Si racconta che nella propria letterina a Babbo Natale, Dorothea Wierer avesse chiesto esplicitamente di chiudere la prima parte di stagione sul podio. Pare che sia stata imbucata in Finlandia, pochi istanti prima di fare ritorno sulle Alpi.
Evidentemente anche gli elfi di Rovaniemi hanno un debole per Doro, se come è vero quanto si racconta, abbiano interceduto perchè il desiderio fosse prontamente esaudito, con la migliore tempistica possibile.
Vaneggiamenti di chi scrive, chiaro. Ma è vero, verissimo che Dorothea non potesse ricevere regalo migliore prima della pausa natalizia. Un regalo che – sia chiaro – si è fatta da sola, magari col supporto dello staff tecnico del team e – a distanza – del marito Stefano, finalmente riabbracciato in questi giorni dopo tante settimane di distanziamento forzato, nel rispetto della "bolla".
Un regalo prezioso, perchè dopo l’exploit dell’opening di Kontiolahti, la costante crescita della detentrice delle ultime due sfere di cristallo è stata evidente, ma necessitava di qualcosa di importante, di significativo. Il terzo posto nella mass start di Hochfilzen ha potuto portare un sorriso pieno, pregno di valori e più profondo di quello che sarebbero state le sole statistiche. Utili, ma non sufficienti per alzare al massimo il morale.
Dal podio tirolese, lo sguardo di Dorothea ha potuto rivolgersi con maggiore ottimismo al 2021 (nel mezzo, ha già raccontato insieme a Tiril Eckhoff quali saranno i programmi natalizi), a dispetto delle difficoltà evidenziate nelle settimane precedenti. Ritardo di forma preventivato e preventivabile, ma che infonde sempre un po’ di fastidio, specie in chi ha abitudine e voglia di essere là davanti.
Prima di inoltrarsi nelle nebbie di Oberhof (chissà che il 2021 non ci regali una variazione sul tema…) c’è tutto il tempo per riposarsi, per festeggiare, per dedicarsi agli impegni mediatici – ieri Doro era già in pista per un servizio fotografico – per ricaricarsi e soprattutto per rifinire la condizione ed arrivare a gennaio pronta per duellare alla pari con le coetanee Eckhoff e Røiseland, con le sorelline svedesi, con la voglia di rivalsa che animerà anche Denise Herrmann. L’obiettivo della terza coppa del Mondo consecutiva è lontano, sia nei punti che nell’orizzonte, preceduto da quella che sarà un’importante rassegna iridata: a febbraio, a Pokljuka, ci sarà il primo vero (nuovo) appuntamento con la storia ed il trovare la condizione in corsa potrebbe rivelarsi chiave importante (vincente?) nella gara secca. Per la classifica generale, ci sarà modo di ragionarci su…
Soddisfatta Dorothea, soddisfatte le due norvegesi di punta che si sono spartite la posta tirolese con una Røiseland saldamente al comando della generale e decisamente a suo agio nel ruolo di leader, soddisfatta la giovane Elvira.
Ecco, Elvira.
Non sono passati neanche due mesi da quando il tecnico svedese Johannes Lukas cercava di tenere calme le acque, ricordando come la minore delle sorelle Öberg "sia ancora una junior, non si può pretendere tanto da lei, magari qualche acuto ogni tanto".
Bene. Cinquanta giorni e quattro fine settimane di gara dopo ci dicono che la ventunenne originaria di Kiruna si ritrova al quarto posto nella classifica generale e vestita del pettorale blu di leader della graduatoria under 25, sfilato all’ultima gara del 2020 dal collo della rivelazione stagionale Dzinana Alimbekava che dopo la perfezione dei primi tre week-end si è concesso qualche lieve balbettio nel secondo atto di Hochfilzen.
Sugli sci, vale le big del circuito, al tiro può ancora crescere ed i margini sono notevoli. Ma è classe 1999 ed ha già conosciuto il podio sia nella sprint che nell’inseguimento, oltre a risultare essenziale per il terzo posto della staffetta svedese ad Hochfilzen. Fino a poche settimane fa, Elvira era la sorella "minore" di Hanna, ma è un riferimento che ormai calza stretto ad una ragazza che, complice l’età, si candida ragionevolmente ad essere la possibile dominatrice del post-Pechino, quando le varie Wierer, Herrmann, Eckhoff e Røiseland si interesseranno giocoforza ad altro. Giocando a leggere il futuro, potrebbe delinearsi un confronto serrato con la sorella Hanna (per quanto sarà ancora la più forte in casa Öberg?), magari con Lisa Vittozzi e la stessa Alimbekava, con la francese Simon e via dicendo. Quello che più ha sorpreso sul fronte di Elvira in queste settimane è la capacità di crescere e di imparare, gara dopo gara. I riscontri rispetto allo scorso inverno sono importanti, specie nel tiro a terra (oggi spara con il 90% di positività, dodici mesi fa faticava ad arrivare all’80%) ma è la maturità e la sempre maggiore consapevolezza a fare la differenza, dando l’impressione che ogni errore commesso le serva davvero come lezione.
L’incenso prematuro è spesso dannoso, ma pare proprio di essere di fronte al prossimo fenomeno del biathlon. Spetterà poi al futuro (o ai posteri, come piaceva dire al Manzoni) ergersi a giudice supremo e ad emettere l’ardua sentenza, ma la longilinea Elvira ha letteralmente bruciato le tappe e sarà lei stessa attesa al vaglio del 2021.
Biathlon – Per Dorothea il regalo migliore è già arrivato. Elvira matura gara dopo gara
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