Sta scatenando un po’ di malcontento tra le squadre ed anche gli addetti ai lavori la decisione del Comitato Organizzatore del Mondiale di Oberstdorf di cambiare il proprio protocollo sui test anti covid proprio alla vigilia dell’evento, comunicato a squadre e giornalisti soltanto tra venerdì e sabato. Il protocollo iniziale prevedeva un test PCR ogni cinque giorni, al costo di 90 euro a tampone. Insomma una persona accreditata dalla domenica o dal lunedì, come tante squadre, avrebbe dovuto quindi effettuare circa quattro test.
Pochi giorni fa è arrivata la decisione di cambiare e rendere tutto molto più restrittivo. Il test PCR sarà effettuato ogni sei giorni anziché i cinque previsti dal primo protocollo, ma nel mezzo vi saranno dei test Antigene, da 45 euro, ogni due giorni. Ma, piccolo particolare da non trascurare, i test antigene verranno effettuati solo da mercoledì prossimo. Ciò significa che le squadre che sono già ad Oberstdorf e si sono trovate un protocollo cambiato mentre erano già lì, dovranno effettuare fino a mercoledì dei test PCR ogni due giorni. È quanto accaduto anche all’Italia.
Ecco lo schema dei test PCR di un atleta, uno skiman o un allenatore italiano presente in Germania per tutto l’evento: test PCR il 19 febbraio, PCR il 21 febbraio, PCR il 23 febbraio, antigene il 25 febbraio, antigene il 27 febbraio, PCR il 1 marzo, antigente il 3 marzo, antigene il 5 marzo. Il totale sono 8 test, 4 PCR e 4 antigene, per 540 euro di spesa complessiva! Sommate questa cifra al numero degli atleti che saranno lì per tutto il Mondiale, allenatori, skiman, massaggiatori e fisioterapisti, e comprenderete quanto la questione tamponi stia incidendo sui budget delle squadre, soprattutto quelle con un budget più limitato come l’Italia.
Ma al di là del lato economico che ha colpito anche chi scrive (nel caso del sottoscritto, accreditato da mercoledì 24 febbraio, la spesa totale sarà "soltanto" di 360 euro, ndr), vi è anche la paura in seno ad alcune squadre (soprattutto quelle che non hanno il problema economico) che i test antigene possano condizionare il Mondiale con dei falsi positivi. In fin dei conti nella testa ci tutti c’è quanto accaduto proprio ad Oberstdorf in occasione del Vierschanzentournee, con la Polonia fatta fuori per dei test positivi, poi smentiti dagli altri esami. Fino a poche ore dal via, Kamil Stoch, poi vincitore del torneo, era fuori dai giochi.
In particolare sono preoccupati i norvegesi, soprattutto dopo quanto accaduto ben due volte all’allenatore Nossum, prima a Ruka e successivamente a Lahti, dove era sempre risultato positivo. Il dt della nazionale norvegese, Espen Bjervig, ha ammesso di temere moltissimo i test antigene: «È chiaro che potrebbe accadere di ricevere un falso positivo. Non ne siamo immuni. Con questa quantità di test su un periodo di 14 giorni, è molto facile ottenere un falso positivo, non solo per Nossum ma per tutti i membri del team». Un positivo verrebbe messo immediatamente in quarantena prima in attesa di sottoporsi ad un test PCR e riceverne i risultati. Ma cosa accadrebbe se un atleta dovesse risultare positivo giovedì prima della sprint? Il rischio di un Mondiale falsato cresce.