multiforme volta principalmente a cancellare la lingua, la cultura e l’identità tibetana e lo stesso vale per gli uiguri” ha aggiunto Tashi Shitsetsang, parlando di un “genocidio” in corso nello Xianjiang.
I manifestanti si sono presentati vestiti con abiti tradizionali, mostrando striscioni e cartelli che chiedevano il boicottaggio dei "Giochi del genocidio" e la fine della repressione del governo cinese in entrambe le regioni.
I manifestanti hanno anche esposto davanti al Museo Olimpico e sulle rive del Lago di Ginevra delle grandi bandiere blu con una mezzaluna ed una stella, simboli del Turkestan orientale, il nome dato dai militanti uiguri alla provincia autonoma dello Xinjiang.
A Losanna, comunità uigure e tibetane manifestano contro le Olimpiadi di Pechino: “No ai Giochi del Genocidio”
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