“Dobbiamo far ripartire lo sport di base”. È questo il messaggio lanciato da Johannes Høsflot Klæbo ed Emil Iversen sulle colonne di VG. Il Covid-19 ha fermato le attività sportive anche in Norvegia, anzi soprattutto in Norvegia, dove le restrizioni sono state spesso molto più severe rispetto ad altri paesi, compresa l’Italia.
«È difficile comprendere perché siano stati così rigorosi – ha affermato Iversen – vengo da Meråker, dove ci saranno state due infezioni di covid-19 in quasi un anno e mezzo. Non sono ancora autorizzati a giocare a calcio. Nell’ultimo inverno non potevano sciare. Sento che si è un po’ esagerato con i divieti, considerando il numero minimo di infezioni che ci sono state. Non abbiamo avuto tante infezioni, quindi il Governo ha probabilmente fatto un buon lavoro, ma su questo aspetto hanno perso. Non si contrae l’infezione guidando la propria auto per poi sciare».
Il campione del mondo della 50 km e Johannes Klæbo hanno vinto assieme ben cinque medaglie d’oro ai Mondiali di Oberstdorf, risultati che hanno sicuramente fatto appassionare ulteriormente i tanti bambini norvegesi che li hanno seguiti davanti alla tv. Entrambi, però, hanno manifestato la loro preoccupazione per i giovani in occasione della prima intervista rilasciata al via del primo raduno stagionale, a Sognefjellet.
«Mi spaventa il fatto che non si stia dedicando molto tempo alla ripartenza dello sport di base – ha affermato Klæbo a VG – cosa possiamo fare per rimetterlo in piedi? Queste attività meritano maggiore attenzione. So com’è stato per mia sorella (Ane Høsflot Klæbo, ndr), che per tutto l’inverno non ha quasi disputato nemmeno una gara di sci. Sarebbe stato davvero difficile se in passato mi fosse accaduta una cosa simile. Puoi dire di avere degli obiettivi a lungo termine, ma dipendono sempre da te che devi ottenere anche gli stimoli giusti durante l’inverno. Penso che dovremmo dedicare più tempo a fare ciò che possiamo (per aiutare lo sport di base, ndr). Si tratta anche di reclutare nuovi atleti. Se vogliamo avere una nuova Therese Johaug o un nuovo Erling Braut Haaland, dobbiamo avere un largo bacino d’utenza».
Se in altri paesi l’attività è già ripresa da mesi, in Norvegia il calcio giovanile è per esempio fermo ormai da circa quindici mesi. «Sono le competizioni, le partite di calcio o le gare di sci di fondo il vero divertimento. Quando ho seguito gli allenamenti di calcio lo scorso anno, potevano essere cinque e cinque. Era così incredibilmente noioso. Sono andati lì ad allenarsi e hanno aspettato di poter giocare senza mai avere l’occasione di farlo. Spero che inizino prima possibile. Non c’è da meravigliarsi del fatto che ci sia stato un calo nel numero degli iscritti».
In Norvegia, lo sport di base dovrebbe ripartire il prossimo 17 giugno, se non dovesse esserci un nuovo aumento dei contagi.