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Salto con gli sci – Marita Kramer, “l’olandese volante” con lo sguardo sempre rivolto a superare le avversità

Le due medaglie che Marita Kramer ha conquistato ormai due settimane fa ai Campionati Mondiali di sci nordico ad Oberstdorf sono, se possiamo usare un termine caro alla sua disciplina, la giusta compensazione ed una sorta di risarcimento per le tante avversità che la giovane saltatrice ha dovuto subire, ma che ha sempre superato con coraggio nel corso dei suoi diciannove anni vissuti fra la nativa terra della Gheldria neerlandese, ed il salisburghese austriaco tanto caro alla sua mai dimenticata mamma Anneke. La sua è una storia di resilienza, di orgoglio e di guardare sempre avanti di fronte a qualunque episodio negativo che le si è presentato di fronte, vuoi che sia nella sua vita o nel salto con gli sci.
La famiglia di Marita Kramer balza all’attenzione generale nei nativi Paesi Bassi già nel lontano 2008, quando lei aveva soli sei anni e frequentava già con buon profitto le scuole elementari nella nativa Apeldoorn, con la partecipazione al programma televisivo della TV Olandese “Ik Vertkrek”, ( Io partirò). Lo scopo del reality era di consentire la realizzazione di un sogno particolare ed incominciare una nuova vita al di fuori dei Paesi Bassi. Il desiderio della famiglia Kramer era quello di trasferirsi in Austria ed aprire un hotel ristorante. L’episodio con la famiglia Kramer rimare tuttora uno dei più visti nella storia della Tv neerlandese dato il coivolgimento emotivo ed il grande interesse che loro seppero creare in questo format Tv.
Sogno di trasferirsi in Austria nato l’estate precedente, quando in vacanza a Maria Alm am Steinernen Meer, piccola ma incontevole località del salisburghese poco distante da Hochfilzen, tutta la famiglia rimase affascinata dal paradisiaco paesaggio che il borgo austriaco da sempre riesce ad offrire ai suoi turisti. Famiglia Kramer che comprendeva papà Ronald, mamma Anneke, i due fratelli maggiori di Marita, Thomas e Tim e la sorellina minore di due anni Femke.
L’episodio che colpì maggiormente i telespettatori del programma fu la vitalità e l’attaccamento vicendevole che la famiglia aveva acquisito dopo che mamma Anneke guarì da un cancro al seno l’anno precedente. Realizzato il sogno di trasferirsi a Maria Alm, i sei si impegnarono duramente con la ristrutturazione e la successiva apertura del loro Hotel Sonnenlicht (Raggio di sole). “Sara” (che è anche il suo soprannome) Marita ricorda cosi quel suo primo periodo austriaco: «Non parlavamo ancora la lingua, è stato abbastanza difficile vivere in un ambiente nuovo, ma allo stesso tempo parecchio emozionante nei primi tempi. Ma da bambina è probabilmente più veloce l’apprendimento e frequentare la scuola ha facilitato le cose. In sei mesi tutti noi ragazzi parlavamo fluentemente il tedesco.»
Dopo un primo periodo di assestamento nel nuovo ambiente montano, durante il loro secondo anno austriaco, arrivò una prima pesante mazzata per la famiglia Kramer, mamma Anneke ebbe una ricaduta dalla sua malattia e mori nel Novembre 2009.
Una tale stangata avrebbe demoralizzato e disilluso chiunque e costretto l’intera famiglia a tornare indietro nella nativa Apeldoorn, ma questo non è quello che Anneke, forse la più innamorata dei sei della località salisburghese, avrebbe voluto che la sua famiglia facesse. «E’ stato un momento molto difficile, ma come famiglia siamo stati tutti molto forti. Ci siamo rialzati tutti assieme. Ben presto siamo tornati a scuola e papà si è occupato dell’hotel e questo è stato buono. Puoi rimanere triste tutta la vita, ma non funziona. Devi andare avanti con la tua esistenza ad un certo punto. A volte è difficile, ma sono sicura che mamma ci guarda sulla sua nuvola e ci ricorda queste sue frasi. E che lei è molto orgogliosa di noi» racconta ora la diciannovennne saltatrice.
Superato questo primo brutto colpo, piano piano le cose per la famiglia Kramer incominciarono a girare per il meglio con i figli ben integrati a scuola e con l’hotel oramai pronto che vedeva i pernottamenti che aumentavano costantemente di mese in mese. Il nome Sonnenlicht è un tributo alla mamma che vedeva sempre le cose positive dal lato del sole.
