Ha preparato questo evento con la solita cura ed attenzione ai particolari, ma questa volta Federico Pellegrino non è riuscito ad accontentare le proprie aspettative, uscendo nella semifinale della sprint mondiale di Oberstdorf. Che fosse difficile andare a medaglia lo si sapeva già alla vigilia, dal momento che in tecnica classica e con un rettilineo così lungo, il poliziotto valdostano non era certo favorito per il podio. Ma un vincente come lui può essere solo deluso per la mancata qualificazione alla finale.
«È una bella batosta – ha ammesso Pellegrino a Fondo Italia al termine della gara – sono due anni che lavoro per questo obiettivo e mi dispiace non essere riuscito a rispettare le mie attese. Oggi ho provato un percorso diverso verso la finale, perché viste le condizioni della neve e degli avversari non potevo permettermi di rischiare già troppo ai quarti e in semifinale. Alla fine questa scelta non ha pagato, se si considera che ho passato i quarti per un pelo ed in semifinale è uscito fuori il mio limite, ovvero il rettilineo finale in scivolata spinta. Mi dispiace però avere lì davanti due atleti fisicamente molto simili a me, quindi vuol dire che si poteva comunque fare».
Pellegrino ha però poi guardato oltre la sua personale delusione per il risultato odierno, constatando che a volte una sconfitta si può anche accettare, soprattutto se per ben sei Mondiali consecutivi si è sempre tra i primi dodici. La testa è già alla team sprint di domenica: «Dall’altra parte devo riuscire ogni tanto ad accettare quello che riesco a fare e rendermi conto che per il mio sesto mondiale consecutivo sono ancora tra i primi 12. Vuol dire che la costanza c’è sempre stata ed anche le medaglie individuali, quindi ora devo subito recuperare da questa gara fisicamente e moralmente. Penserò subito alla prossima, che è domenica. Non solo io avrò tanta voglia di riscatto, anche Defa (De Fabiani, ndr) che è uscito purtroppo nei quarto dopo un contatto. Siamo qui e venderemo cara la pelle. La condizione fisica? La valuto sempre in qualificazioni, in base alle sensazioni che sento riguardo la resistenza e la brillantezza. Direi che la qualificazione è andata bene».
Mentre lo intervistavamo si è conclusa la finale della sprint femminile e l’azzurro si è detto molto contento per la medaglia di Lampic, che spesso si è allenata proprio con la squadra azzurra. «Sono contento per la sua medaglia, brava Anamarija. Sono contento anche per Stefano, è una bella notizia. Ha vinto un bronzo, dimostrando che anche chi gareggia nel corso di tutta la stagione può vincere le medaglia».
Pellegrino è però convinto che i norvegesi non abbiano tratto vantaggio dalla loro assenza, ma semplicemente siano i più forti. «Non gareggiare poteva essere anche un’arma a doppio taglio, in quanto non era scontato riuscire a reggere la pressione. È semplicemente un dato di fatto: sono i più forti».