Molte speculazioni, ipotesi fantasiose ed anche alcune invenzioni mediatiche si sono rincorse su Linn Svahn durante e dopo la sua “non partecipazione” alle gare durante il recente Mondiale di sci nordico ad Oberstdorf. In realtà lei ha esordito nella sprint in classico che ha aperto il programma iridato terminando con un opaco sesto posto in semifinale. Ma da quel mesto piazzamento non si è più avuta notizia di Svahn nel Mondiale tedesco. Niente gare distance, niente team sprint e neppure niente ultima frazione nella staffetta trekroner, preconfezionata per lei da tempo dopo il passaggio di Stina Nilsson al biathlon.
Ma che cosa è accaduto veramente alla ventunenne fondista svedese dalla sua ultima presenza in Coppa del Mondo, ad inizio Febbraio in casa ad Ulricehamn, fino ai Mondiali di Oberstdorf?
Durante la stagione, pur non disputando tutte le tappe di Coppa del Mondo, Linn si era confermata come la sprinter da battere con le vittorie in serie di Ruka, la doppietta Val Mustair-Val di Fiemme nel corso del suo primo Tour de Ski e nel consueto homeground svedese di Falun. Oltre a questi quattro successi Svahn aveva palesato anche notevoli miglioramenti nelle distance con le vittorie nelle mass start della Val Mustair e di Falun nella tecnica a lei più congeniale, ovvero l’alternato. Ma nell’ultima tappa di Coppa del Mondo prima dell’evento iridato tedesco, in quel di Ulricehamn, una caduta nei quarti di finale della sprint privava Svahn della quinta vittoria di fila oltre a compromettere buona parte della preparazione che lei intendeva svolgere per arrivare al meglio sulle nevi dell’Algovia.
Il suo allenatore personale Ola Ravald, che la segue da quando alcuni anni fa si è trasferita ad Östersund, ha da poco svelato nei dettagli i motivi di un Campionato del Mondo totalmente al di sotto delle sempre altissime aspettative della sua allieva: «Linn aveva i Mondiali come suo grande obiettivo dell’anno. Ma quando poi senti che il tuo corpo non reagisce come vorresti e non è nella condizione che tu desideravi, ti demoralizzi parecchio. Puoi certamente pensare per ore alle possibili cause di questo suo scarso rendimento in quel periodo, ma sicuramente non è certo la cosa migliore infortunarsi e non potersi allenare nel modo migliore nelle due settimane che precedono un Mondiale. Specialmente con la parte superiore del corpo bloccata, dopo la caduta di Ulricehamn, che l’ha costretta a trascorrere la settimana successiva senza svolgere alcun esercizio con gli sci. Poi ha in seguito svolto un periodo di quattro giorni circa incrementando gradualmente il lavoro. Con Linn abbiamo potuto svolgere una piena preparazione solamente a meno di una settimana dal via dei Mondiali ed il risultato non è stato certamente quello che noi volevamo ad Oberstdorf.»
Ad un certo punto, con le due prove sprint oramai superate, sembrava che la ventunenne potesse almeno competere nella staffetta e nella 30 km conclusiva. Ma in Germania si può dire che sia piovuto sul bagnato per Linn. Infatti un’influenza sopraggiuntale durante la seconda settimana di competizioni ha fatto si che ogni possibile e remoto sogno di gloria si affievolisse ancor prima di potersi realizzare.
La sprinter svedese ha raccontato di quel periodo solo nei giorni scorsi ad alcuni giornali nazionali per mettere a tacere alcune critiche e accuse di non aver spiegato quanto le era accaduto durante la prova iridata: «Le voci sono diventate troppo grandi ad Oberstdorf. Ero partita per i Mondiali con l’ambizione di conquistare medaglie. Quindi sono tornata a casa molto delusa. Sono stati i giorni più difficili della mia carriera sciistica. E’ accaduto tutto insieme. Volevo vincere quattro medaglie ad Oberstdorf, invece ho lasciato la Germania con nulla fra le mie mani. L’atleta che è dentro di me ha vissuto dei momenti infernali, ma come persona ho continuato a sentirmi bene. Mi ritengo fortunata per il supporto avuto all’interno del Team svedese e dai miei amici. Ovviamente sono ancora molto delusa per la non ideale preparazione, ma ora ho tirato una linea su questo e ho ricominciato a guardare avanti».