Il primo contatto col salto con gli sci per Marita fu alquanto casuale. Una mattina, tramite la scuola ed il vicino Saalfelden Ski Club venne organizzata una prova dimostrativa sui trampolini HS10 e fin da subito fra lei e la disciplina fu amore a prima vista. Molto velocemente si dimostrò molto abile nel saltare dai piccoli trampolini per bambini fino agli HS40, 60 e 90 senza denotare nessuna soggezione e mostrando un notevole talento naturale. Terminate le elementari, l’allora ancora neerlandese, si iscrisse alla “skihauptshule" di Saalfelden, ciò significava andare a scuola la mattina ed allenarsi per il salto con gli sci il pomeriggio, sempre comunque dando una mano a papà Ronald nella gestione dell’hotel di famiglia.
Così la “flying dutchwoman” descrive quella che per lei è una sensazione unica di lanciarsi dalla stanga di partenza: «E’ un pò come volare. Per me è anche un senso ultimo di libertà, quando lasci la stanga di partenza e inizi a sfrecciare verso il basso, non si torna indietro. Devi gustarlo fino alla fine, e quando tu lasci il dente del trampolino sai immediatamente se è un bel salto. E’ come volare, dà un gran senso di libertà. E’ davvero figo, si ottiene un’enorme scarica di adrenalina.» In breve per “Sara” arrivarono i primi successi in Alpen Cup, a cui abbinò anche buone ma saltuarie prestazioni in Combinata Nordica, seguite da vittorie in Fis Cup, Continental Cup, la selezione per i Mondiali Junior di Goms ed il debutto in Coppa del Mondo avvenuto nella vicina Hinterzarten il 3 Febbraio 2017, dove al primo tentativo fu abile nel conquistare i primi due punti di Coppa fra le grandi della disciplina.
Già negli anni precedenti lo ski club di Saalfelden e la ÖSV (Federazione austriaca) avevano notato il suo talento e per lei fu piuttosto semplice scegliere di saltare sotto la bandiera austriaca pur rimanendo dentro di se sempre olandese.
Il casco rigorosamente color orange, che lei da sempre sfoggia in gara è il suo personale omaggio verso la nazione che le ha dato i natali.
Terminata la “skihauptschule”, Marita decise di continuare professionalmente col salto con gli sci frequentando il famoso Liceo dello sport di Stams. Papà Ronald non ebbe nulla contro questa decisione della sua primogenita: «Se tua figlia vuole davvero qualcosa, devi sostenerla. E’ ciò che noi in famiglia abbiamo fatto consci della sua convinzione di realizzarsi ai massimi livelli nel massimo circuito. Io non la definisco talento del secolo, sembra semplice il gesto del salto con gli sci, ma dietro vi è un duro lavoro. Lei dà sempre più del cento per cento, si pone degli obiettivi, che poi persegue duramente. Ma non è mai stata testarda. Il successo le piace molto.»
Nel Febbraio 2019 la bionda saltatrice conquistò la prima medaglia a livello internazionale col bronzo ottenuto nella prova a squadre dei Mondiali Junior di Lahti. La stagione successiva dimostrò da subito di avere un gran feeling coi trampolini grandi. Nell’ouverture di Lillehammer, ottenne le prime due top 10 in Coppa del Mondo dal Lysgårdsbakken Hs 140 norvegese. Nel gennaio 2020 sempre dal trampolino grande di Sapporo arrivò la sua prima vittoria in Coppa del Mondo a soli diciotto anni. I successivi Mondiali Junior di Oberwiesenthal posero “Sara” Marita Kramer all’attenzione generale del salto speciale. Sul Hs 106 della località sassone, l’austro-olandese fece tripletta. Per lei tre medaglie d’oro nella prova individuale, nella competizione a squadre e nella mista.
La sua carriera internazionale sembrava proiettata ai vertici senza più fermarsi.
Ma rientrata in Austria, lo scoppio della pandemia a livello globale non solo cancellò il finale di stagione agonistica di Kramer, ma il successivo lungo lockdown imposto dal governo austriaco colpì duramente le finanze dell’Hotel Sonnenlicht. A dispetto di ciò, i cinque lavorarono comunque duramente per mantenere l’hotel in funzione. Anche Marita, nei periodi sportivamente parlando tranquilli, la si poteva trovare parecchio impegnata mentre puliva od organizzava le camere per gli ospiti. Anche in quel frangente lei e la sua famiglia applicarono gli insegnamenti della madre: «Il futuro è davanti a noi, devi andare sempre avanti Marita, non puoi rimanere triste per sempre, la vita deve continuare.»
