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Sci di fondo

Fondo – Conosciamo Harald Østberg Amundsen, il talento rubato al calcio: “Era il mio sogno”

Forse domani sera si troverà a discutere di calcio insieme ad Erik Myhr Nossum, grande tifoso del Milan, vista la sfida contro il suo Manchester United in Europa League. Harald Østberg Amundsen è infatti un grande appassionato di calcio, come ci ha raccontato quando lo abbiamo incontrato la scorsa settimana ad Oberstdorf.

Il giovane norvegese, classe 1998, si è presentato al Mondiale nel miglior modo possibile, vincendo la medaglia di bronzo alla sua prima ed unica gara, la 15 km in tecnica libera. Un risultato splendido e sorprendente, che ha certificato la superiorità norvegese, con un podio formato da Holund, Krüger e proprio Amundsen, capace di mettersi alle spalle Bolshunov nonostante una caduta nel finale. Ripensando a quella gara il giovane è sorpreso: «È incredibile, non mi sarei mai aspettato qualcosa del genere. Ero convinto che se tutto fosse andato bene, avrei al massimo raccolto una top six. Essere terzo è fantastico».

Nella 15 km Amundsen ha anche chiuso davanti a Sundby, quel giorno capace di piazzarsi settimo nonostante tutte le difficoltà fisiche avute nel corso della stagione. «È stato bellissimo gareggiare con lui in un Mondiale. Ho guardato tante volte Sundby in passato, tifato per lui in tv. Ultimamente ho visto anche il suo documentario ed è fantastico, lo consiglio. Anche in questo Mondiale ha fatto una grande prestazione, dopo essere stato costretto a lottare tanto quest’anno a causa dei problemi fisici».

Amundsen ci ha poi sorriso quando gli abbiamo chiesto qual è il suo obiettivo futuro. «Mi piacerebbe diventare il migliore – poi si ferma, ci ragiona e continua – cioè almeno esserlo in alcune occasioni. Mi piacerebbe vincere questa distance in futuro ai Mondiali».

Quindi ci ha raccontato un po’ la sua storia, svelandoci questa grande passione per il calcio e quel sogno di diventare un giorno un calciatore, magari come Solskjaer, che con la maglia del suo Manchester United segnò un gol in finale di Champions League, quando Amundsen non aveva nemmeno compiuto un anno. Ovviamente durante il percorso, il giovane fondista norvegese ha poi preso un’altra strada. «Io e la mia sorella gemella (Hedda, che sarà in gara ad Engadin, ndr) siamo entrambi fondisti, ma il mio primo sport non è stato lo sci di fondo. Fin da bambino ho giocato a calcio ed era il mio grande sogno. Il fondo ho iniziato a praticarlo soltanto quando avevo otto o nove anni. Ma in quel periodo non ho abbandonato il calcio, ho portato avanti le due attività parallelamente, anche perché in Norvegia il campionato si gioca nei mesi estivi. Così in inverno disputavo le competizioni di sci di fondo ed in estate giocavo a calcio. Poi a diciassette anni mi sono reso conto di essere più competitivo negli sport di resistenza, ho lasciato il calcio e ho deciso di concentrarmi completamente sullo sci di fondo. Ho disputato le prime competizioni internazionali, ho vinto medaglie ai Mondiali Juniores ed Under 23, dove erano presenti molti atleti competitivi, tra i quali anche diversi italiani. Ed oggi eccomi qui sul podio dei Mondiali».

Oggi Amundsen regala medaglia all’Asker Skiklubb, dopo aver vestito anche la maglia della squadra di calcio locale, giocando in seconda divisione, senza sfondare come avrebbe sognato. Non diventerà mai Håland o Solskjær, ma con questo passo, che in estate mette in evidenza anche nelle gare di cross, è pronto a regalare tante gioie alla sua Norvegia nello sport nazionale, lo sci di fondo.

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