Il concetto del conquistare tutto oppure niente è anche parte della mentalità ben insita nella testa di Svahn, asserzione che lei esplica nel corso del ben confezionato programma di successo della Tv nazionale svedese “Vinterstjärnar”: «Nel corso della mia vita, per me è sempre stato un pò "tutto oppure niente", non importa se si tratta di una competizione, di un esame o di altre faccende quotidiane, per me non ci sono eccezioni. Mi piace andare sempre all-in. Trasferendolo nella mia professione, quando sono sulla linea di partenza ho sempre fame di successi. Ovviamente vi è sempre un accenno di tensione e nervosismo per fare tutto al meglio come voglio. Non voglio mai accontentarmi in quello che faccio perché altrimenti sarebbe troppo facile pensare che ora questo va bene e non vi sia più nulla su cui lavorare. Anche se ho fatto qualcosa di cui posso essere orgogliosa, vedo sempre cosa potrebbe andare ancora meglio sia durante la preparazione di una singola gara sia durante una stagione.»
Fino a ventiquattro mesi or sono in pochi conoscevano la ventunenne che da tre anni gareggia per l’Östersund SK. Ma la prima vittoria in Coppa del Mondo, a Davos, il globo di cristallo della Coppa del Mondo sprint dello scorso anno, le vittorie in serie, distance comprese, ottenute in questa stagione e la grande delusione dei Mondiali non hanno cambiato il modo di essere e vivere di Linn, che vuole mantenersi umile e restare una ragazza normale dentro e fuori dallo sci di fondo: «Non voglio definirmi una star, non nel modo che a volte pensa certa stampa. Mi piace sentire che dò il massimo sulle piste da sci e che riesco in quello che voglio fare. Per il resto, mi sento una ragazza abbastanza normale che cerca di essere distante da ciò che la stampa ogni tanto vuole creare con la mia figura. Io non scio per essere al centro dell’attenzione, io ho sempre detto che se faccio qualcosa voglio farlo nel migliore dei modi. Questo atteggiamento, che voi definite da vincente nata, probabilmente è sempre stato dentro di me, ma è alimentato anche da ciò in cui sono coinvolta e da coloro che ho intorno a me. Forse questa mia condotta di correre sempre per la vittoria può essere vista all’esterno come presunzione, ma se non avessi avuto questa mentalità non avrei vinto ciò che ho vinto finora. Non voglio tagliarmi le gambe perché miro troppo in basso, io preferisco nei miei pensieri interni mirare in alto e vedere dove esso mi porta. Raccolgo tutte queste esperienze ed imparo dalle volte in cui non riesco. Tra 10-15 anni sarei molto delusa se pensassi solo a gareggare senza pormi degli obiettivi alti.»
Ma per descivere meglio Linn Svahn al di fuori delle competizioni ci aiuta colei che nel corso del riuscito reportage “Idrottens Himmel och Helvete” apparso la scorsa estate sull’emittente nazionale svedese SVT, ha avuto l’onore di sconfiggerla per ben due volte in una simpatica sfida di agilità e forza in un percorso caratterizzato da dei grossi pneumatici, ovvero l’allenatrice di fondo ed opinionista per il canale TV6 Johanna Ojala: «Linn è una persona piuttosto riservata quando non è all’interno del circuito dello sci di fondo. Possiede molta integrità in questo e tutto quello che vuole fare è sciare. Nel resto del suo tempo lei tende a nascondersi dai Media. Linn è una ragazza molto meticolosa, sempre ben preparata. Non a caso abbiamo visto che non avendo potuto allenarsi al meglio prima dei Mondiali di Oberstdorf a causa dell’infortunio, non è andata bene. Lei è molto simile a Stina Nilsson in questo.»
L’ex fondista Johanna, che dopo aver lavorato in passato come team Manager per la squadra junior svedese e con Thomas Alsgaard nel Team Leaseplan del Visma Ski Classic, ha accumulato diverse stagioni come opinionista televisiva per lo sci di fondo, ci racconta anche le caratteristiche tecniche della nativa di Lycksele: «Tecnicamente parlando, Svahn è caratterizzata da una parte superiore del corpo, l’insieme schiena-addominali-fianchi e glutei, incredibilmente forti, che rende la sua scivolata in classico quasi naturale, come se spingesse senza fare sforzo, specialmente nei suoi giorni migliori. Un buon esempio di questo lo si è visto bene nella 10km mass start della Val Mustair e anche a Falun nello scorso inverno. La sua posizione sugli sci è tecnicamente semplicemente impeccabile. Il suo valore nelle sprint lo conosciamo tutti oramai molto bene, mentre nelle distance al momento è più forte nell’alternato. Linn è molto desiderosa di allenarsi, sempre e duramente. Ola Ravald, il suo personal coach nel quale lei ripone molta fiducia, la sta guidando bene, cosa per cui entrambi si dichiarano molto felici dati i positivi risultati da lei conseguiti negli ultimi due anni.»
