La decisione della FISI di far svolgere a Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani l’intera preparazione con la nazionale russa sta facendo molto discutere all’interno dell’ambiente italiano. Una scelta che non trova tutti d’accordo.
Uno dei primi ad esporsi è stato Silvio Fauner, che ha manifestato la propria contrarietà in una lunga intervista rilasciata oggi al Corriere delle Alpi.
Il protagonista della volata simbolo dello sci di fondo italiano, che regalò all’Italia l’oro nella staffetta delle Olimpiadi di Lillehammer del 1994, oggi responsabile del settore biathlon del Centro Sportivo Carabinieri, è stato piuttosto critico sulle colonne del quotidiano. «Cosa contesto? Tutto. Non c’è motivo che tenga. L’obiettivo di questa decisione è di offrire nuovo impulso alla preparazione in vista delle Olimpiadi di Pechino 2022 ma, per concentrare l’attenzione attorno ad un evento del breve periodo, si è buttato all’aria tutto il lavoro riguardante il lungo periodo. Concedendo i due atleti di punta ad un’altra federazione viene perso lo spirito di gruppo e il senso di famiglia che da sempre rappresenta l’arma vincente dell’Italia».
Su questo aspetto Fauner insiste: «Pellegrino e De Fabiani rappresentano la punta dell’iceberg se guardiamo al movimento dello sci di fondo. Tolti loro, i giovani perderanno gli unici due punti di riferimento. Ricordo perfettamente le mie prime esperienze in nazionale maggiore. Anch’io avevo i miei riferimenti, due per l’esattezza: Maurilio De Zolt e Marco Albarello. Seguirli da vicino in ogni allenamento mi ha fatto da stimolo, permettendomi di guadagnare quell’esperienza per arrivare dove sono arrivato. Io stesso sono stato una guida per altri giovani, come il mio conterraneo Pietro Piller Cottrer. Fa parte del gioco di squadra che ci ha portato a raggiungere risultati insperati. Anche la Francia, dopo Oberstdorf, ha dato il merito della vittoria (del bronzo, ndr) al senso di famiglia dove i grandi guidano i giovani».
Secondo l’ex fondista azzurro questa decisione della FISI porterà delle conseguenze negative che si vedranno soltanto nei prossimi anni: «La decisione avrà conseguenze disastrose sull’intero movimento nel lungo periodo. Per lungo periodo intendo proprio le Olimpiadi che si terranno tra cinque anni a casa nostra. Questi sono i momenti giusti per iniziare a preparare la squadra vincente del domani. Le leve interessanti su cui fondare le speranze ci sono, ma se gli togliamo gli unici due elementi oggi in grado di fare la differenza, a chi si appoggeranno nel percorso di crescita?»
Nella parte conclusiva dell’intervista Fauner ha dato un durissimo giudizio sullo stato di salute dello sci di fondo italiano, criticando nemmeno troppo velatamente i vertici della FISI: «È il momento peggiore di sempre, negli ultimi quattro o cinque anni siamo precipitati fino a toccare il fondo. La scelta di rivolgere altrove le speranze di rivalsa significa sconfessare quel lavoro fin qui svolto da staff e tecnici italiani che sono molto bravi e preparati. Manca qualcos’altro, una visione ad esempio che non riguarda atleti e staff ma chi governa la stanza dei bottoni. E qui mi fermo».