Negli ultimi mesi si sta discutendo tanto sulla possibilità di boicottare le Olimpiadi che si svolgeranno in Cina nel 2022, a causa delle violazioni dei diritti umani e del genocidio culturare che lo stato cinese starebbe perpetrando nei confronti degli Uiguri, un’etnia di religione islamica che vive nel nord-ovest della Cina. Ora, però, in Norvegia si scatenano le accuse anche nei confronti di chi in Cina sta lavorando da quasi due anni con l’obiettivo di portare la nazionale cinese di biathlon ad ottenere dei buoni risultati alle Olimpiadi casalinghe, Ole Einar Bjørndalen.
L’accusa arriva da John Peder Egenæs, capo di Amnesty Norvegia, che ha utilizzato VG per attaccare uno dei personaggi più amati nel biathlon mondiale, puntando il dito contro di lui in quanto lavorando per lo sport cinese si starebbe facendo usare dalla dittatura. «Se assumi un ruolo importante in uno stato totalitario, allora devi essere consapevole della scelta che hai fatto. Il nostro compito è raccontare quanto sia grave la situazione dei diritti umani in Cina, così come la strategia delle autorità di mettere in ombra le violazioni dei diritti umani con dei fantastici eventi sportivi» ha affermato John Peder Egenæs (60).
Amnesty Norway sottolinea che i regimi totalitari, come quello cinese, usano lo sport per spostare l’attenzione dalle violazioni dei diritti umani a qualcosa di positivo. In questo modo i regimi acquisiscono una forma di potere e una migliore reputazione.
Per questo motivo secondo Egenæs è grave assumere un lavoro da allenatore della nazionale cinese: «Ho detto a Ole Einar Bjørndalen che non sarò io a decidere dove deve lavorare, ma spero che sia consapevole di essere coinvolto in un progetto che fa ovviamente parte di una strategia più ampia da parte delle autorità cinesi. Se per lui è però così importante avere questo lavoro, allora crediamo che dovrebbe almeno usare la sua voce per sfidare le autorità cinesi sulle violazioni dei diritti umani. Mi rendo conto che questo sarebbe un atto difficile, dal momento che probabilmente vuole mantenere il lavoro. Ma con un ruolo così rappresentativo ed importante, si dovrebbe essere in grado di pretendere così tanto».
Il capo di Amnesty Norvegia ha quindi rincarato la dose: «Bjørndalen viene utilizzato dalla dittatura cinese, perché fa parte di un piano volto a rendere la Cina più bella possibile (agli occhi degli altri, ndr). È importante che la Cina sia competitiva nello sport, non solo nell’ambito degli eventi. È il biatleta più famoso del mondo. Potrebbe non essere lo sport più grande del mondo, ma averlo in squadra significa prestigio che a sua volta può essere trasformato in reputazione. Noi di Amnesty non stiamo dicendo che Bjørndalen, o chiunque altro, non possa accettare un lavoro retribuito per le autorità cinesi o di altro tipo. Ma se accetti un lavoro come, ad esempio, allenatore di una squadra nazionale in Cina, allora fai parte di un progetto politico che consiste nel presentare le autorità cinesi in una luce positiva. Dovresti essere però consapevole di questo e fare la scelta in base a ciò».
Accuse quindi rivolte personalmente a Bjørndalen, anche se va ricordato che la stessa Federazione Norvegese degli sport invernali ha direttamente collaborato con la Cina in questi anni per aiutare questo paese a crescere nelle discipline invernali, dando agli atleti cinesi la possibilità di allenarsi in Norvegia e mettendo a disposizione anche i propri allenatori e skiman.
Biathlon – Amnesty Norvegia contro Bjørndalen: “Viene utilizzato dalla dittatura”
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