Di Eirin Maria Kvandal il responsabile tecnico che si occupa da più di dieci anni del salto con gli sci norvegese femminile Christian Meyer ha detto: «Eirin è sicuramente uno dei più grandi talenti norvegesi del salto con gli sci da Maren Lundby». Frase da ricordare, che affermata da chi ha portato proprio Maren Lundby alla medaglia d’oro olimpica, a due ori Mondiali individuali e ad avere in bacheca tre Coppe del Mondo generali consecutive, suona come un endorsement che si può considerare una garanzia quasi assoluta.
In questa stagione di Coppa del Mondo di salto speciale femminile, insieme all’esplosione dell’austro-olandese Marita Kramer a cui è sfuggita la generale per motivi a lei indipendenti, vi è un’altro nome nuovo che si è affacciato sulla scena internazionale, la diciannovenne norvegese Kvandal, capace di cogliere nella slovena Ljubno la sua prima vittoria in carriera.
Lo scorso 24 Gennaio, nella seconda gara della stagione disputata sul HS 94 sloveno, dopo una prima serie chiusa in seconda posizione, la norvegese fu abile nel respingere l’attacco della beniamina di casa Ema Klinec e di Marita Kramer. Prima vittoria in carriera che Eirin ha conquistato con ventidue viti e due aste metalliche impiantate nella schiena due anni prima, in una delicata operazione chirurgica per raddrizzare una scoliosi congenita che l’aveva colpita durante la sua età da teenager.
La vittoria da lei colta a Ljubno non è il frutto di un estemporaneo exploit di giornata, bensì il completamento di un percorso iniziato parecchi anni fa.
Fu papà Asle ad introdurre la figlia al salto quando lei aveva soli cinque anni e neppure aveva incominciato le scuole elementari. Il padre di Eirin come pure i quattro fratelli avevano praticato questa disciplina in passato. Nella sua gioventù, in parallelo col salto, la bionda ragazza scandinava ha anche praticato calcio e sci alpino ma una volta scelto definivamente lo sport che utilizza i trampolini e che ha nell’adrenalina e nella sensazione di galleggiare in aria la sua principale attrattiva, la sua priorità è sempre stata quella di saltare con gli sci il più lontano possibile.
La saltatrice norvegese proviene dalla pittoresca e verdeggiante cittadina di diecimila abitanti di Møsjoen, posta circa cento chilometri a sud del Circolo Polare Artico nella regione del Nordland norvegese, dal cui porto si apre la spettacolare vista del rinomato Vefsnfjorden.
A Møsjoen gli anni giovanili di Eirin proseguono normalmente ed attivamente dividendosi con ottimo profitto fra la scuola e le competizioni interne norvegesi del salto. Arrivata alla soglia dei quindici anni sua mamma nota che qualcosa in Eirin non va, la schiena della ragazza è storta. Decide così di portare sua figlia dal medico della scuola. «Lì ci è stato detto che questa situazione non era proccupante. L’inclinazione della schiena era solo poco accentuata e che le cose sarebbero andate bene con la sua crescita. Il medico in ogni caso avrebbe monitorato la situazione» ricorda Kvandal alla televisione norvegese TV2.
A quell’età, la saltatrice norvegese deve anche decidere se fare il grande passo e dedicarsi anima e corpo alla specialità che lei ama fin da bambina. Pur se la mamma rimane un pò scettica, Eirin decide di trasferirsi a sud, in quella Trondheim che è sede del Heimdal Videregående skole. Scuola secondaria superiore rinomata in Norvegia per il suo sostegno verso quegli atleti dotati nelle discipline nordiche offrendo al contempo corsi di studio di quattro anni di primissima qualità. Star dello sport norvegese come Johannes Høsflot Klæbo e Johan Andrè Forfang fra gli altri hanno frequentato in passato lo stesso liceo di Heimdal. In quel di Trondheim, tutto sembrerebbe procedere per il meglio per lei sotto il profilo scolastico e sportivo con i medici che continuano a tenere la sua schiena sotto controllo. A dispetto di questo, dopo alcuni mesi di frequentazione nel capolugo del Trondelag, il suo sviluppo non promette nulla di buono. La curvatura della colonna vertebrale è diventata molto grande.
Effettua così un controllo da uno specialista ed esegue una radiografia con la quale le viene diagnosticato un difetto denominato scoliosi congenita, con un’inclinazione laterale nella parte superiore del corpo. Tale inclinazione peggiora quando si cresce ed improvvisamente sarebbe peggiorata significamente in un periodo di tempo abbastanza breve. In questa situazione buona parte delle persone possono continuare normalmente la propria vita, ma per un saltatore la questione è differente. Quando le viene comunicato l’esito, Eirin rimane sotto shock: «Quando ho ricevuto il risultato del consulto, è stato piuttosto pesante per me. Il mio umore è sceso veramente in basso.» Inizialmente le viene prospettato di indossare un corsetto rigido per ben due anni con stop totale di salti ed allenamenti. Dato che questa strada non garantisce poi il pieno e duraturo raddrizzamento, questa opzione non viene nemmeno presa da lei in considerazione.
Eirin vuole solo tornare a saltare il prima possibile.
Le viene allora proposto di effettuare un operazione chirurgica piùttosto complessa ma con sufficienti possibilità di riuscita, dato che l’inclinazione della colonna vertebrale è presente solo nella parte superiore del suo corpo. Il chirurgo che la opera le spiega che in caso di esito positivo dell’operazione, potrebbe tornare ad allenarsi per il salto nel giro di sei mesi circa.