Si è così arrivati alla stagione attuale. Nonostante la sua preparazione sia stata un po’ inficiata dalle particolari restrizioni legate al Covid19 e dalle settimane che lei ha dovuto svolgere per il Ministero della Difesa austriaco, che contribuisce in parte al reddito che lei riceve, con lunghi turni di guardia dalle sei del mattino fino a mezzanotte e marce con stivaloni e pistola, la nuova stagione 2020-21 è cominciata per lei bene, agevolata anche dall’involontario inizio tardivo delle gare di Coppa del Mondo.
Data la difficoltosa preparazione estiva, la prima parte di stagione va oltre le sue previsioni. Con tre vittorie nelle prime quattro gare la nativa del paese dei tulipani si guadagna da subito la testa della generale. Nella quarta tappa di Hinzenbach, l’austriaca conquista due quarti posti ma viene squalificata in gara 2 per tuta irregolare. Ciò nonostante rimane in possesso del pettorale giallo.
Dieci giorni dopo un test covid rivelatosi poi non veritiero, non le consente di gareggiare a Rasnov e mette pure in forse la sua partecipazione ai Mondiali di Oberstdorf. Marita scoppia in lacrime, e’ letteralmente in frantumi, i giorni trascorsi a Rasnov in attesa dell’esito di nuovi test sono per lei strazianti. Sul suo canale social si sfoga non comprendendo il perchè di tale surreale situazione: «E’ difficile e duro da comprendere. Il falso Covid test risultato positivo ha fatto si che non potessi gareggiare a Rasnov. Non l’ho capito, mi sentivo bene, non avevo sintomi. Successivi test hanno rivelato il contrario. E’ molto duro perdere il pettorale giallo di leader in questo modo. Purtroppo ciò fa parte di questa stagione pazzesca.»
In Romania, Kramer ha praticamente gettato via i suoi sogni di conquistare la sua prima sfera di cristallo, suo malgrado. Ma la resilienza insita nel Dna della famiglia Kramer le indicano di nuovo la strada maestra: «Devi andare avanti Marita, non puoi rimanere triste per sempre, il futuro è davanti a te.»
Ed il futuro per la diciannovenne di Apeldoorn sono i suoi primi Mondiali senior in terra bavarese. Nella prima serie della sua prima gara dal trampolino piccolo Marita imprime il suo nome sul libro dei record dello Schattenbergschanze atterrando tre metri oltre l’HS. Questo fenomenale balzo da lei salvato per millimetri dall’essere giudicato salto caduto, le valgono il primo posto dopo metà gara. Nella seconda serie forse per la tensione o per il non totalmente giustificato abbassamento di stanga imposto dalla giuria, Kramer atterra a soli, per lei, 98 metri. Misura che abbinata ad un telemark titubante, le valgono il quarto punteggio nella seconda serie.
Per un solo punto ed un decimo il sogno medaglia iridata le svanisce in un attimo. Il suo volto abbattuto nell’apprendere dal tabellone che le rivali Klinec, Lundby e Takanashi erano davanti a lei rimane lo specchio di ciò che Marita sentiva dentro. La protesta inoltrata dalla Federazione austriaca per l’immotivato abbassamento del gate viene subito rimandata al mittente, ma Marita una volta smaltite le lacrime e il grande disappunto del momento si assume la piena responsabilità del deludente secondo salto dal trampolino piccolo: «Il secondo salto è stato uno dei miei peggiori, lo stacco era in ritardo e anche l’atterraggio era brutto. L’attesa non mi ha influenzato, queste sono cose che accadono in ogni competizione e non mi ha davvero fatto uscire dalla mia concentrazione. Meritavo il quarto posto.»
Questa volta non vi era il tempo per rimanere triste, il futuro era il giorno dopo e l’andare avanti e la prossima avversità da superare era la gara a squadra. Nel team event Kramer trascina la nazionale femminile rot-wiess-rot alla sua prima medaglia d’oro, in questo format mondiale introdotto due anni prima, facendo registrare il miglior punteggio in entrambe le proprie serie di salti.
La tenacia della ragazzina olandese ha pagato. La sua voglia di superare ogni avversità l’ha portata a conquistare il primo oro a livello senior della sua giovane carriera. Medaglia iridata a cui segue due giorni dopo il bronzo conquistato nel Team event misto.
