Pochi giorni fa Johannes Bø ha riconosciuto di avere qualche motivazione in meno ora che Martin Fourcade non è più in Coppa del Mondo. Il fenomeno norvegese ha sottolineato quanto la presenza del grandissimo campione francese lo abbia reso un atleta migliore, spingendolo ad andare oltre il proprio limite.
Ora è stato Martin Fourcade a contraccambiare i complimenti, ammettendo anch’egli di essere diventato ancora più forte sportivamente e umanamente grazie proprio a Johannes Bø. Eletto sportivo francese dell’anno 2020, secondo un sondaggio condotto da Odoxa per RTL e Winamax, Martin Fourcade è stato ospite della radio francese per ricevere il premio, parlando poi nell’intervista del suo duello con Johannes Bø, molto stimato in Francia, soprattutto dopo aver anche rilasciato un’intervista in lingua francese durante la tappa di Hochfilzen.
«Johannes è stato un avversario straordinario – ha affermato Fourcade – abbiamo avuto dei magnifici duelli. Abbiamo vissuto le ultime quattro stagioni stando entrambi al massimo livello. Le prime due sono state a mio favore, le ultime due invece sono andate a lui. Ricordo quando nel 2018 mi ha spinto ad andare oltre ogni mio limite. E non importa molto come si è poi chiusa la classifica generale e i Giochi di Pyeongchang. Johannes è l’avversario che mi ha spinto ad essere migliore, mi ha reso migliore. Il tutto mantenendo sempre questa umanità. Abbiamo avuto una semplice relazione da uomo a uomo nonostante le avversità. È un grande incontro in una carriera».
La loro stima l’avevamo toccata con mano anche ai Mondiali di Anterselva, quando vedendoli uno al fianco dell’altro dopo l’individuale sorridere e scambiarsi complimenti, ci era parso subito evidente quel loro grande rapporto di stima, riconducibile ad altri due grandi duellanti dello sport, Roger Federer e Rafael Nadal. Quando glielo facemmo notare, i due iniziarono a ridere in quanto entrambi tifosi dello spagnolo, utilizzando quella domanda per un nuovo scambio di battute, con Fourcade a sottolineare quanto a differenza sua Bø non abbia certo quei lineamenti latini per poter dire di essere lui il Nadal tra i due e il norvegese a rispondere che lui è però il più giovane proprio come lo spagnolo rispetto a Federer (per rileggere l’articolo di allora clicca qui).
A proposito di Anterselva, Fourcade ha anche ricordato come la vittoria della staffetta del 22 febbaio 2020 abbia rappresentato il momento decisivo nella sua scelta di lasciare. «Non è stata una decisione difficile. Alla fine è arrivata naturalmente. Credo il momento esatto sia stato nel giorno della staffetta ai Mondiali di Anterselva in zona arrivo, quando stavo rispondendo alle domande di Tangi Kerhoas (giornalista de L’Equipe, ndr) che mi ha ricordato che avevamo vinto questo titolo mondiale a distanza di 20 anni dal primo titolo della squadra francese a Pokljuka. In quel momento, ho avuto un’immagine nella mia testa, mi sono ritrovato sul divano dei miei genitori a guardare il telegiornale, a vedere un servizio sul titolo mondiale francese. Ho rivisto tutti i miei anni nel biathlon e quello è stato il giorno in cui ho capito. Ho iniziato a piangere perché ho capito che dovevo godermi questi ultimi momenti da biatleta perché questa avventura stava volgendo al termine».
Il lato umano di Martin Fourcade, un campione del quale tanti stanno sentendo la mancanza, soprattutto il suo più grande rivale.
Per vedere l’intervista video in francese a Martin Fourcade clicca qui
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