Svahn, a dispetto della sua appartenenza all’Östersund Ski Club, non proviene dalla città capoluogo dello Jämtland, nota a livello internazionale come sede pressochè fissa della tappa iniziale della Coppa del Mondo di biathlon, sebbene alcuni suoi avi da parte paterna abbiano messo li radici nel secolo scorso.
Linn Maria Svahn è nata il 9 Dicembre del 1999, trecentocinquanta chilometri più a nord di Östersund, nella luminosa e rilassante città di circa diecimila abitanti di Lycksele, in pieno Västerbotten svedese, collocata lungo l’incantevole Blu Road che da Umeå oltrepassa Tärnaby e raggiunge il fiordo norvegese di Mo I Rana. A Lycksele la famiglia Svahn ha vissuto fino al 2016 per poi trasferirsi nel centro principale dello Jämtland, anche se Linn per un paio d’anni ha continuato poi a gareggiare per il suo vecchio ski club del IFK Umeå.
Famiglia Svahn composta da papà Lennart, mamma Maria, il fratellino Leo di quattro anni più giovane e dalla sorella minore Alva -classe 2005- che al momento si dividono entrambi con buoni risultati fra sci di fondo e calcio. Cinque anni fa ai genitori, entrambi insegnanti, è capitata un’ interessante offerta di lavoro nello Jämtland Gymnasium Wargentin, in pieno centro ad Östersund. Papà Lennart, che insegna scienze naturali, e mamma Maria, che insegna filosofia e religione, non hanno esitato e hanno spostato la famiglia a sud. Linn per un anno ha voluto rimanere in quel di Lycksele per continuare il locale liceo, per poi riaggregarsi alla famiglia in seguito.
A livello junior, la bionda sprinter vanta parecchi titoli nazionali di categoria. Famosi rimangono i duelli che aveva instaurato con la coetanea e astro nascente del fondo Frida Karlsson sia nelle sprint ma anche difendendosi profiquamente nelle distance. Assieme a Frida, Louise Lindström e Tilde Bångman, Svahn da ultima frazionista ha portato il quartetto trekronor al terzo posto nei Mondiali Junior di Lahti 2019. Bronzo che rimane il suo unico alloro a livello internazionale ottenuto finora.
Il 16 Marzo successivo ha debuttato a Falun in Coppa del Mondo nella sprint a skating. Prima esibizione e subito primi punti per lei con il ventunesimo posto nella gara vinta dalla connazionale Stina Nilsson. Il resto è storia recente con la sua esplosione nel Dicembre 2019 e lo status di numero uno mondiale della sprint una volta che si è compiuto il passaggio alla categoria senior.
Ora, archiviata la delusione dei Campionati del Mondo e l’impegno di Kalix coi Nazionali svedesi, si apre un periodo di vacanza e riposo per la nativa di Lycksele. Ma per una ragazza ipercompetitiva come Linn la mente è già rivolta ai prossimi progetti: «Per il momento ho degli obiettivi abbastanza chiari davanti a me, che sono finalizzati alle sprint. Mi piace lavorare per raggiungerli davvero. Ma se guardo i prossimi tre anni della mia carriera, non voglio sentire: “ora ho fatto tutto quello che volevo fare e posso smettere.” Io so che poi avrò voglia di fissare nuovi obiettivi che potrebbero essere diversi da quelli che ho davanti a me adesso. Non voglio rimanere ferma a bocca aperta per troppo tempo, così perdo la concentrazione su quello che voglio fare. Essere giovani ed essere in grado di lavorare duramente per un traguardo specifico, un campionato o una gara alla volta è fantastico. Mi dà energia ed entusiasmo per sentirmi soddisfatta. O non soddisfatta a seconda del risultato. La sprint può avere dei connotati negativi, secondo taluni non dà una nota distintiva completa ad un fondista. Questo dovrebbe essere dato da format classici come una 30km o una distance, allora tu sei uno sciatore completo. Ma io so che la sprint è anche ugualmente emozionante.»
Quindi sogni la Coppa del Mondo negli anni a venire?
«Non so se l’ho sognata. Diciamo che l’ho pianificata. Con il lavoro e migliorando giorno dopo giorno è ciò che farò per arrivarci. Non so quando posso arrivarci ma questo è ciò che io voglio e sto lavorando per questo.»
Särskilt tack till den fantastiska och super trevliga Johanna Ojala för det dyrbara samarbetet. Du är bäst.