Pur con qualche dubbio da parte della famiglia, la mattina del 3 Dicembre 2018 Kvandal entra in sala operatoria. Ne esce sette ore dopo con due aste di metallo e ventidue viti inserite nella schiena. L’operazione ha successo, i medici le raddrizzano la schiena e le spalle e quando si sveglia è anche quattro centimetri più alta. La ragazza norvegese così ricorda quel giorno: «Quando mi sono svegliata, il chirurgo mi ha chiesto se potevo toccarmi i piedi. Fortunatamente io potevo. Non ero paralizzata.» Il primo mese di riabilitazione è piuttosto pesante per lei, sente spesso dolore sia rimanendo ferma sia camminando a passo d’uomo. Ma la possibilità di tornare presto sulla stanga di partenza la spinge a superare queste iniziali sofferenze.
Piano piano il dolore si affievolisce e può così iniziare leggeri allenamenti che comprendono escursioni, spinning e jogging in piscina indossando un giubbotto, emulando l’allenamento dei fratelli Ingebritsen. Sei mesi dopo l’operazione, i medici le danno il semaforo verde per la ripresa degli allenamenti specifici per il salto con gli sci, ma prima deve ricominciare da zero la fase di potenziamento della sua muscolatura, ferma da oramai troppi mesi.
Nell’ Agosto 2019, Eirin può finalmente salire i gradini che conducono verso il Midtstubakken di Oslo indossando di nuovo la tuta da salto e con gli sci appoggiati sulla sua nuova schiena nella quale sono state inserite viti e aste metalliche: «Il mio primo salto è stato veramente un momento figo. Non è andato molto bene come lunghezza raggiunta ma tornare a volare è stata una sensazione incredibilmente deliziosa.»
Nella stagione 2019/20 Kvandal torna in gara in competizioni ufficiali in Continental Cup dove il suo range si attesta attorno al decimo posto. Questo le basta ad essere selezionata per i Mondiali Junior di Oberwiesenthal. In Sassonia, la nativa di Møsjoen, termina al diciassettesimo posto la gara individuale dall’HS105, al quinto posto nel team event femminile, mentre con il suo prezioso contributo la squadra mista norvegese ottiene una significativa medaglia d’argento superata per soli 1.6 punti dai favoriti austriaci.
Nell’estate del 2020 il capo allenatore Christian Meyer le comunica che è ammessa nella squadra nazionale norvegese di salto speciale. Il suo desiderio si sta finalmente realizzando. La diciannovenne saltatrice fa il suo debutto in Coppa del Mondo a Ramsau a fine dicembre. Un errore nella fase di volo non le permette di accedere alla seconda serie.
Dati i numerosi buchi nel calendario di Coppa del Mondo di salto femminile, la Federazione Norge organizza a metà gennaio i Nazionali Norvegesi. A Trondheim, dal trampolino grande, Eirin sfrutta al meglio le proprie capacità di galleggiare in aria e conquista la medaglia d’oro superando la capitana Maren Lundby che finisce giù dal podio. E’ il preludio a ciò che avverrà la settimana successiva.
Alla sua seconda gara nel massimo circuito Kvandal fa il botto e vince a Ljubno dal trampolino piccolo. La gioia per la ragazza scandinava è immensa e la ripaga dei periodi bui passati nei due anni precedenti, ma lei alla stampa vuole ricordare il motivo che l’ha spinta tanto lontano dopo la rischiosa operazione a cui si era sottoposta: «Se ripenso agli ultimi ventiquattro mesi devo dire che ho passato momenti difficili, ma durante quei mesi ho avuto una visione completamente diversa delle cose e ho scoperto quanto significasse per me il solo fare sport e salto in particolare. Queste sono cose che si danno per scontate, ma quando improvvisamente non ne ho avuta l’opportunità, ho capito che questo è quello che voglio fare veramente.»
Archiviata la prima vittoria in Coppa del Mondo, Kvandal si conferma fra le top jumpers anche nelle tappe successive di Titisee-Neustadt, ed in gara uno ad Hinzenbach dove sale sul gradino più basso del podio. Nella piccola cittadina dell’alta Austria sono però in programma tre gare in tre giorni. In gara tre la classe 2001 norvegese termina quarta dopo la prima serie, ma nella seconda un problema in fase di atterraggio le causa una terribile caduta. Nonostante venga portata fuori dalla zona di atterraggio in barella, in un primo momento Irin non sente troppo dolore, seppure dentro di se percepisce che qualcosa al ginocchio non va bene.
Una volta tornata a Trondheim, purtroppo la risonanza magnetica a cui si sottopone si è rivela la peggiore possibile: rottura del legamento crociato e del menisco come pure del legamento collaterale nel ginocchio destro. Addio sogni di gloria per gli imminenti Campionati del Mondo sia junior che senior nei quali il giovane talento vichingo riponeva grandi sogni di gloria. Stagione purtroppo finita anticipatamente per lei e nuova lunga e complicata operazione.
Dopo un momento di grande sconcerto non appena venuta a conoscenza del referto medico e delle tristi conseguenze che le comporteranno un altro lungo periodo di riabilitazione, Eirin non vuole comunque arrendersi: «Ad Hinzenbach non è stata certamente l’ultima volta che mi hanno visto fare un salto con gli sci!» La nativa di Møsjoen ha ancora maggiori ambizioni rispetto a prima prima, con trofei, medaglie e Coppe del Mondo da conquistare ed un grande sogno: vedere il circuito di Coppa del Mondo femminile gareggiare sul trampolino di volo “Letalnica bratov gorisek” di Planica: «Sarebbe meraviglioso poter portare il circuito femminile nella locaità slovena. So che sarà una lunga strada arrivare li per le ragazze, ma se c’è una cosa che sogno maggiormente è saltare dal trampolino di volo a Planica».
Salto con gli sci – Ventidue viti, due aste metalliche e due operazioni non fermano il sogno di Eirin Maria Kvandal
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