Tecnicamente lo stile della salisburghese d’adozione non è uno dei più potenti nel circuito femminile, ma la sua grande velocità all’uscita dal dente nel raggiungere la posizione orizzontale, l’innata capacità di galleggiare in volo, unita ad una postura aerodinamica di volo che ha pochissimi eguali nel circuito femminile la pongono in posizione d’avanguardia nel panorama mondiale e permettono alla saltatrice austriaca di raggiungere spessissime volte misure sempre vicine od oltre l’HS cosi da rendere più problematico il suo telemark. Landing sul quale dovrà però lavorare in futuro.
Nel quarto format iridato riconosciuto ad Oberstdorf alle saltatrici, la prova dall’amato trampolino grande, Marita si ripete vincendo agevolmente la qualificazione. Il giorno successivo però qualcosa non funziona a dovere, le sensazioni perfette del giorno prima lasciano il posto a due salti senza la necessaria velocità di uscita dente e con due telemark certamente non da ricordare negli annali del salto, le fanno terminare la prova dall’HS137 al quarto posto. Sicuramente non la posizione che lei si era ben prefissata solo ventiquattro ore prima.
Questo il suo scarno e laconico commento della sua ingloriosa giornata rilasciato al portavoce dell’ÖSV: «Mi sento un po ‘vuota con questo risultato. Vedi la linea dell’HS mentre effettui il salto ma poi senti che il tuo progetto di raggiungerla non funziona più. Il quarto posto è piuttosto duro, ma devo andare avanti. Alla fine sono ancora soddisfatta, abbiamo anche fatto medaglie qui ad Oberstdorf, ma oggi ho lasciato molte cose alle spalle. Ora mi voglio concentrare solo sulle prossime competizioni.»
Una medaglia d’oro ed un bronzo rimane il bottino finale per la giovane saltatrice austriaca che compirà vent’anni il prossimo 25 Ottobre.
Kramer e’ comunque molto grata per l’opportunità datale dalla Federazione austriaca di usufrire di logistica, materiali, tecnici e trampolini di alto livello da quando ha iniziato professionalmente col salto, ma dentro di sé si sente olandese in tutte le sue fibre: «Quando gareggio, vinco anche un pò per i Paesi Bassi, è fantastico poter promuovere questo sport nel mio paese natale. Ricevo spesso messaggi di supporto dai miei amici di Apeldoorn o da visitatori neerlandesi che vengono a soggiornare nel nostro hotel.» Anche papà Ronald si accoda alla figlia nel ringraziare la nazione che ha adottato la sua famiglia nel 2008: «Siamo tutti molto grati alla nazione ed alle persone che ci hanno accolto a Maria Alm. Oramai è la nostra patria, coi risultati di Marita e Femke le stiamo dando indietro l’opportunità che ci hanno concesso. Se Marita fosse rimasta olandese non sarebbe certo a questi livelli nel salto speciale. Forse se fosse una pattinatrice di velocità la situazione sarebbe un pò diversa con la Federazione degli sport invernali dei Paesi Bassi.»
Come detto dal capofamiglia, Marita non è l’unica sportiva di casa a gareggiare per l’Austria. Anche la figlia minore Femke, di due anni più giovane, gareggia con buone prospettive nel biathlon sotto bandiera biancorossa. Femke lo scorso anno ottenne un brillante ottavo posto nell’individuale delle Olimpiadi giovanili di Losanna.
Terminati i Mondiali, lo sguardo di ”Sara” Marita si rivolge già alle Olimpiadi del prossimo anno, nelle quali lei vuole fare tutto il possibile per centrare il podio suoi nuovi trampolini cinesi di Zhangjiakou, ma prima vuole chiudere bene la stagione con le ultime gare del Blue bird russo.
Stagione che per le donne si è rivelata molto travagliata nell’avere location disposte ad investire sul circuito rosa del salto con gli sci. La neerlandese d’origine sulla questione e’ molto delusa e non risparmia critiche alla Fis su come il circuito femminile viene gestito: «Per gli uomini tutte le gare sono state garantite secondo il programma. A noi donne i primi due mesi di competizioni sono stati quasi completamente cancellati. A quanto pare i maschi sono più importanti e interessanti. C’è ancora tanta differenza nell’attenzione dei media verso di noi ragazze e nei premi in denaro. Noi ci alleniamo altrettanto duramente. Gli organizzatori annullano le nostre competizioni come nulla fosse, mentre per gli uomini vengono organizzati voli privati in modo che il loro circuito non abbia interruzioni. Tutto questo fa davvero schifo.»
Other sources: De Volkskrant, ÖSV, Trouw, Der Standard

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