La sua colpa? Trovarsi al posto giusto nel momento giusto ed aver vinto così la medaglia d’oro nella 50 km mondiale di Oberstdorf. Nella gara che ha chiuso l’evento iridato tedesco, mentre all’esterno Bolshunov e Klæbo si toccavano, con il russo che rompeva un bastone, Iversen era all’interno a tutta cercando di prendersi l’argento. Missione compiuta. Poi è arrivata la squalifica di Klæbo su ricorso della Russia e quell’argento è diventato oro, il primo titolo mondiale individuale nella carriera del forte fondista norvegese.
Una vittoria che lui stesso inizialmente ha cercato di sminuire, anche se col passare dei giorni ed ora a distanza di quasi due mesi, è sempre più chiaro che quel giorno Iversen sarà stato anche fortunato nel finale, ma quel titolo mondiale se lo è meritato. Klæbo ha sbagliato ed è stato giustamente squalificato, Bolshunov è stato anch’egli aggressivo e ci ha rimesso un bastone, mentre Iversen si è preso giustamente l’oro. Un risultato tutt’altro che rubato, anche per la condotta di gara, nella quale era stato un autentico uomo squadra per la Norvegia, marcando stretto Bolshunov per tutti i cinquanta chilometri.
Eppure il caotico finale di gara e le polemiche che ne sono seguite l’hanno ingiustamente coinvolto. Prima la pressione interna, poi soprattutto quelle esterna proveniente dalla Russia. Inspiegabilmente Bolshunov non ha messo l’argento al collo in contestazione con un oro che, secondo il russo, Iversen non avrebbe meritato (voleva squalificassero anche lui? Sulla base di cosa?), poi sono arrivati gli attacchi dei tifosi russi che sui social l’hanno accusato di aver rubato una medaglia (la domanda è sempre la stessa: sulla base di cosa? ndr).
Accuse anche pesanti, come ha raccontarlo lo stesso atleta norvegese in un’intervista a Dagbladet: «Mi scrivono chiamandomi asmatico e pedofilo. Per lo più mi attaccanno sull’asma e mi accusano di inganno. È avvenuto dopo il Mondiale, sì. È stato molto negativo. Molti tifosi russi mi scrivono che Re Harald ha pagato per comprarsi le gare del Mondiale. Sono molto patriottici. Ma tutto è già iniziato con Lahti, quando stupidamente ho detto che eravamo arrabbiati con i russi e qualcuno deve aver tradotto male. Da lì ho ricevuto tanti messaggi. Alla fine però non me la prendo, non gli dò troppa importanza e sorrido. Comunque questi messaggi non mi spaventano, quando iniziano a coinvolgere Erna Solberg e Re Harald, è difficile prenderli troppo sul serio. In effetti, tutto questo mi dà anche energia».
Fondo – Emil Iversen e le tante accuse social che riceve dai tifosi russi
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