Sempre molto sincero e mai banale, Sergey Ustiugov ha rilasciato un’intervista molto interessante al sito russo “Skisport.ru” nella quale ha toccato molti argomenti.
Ad esempio, Ustiugov non ha cercato scusanti, come troppi stanno facendo nel suo paese, quando gli è stato chiesto come mai la Norvegia stia ottenendo così tanti successi. «Che razza di paese siamo se abbiamo meno piste rispetto alla Norvegia, nonostante la nostra nazione sia molte volte più grande? Abbiamo anche meno laboratori nei quali gli atleti possono effettuare test. Lo stesso tapis roulant che gli sciatori usano per i test. Grazie a Bolshunov se ne sta parlando. Io ho fatto dei test funzionali sui tapis roulant alcune volte ed è molto utile. Sarebbe bello se venisse installato anche a Khaty-Mansiysk o Tyumen. I norvegesi hanno circa 300 km di piste, hanno una app che mostra loro le piste che sono state battute. Quando ci arriveremo anche noi? Quando lo faremo, non avremo un Alexander Bolshunov, ma ben dieci. In quel momento potremo mettere in ombra la Norvegia, come fanno ora loro con tutti gli altri paesi».
Il fondista russo ha quindi parlato delle critiche espresse da Elena Välbe nei confronti del gruppo allenato da Cramer, del quale fa parte anche Ustiugov, in occasione del Mondiale di Oberstdorf. «Siamo onesti ora: a parte Bolshunov c’è qualche altro russo che ha vinto medaglie individuali? No. Comunque lei è la leader, quindi saprà meglio di noi. So solo che il mio obiettivo principale è il risultato».
Ustiugov ha quindi parlato della sua reazione alla critiche che ha spesso ricevuto nel corso della sua carriera, non solo dai dirigenti russi ma anche da giornalisti. «Ho iniziato a non dare importanza alle critiche, anche perché ne ricevo tante. Poi ho un allenatore che mi prepara, quindi seguo solo quello che dice lui ed ascolto le sue critiche. I giornalisti poi mi confondono ancora con il biatleta Evgeny Ustyugov, che si è ritirato nel 2014. Se ascoltassi tutti e facessi attenzione a tutto non avrei abbastanza pazienza. Ci sono anche i tifosi da divano che si preoccupano per te o i leoni da tastiera che scrivono su di me».
Il russo è poi tornato sul Mondiale e la decisione di lasciare Oberstdorf: «Abbiamo disputato una team sprint d’allenamento e mi hanno detto che sarei stato una riserva, perché zoppicavo, la gamba mi dava fastidio. Dopo lo skiathlon, Cramer è venuto da me a dirmi che Välbe voleva che corressi la gara. Ed io ho risposto che non avrei voluto farlo perché la gamba avrebbe anche potuto non andare normalmente. Lei ha insistito dicendo che non si rifiuta mai una staffetta, ma io ho detto che in linea di principio non avrei potuto gareggiare, sarei stato l’anello debole. Mi ha detto di parlare anche con Borodavko e pure a lui ho ribadito che non potevo gareggiare, perché avremmo anche potuto non finire la gara. Quindi è stato scritto ovunque che ho rifiutato la staffetta citando Välbe. Certo avrei anche potuto iniziare, ma non si sa cosa sarebbe accaduto dopo, come avrei recuperato, perché la mia gamba faceva tanto male».