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Sci di fondo

Fondo – A Falun la rabbia di atleti ed allenatori: “Questo non è sci di fondo”

Quello che si è visto oggi è stato veramente sci di fondo? Al di là dello spettacolo disucutibile di una mass start nella quale il gruppo va avanti compatto fino a pochi chilometri dal traguardo, come le gare per velocisti nelle grandi corsi a tappe di ciclismo, per poi vivere le emozioni soltanto negli ultimi due o tre chilometri, a Falun si è vista anche una gara pericosa su un anello poco adatto ad una competizione di massa. Troppe cadute, molti i big che sono finiti a terra con tutti i rischi del caso.
Se già ieri in una gara individuale è arrivata la brutta caduta di Nepryaeva, che molto probabilmente salterà il Mondiale, oggi si è rischiato tanto di più. Ci ha rimesso il britannico Andrew Young, che già aveva attaccato gli organizzatori per il tampone fai da te al quale era stato sottoposto ed oggi sembrava essersi addirittura rotto il femore, prima che gli esami radiografici smentissero i timori iniziali. Ma hanno rischiato tanto anche Holund, che si è fermato perché ha ritenuto che la gara fosse troppo rischiosa, Valnes che è caduto nello stesso punto di Young e ha sentito addirittura il britannico urlare dal dolore, Bolshunov finito sopra a Musgrave e Poroshkin. Ma tante altre sono state le cadute lontano dalle telecamere. Così è stato veramente troppo, come successivamente nella gara femminile, quando a terra sono finite tante big come Kalla e Andersson.
Tante le polemiche dopo la gara. «Prima di tutto, sono molto felice di avere sei ragazzi ancora interi e senza infortuni che gli impediscano di partecipare al Mondiale – ha affermato l’allenatore norvegese Eirik Myhr Nossum a NRK – perché la gara di oggi è stata pericolosa».
Valnes ha sbattuto contro il cartellone pubblicitario vicino a bordopista, ma è riuscito a ritornare degli sci, mentre Young è passato attraverso il cartellone pubblicitario e ha avuto bisogno dell’aiuto immediato degli operatori sanitari. «Young ha urlato, quindi deve essersi fatto veramente male» ha affermato Valnes.
Dopo la gara era molto preoccupato il responsabile della Gran Bretagna, Jostein Vinjerui: «Ora è stato portato in ospedale – ha affermato a NRK – non sappiamo se verrà curato qui. Dobbiamo cercare di riportarlo a casa a Trondheim il prima possibile. Siamo sicuri si sia rotto il femore, la stagione è finita, ma possiamo solo sperare che non sia una minaccia per la carriera».

Vinjerui ha criticato la FIS: «Questo non è sci di fondo, non gli appartiene. Sapevamo già in anticipo che sarebbe stato un vero caos. Se hai intenzione di far disputare una mass start su una distanza così breve devi avere una pista adatta. Tanti altri corridori hanno avuto la gara compromessa a causa di cadute, questo non è lo sci di fondo».

Eirik Myhr Nossum ha aggiunto: «La velocità unita a curve relativamente strette e simili, lo rende pericoloso su degli sci da fondo leggermente instabili. Personalmente, non credo che sia molto divertente».
Al termine della gara era scioccato anche Johannes Høsflot Klæbo: «A me è andato tutto liscio. Mi sono trovato più volte in mezzo a degli incidenti e alla fine mi sono trovato lontano. È stata una gara di sci molto difficile».
Una volta superato il traguardo, lo scozzese Musgrave, caduto con Poroshkin e Bolshunov, era arrabbiatissimo e sconvolto. Prima ha lanciato i bastoncini, quindi si è appoggiato su una ringhiera notevolmente scioccato. In quel momento ancora non sapeva nemmeno dell’incidente del compagno: «Si è infortunato Andrew? – ha affermato quando il giornalista dell’Expressen gli ha comunicato l’accaduto – allora devo andare subito».
Anche all’Expressen è arrivato lo sfogo di Vinjerui: «Lo sapevamo già prima della gara, avevamo paura e questa competizione non avrebbe dovuto svolgersi».
Pierre Mignerey, direttore della Coppa del Mondo di fondo, ha svelato a VG che questa sera si potrebbe decidere di cambiare l’anello per la sprint: «Ne discuteremo stasera. Forse possiamo cambiare qualcosa su una discesa. Gli infortuni non dovrebbero esserci e la sicurezza è sempre la cosa più importante. Domani c’è une sprint dove di solito ci sono molti contatti. Dobbiamo considerare dei possibili cambiamenti. Le polemiche? Ho sentito le critiche. Capisco che ci siano molte reazioni, ma ho bisogno di parlare direttamente con allenatori e atleti per capire meglio le cose. Ma io e la FIS ci assumiamo la responsabilità»
Una cosa è certa. Su una discesa ad alta velocità, non è nemmeno possibile che a delimitare la pista ci sia una ringhiera poi più nulla. Ci voleva tanto a mettere delle reti di protezione? Young ha rischiato veramente tanto.

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