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Sci di fondo

Fondo – Coppa del Mondo, i premi in denaro della FIS: sorridono Bolshunov e Diggins

Terminata la stagione, il sito norvegese VG ha svelato quanto hanno vinto i fondisti in termini di premi in denaro messi a disposizione dalla FIS per i risultati ottenuti. Come si poteva immaginare, i due che hanno guadagnato di più sono Bolshunov e Diggins. Al contrario, i campioni norvegesi, ovviamente, hanno perso tanti potenziali soldi a causa dell’assenza della squadra per tutto il periodo di dicembre e gennaio. Vederli comunque nelle prime posizioni, rende bene l’idea dei fuoriclasse che sono.

Il più "ricco" è ovviamente Alexander Bolshunov, che ha guadagnato poco meno di 200.000 euro. Alle sue spalle Jessie Diggins, che secondo i calcoli di VG avrebbe ottenuto 142.000 euro in premi. Non possono lamentarsi nemmeno Yulia Stupak ed Ebba Andersson, che con la statunitense hanno condiviso il podio del Tour de Ski. Alla russa sono andati circa 100.600 euro e alla svedese 82.070. Nelle posizioni di vertice anche Johannes Klæbo e Therese Johaug, nonostante la loro lunga assenza dalla Coppa del Mondo. Il primo ha vinto 68.540 euro, la seconda 56.576 euro. Chissà cosa avrebbero però guadagnato se avessero disputato l’intera stagione.

Buone somme sono state conquistate anche da Rosie Brennan e Linn Svahn, con 56.000 e 55.200 euro. Quindi in classifica ci sono Yakimushkin, Manificat e l’azzurro Federico Pellegrino che secondo il calcolo di VG avrebbe vinto circa 48.800 euro. Si nota come nelle posizioni più alte siano presenti più donne rispetto agli uomini. Evidentemente ciò è dovuto al maggior equilibrio che regna nello sci di fondo maschile, dove il numero di atleti in grado di chiudere nelle posizioni di vertice varia maggiormente rispetto a quello femminile, dove c’è probabilmente un maggior divario tra alcune atlete e le altre.

Ad incidere tantissimo ovviamente è stato il Tour de Ski, se si considera che soltanto quello ha fruttato alle casse dei due vincitori, Bolshunov e Diggins, circa 65.000 euro. Cifre che possono sembrare alte, ma che ovviamente, se si considera la fatica e l’impegno costante degli atleti negli allenamenti, sono molto più basse rispetto a quelle di altri sport.

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