A poche settimane di distanza dal suo ritiro dalla carriera agonistica, il trentaseienne Petter Eliassen ha parlato della sua grande passione per lo sci di fondo in una bella intervista realizzata dal sito ufficiale del Visma Ski Classics.
Il campione norvegese, che in carriera ha ottenuto 13 vittorie e 27 podi nel Visma Ski Classics, partecipando anche a due edizioni dei Mondiali di sci nordico con la nazionale norvegese, ha raccontato di come è cresciuto a pane e sci di fondo. «Lo sci di fondo era molto popolare tra i bambini di Trondheim. Sono cresciuto vicino ad uno sci club e vi sono entrato quando avevo sei anni. Loro organizzavano gli “Ski-Games” fino a quando avevamo dieci anni, con tanto divertimento, senza concentrarsi affatto sulla competizione o il risultato. Penso che lo sport per bambini debba essere prima di tutto gioia e divertimento. In quel periodo, ad un certo punto dell’anno, il mio sci club locale era solito anche organizzare un weekend assieme in montagna, dove potevamo sciare e divertirci. Eravamo soliti sciare tante ore in primavera».
La carriera di Eliassen non è stata sempre ricca di soddisfazioni, soprattutto quando faceva parte della nazionale. «Se potessi tornare indietro a 15 anni fa mi consiglierei di non giudicarmi troppo duramente per i risultati, ma provare a lavorare con una prospettiva a lungo termine. Ci vuole del tempo per diventare un atleta forte». Una frase che dovrebbe presa in considerazione anche qui in Italia, dove a 21 anni se un atleta non entra nel corpo sportivo sembra già essere fuori dai giochi, come se non fosse più concesso maturare con più calma, anziché giocarsi subito tutte le cartucce migliori.
Sul momento più importante della sua carriera, il trentaseienne non ha dubbi: «Il momento più importante è stato quando ho ricevuto la telefonata di Thomas Alsgaard nel 2014. Accettare la sua proposta di entrare a far parte del Team Leaseplan e dello Ski Classics ha cambiato in positivo la mia carriera. Allora pensavo che queste competizioni fossero lunghe e difficili. Mi chiedevo se mi sarebbe piaciuto allenarmi per questo tipo di competizioni e se fossi abbastanza forte per esse. Mi chiedevo anche se avessi voglia di viaggiare tanto e competere quando avevo una famiglia con due bambini piccoli a casa. Ero un po’ stanco di viaggiare tanto con la squadra nazionale ed avere tante malattie che si riflettevano anche sui miei risultati». Allora Eliassen ha dovuto anche allenarsi nello specifico sul double poling: «L’adattamento fu difficile e qualche volta sembrava un po’ estremo avere delle sessioni tanto lunghe in double poling. Ma in quel periodo c’era già maggiore attenzione sul double poling tra gli sciatori, specialmente tra gli sprinter di Coppa del Mondo, che potevano utilizzarlo per tutto il percorso. E alcuni dei migliori atleti long distance allora erano degli ex sprinter di Coppa del Mondo, come John Kristian Dahl e Johan Kjølstad. Li conoscevo bene e mi ero allenato spesso con loro».
Eliassen ritiene che il Visma Ski Classics sia un circuito sempre più attraente: «Penso che il Visma Ski Classics si stia affermando come un prodotto ben gestito ed una comunità che è davvero accogliente per nuovi team ed atleti. Il futuro potrebbe essere luminoso se queste gare dovessero essere ancora trasmesse in tv».
Dopo aver parlato dei suoi idoli giovanili, che erano Bjorn Dæhlie, Vegard Ulvang, Erling Jevne e Thomas Alsgaard, Eliassen ha voluto dare un consiglio a quei giovani che magari vedono proprio in lui un esempio da seguire: «Ogni atleta deve creare il proprio stile e costruirsi sulle proprie forze. Sicuramente è necessario impegnarsi tanto in ciò che si fa».