È un Alessandro Pittin molto deluso quello che abbiamo trovato in mixed zone dopo la staffetta maschile del Mondiale di Oberstdorf. Il friulano delle Fiamme Gialle non è dispiaciuto soltanto per il risultato in sé, dal momento che l’Italia non aveva aspettative altissime alla vigilia, ma per le difficoltà avute al trampolino che si stanno sommando ad una condizione nel fondo che non gli permette di soddisfare le sue aspettative. Ecco quanto affermato da Alessandro Pittin a Fondo Italia al termine della gara odierna.
Ciao Alessandro. Quali sono le tue impressioni sulla staffetta di oggi?
«Come squadra volevamo fare il meglio possibile, ma forse si poteva ottenere qualcosa di più. Per quanto riguarda la mia prestazione, purtroppo non sto riuscendo a fare un salto giusto e nel frattempo continuo a faticare nel fondo. Quindi non va».
Le difficoltà nel fondo potrebbero essere legate alle condizioni della neve oppure al covid che ti ha fermato alla vigilia della partenza della Coppa del Mondo?
«No, non cerco alcuna scusa di questo tipo. Il covid ormai credo non c’entri nulla, sono passati già alcuni mesi. Così come non è un problema legato alla neve. Purtroppo è la mia condizione a non essere buona, continuo a fare fatica muscolarmente e non riesco ad esprimermi come vorrei».
La prossima settimana si passerà sul large hill. Quali sono le tue aspettative in vista delle prossime due gare?
«Mi aspetto di cambiare registro, almeno sul trampolino. Nel fondo può migliorare un po’ la condizione rispetto ad oggi, in quanto una 5 km non è la mia gara, soprattutto se devo farla in rimonta tirando dall’inizio alla fine e nelle mie attuali condizioni di forma. Quando è così, una gara corta fatta a tutta la sento di più. Devo fare la differenza sul trampolino. Passando al trampolino grande, spero di riuscire ad avere sensazioni migliori perché così non me la sento nemmeno di entrare in gara nella team sprint, in quanto ho visto sia Samuel che Aaron più in condizione di me in queste prime due gare. Per ora la gara se la stanno meritando loro, non io».
Stai dicendo che la Gundersen dal large hill sarà anche una sorta di esame in vista della team sprint?
«Non è tanto una qualifica interna alla squadra, ma prima di tutto nella mia testa. Personalmente, al momento non mi reputo pronto per la team sprint. Chiaramente non contano solo i risultati, ma anche la condizione e le sensazioni. Nelle prime due gare non ho dimostrano nulla. Vediamo la prossima settimana».
La prossima settimana dovrebbero anche cambiare le condizioni.
«Ma come ho già detto, non è la neve a condizionare la mia prestazione. Non abbiamo nemmeno avuto condizioni realmente difficili, in quanto hanno sempre salato. Anzi, forse per me sarebbe stato anche meglio se non l’avessero fatto. Il problema è la mia condizione, faccio un po’ fatica».
In Val di Fiemme eri arrivato ad un passo sul podio sembrando in buonissima forma. A cosa credi sia dovuto questo calo di condizione?
«In realtà anche nelle gare di casa ero stato discreto, in crescita ma niente di più. Nella prima gara avevo sfruttato la scia di Fletcher, lui aveva lavorato per tutta la gara ed io ero rimasto dietro per poi averne di più alla fine. Guardando il tempo quel giorno era andata bene. Già nella team sprint avevo però fatto fatica e anche nell’ultima competizione in realtà mi avevano un po’ graziato gli altri facendo una gara di gruppo, tanto che quando cambiavano il ritmo facevo un po’ fatica. Avrei rischiato quindi di staccarmi prima dell’arrivo. Poi, certamente alla fine la gara era andata bene e l’avevo anche gestita ottimamente facendo una bella prova. Se guardo tutta la stagione ho sempre fatto un po’ fatica. Quest’anno abbiamo lavorato tanto sul salto e già lo scorso anno avevo fatto fatica nel fondo. Ci sta, quindi, che non ci siano stati miglioramenti su questo aspetto».