È tornato al successo in Coppa del Mondo conquistando sabato scorso la sprint in skating di Davos. Una vittoria emozionante per Federico Pellegrino, la testa sulla pista svizzera in carriera, la quindicesima in gara di primo livello, 14 in Coppa del Mondo e una ai Mondiali. Un successo però molto particolare, in quanto arrivato senza i suoi tifosi, che ogni anno l’hanno sempre seguito in massa a Davos. «La cosa più strana per me era che non ci fosse il mio fans club a bordo pista – ha affermato Pellegrino in un’interessante intervista rilascia al sito russo sovsport.ru – perché Davos è diventata una tappa fissa anche per loro ed è la sprint a cui ho partecipato più volte in carriera. La mia dodicesima sprint in tecnica libera a Davos».
Una vittoria arrivata anche con le assenze di Klæbo e degli altri norvegesi. «Le assenze non sono passate inosservate – ha ammesso l’azzurro – mi dispiace perché mi piace confrontarmi con tutti ed è stato triste che alcuni dei migliori non ci fossero. Nonostante questo però, ed è stata una sorpresa per me, non ho perso la concentrazione, anche se tutti mi davano come grande favorito. A volte è più facile quando non sei il favorito e le pressioni sono sugli altri, come quando c’è Klaebo. Stavolta, avevo tanto da perdere, ma al tempo stesso ci credevo tantissimo e non volevo mancare questa opportunità. Volevo tanto questa vittoria anche se dopo l’infortunio di agosto non avrei mai pensato di trovarmi in questa condizione di forma così presto».
La settimana precedente Pellegrino aveva ottenuto degli ottimi risultati nel rest di Davos con i russi, tra i quali Bolshunov. Proprio con le detentore della Coppa del Mondo sembra essere nato un bel rapporto. Addirittura dopo la sprint di sabato, Bolshunov l’ha trascinato via dalla zona podio su una slitta per poi postare la foto su instagram. Ovviamente il rapporto tra i due atleti interessa molto ai media russi. «Andiamo d’accordo – ha ammesso Pellegrino – poi avendo la stessa azienda fornitrice degli sci ci capita spesso di collaborare. Due anni fa e l’anno scorso avevamo fatto rifinitura con i ragazzi di Cramer, mentre questa volta a Muonio e successivamente Davos c’era anche Bolshunov. Quando sei in raduno, vai in pista sia il mattino che il pomeriggio è facile che ci si incroci e si scambino due parole. Con lui c’è bel rapporto, poi la mia futura moglie Greta (Laurent, ndr) e la sua compagna, Anna Zherebyateva, si scrivono spesso su instagram dopo le gare. Se Bolshunov parla bene l’inglese? Diciamo che adesso si fa capire, fino a qualche anno fa faceva più fatica».
Pellegrino è poi tornato sulle assenze di scandinavi e finlandesi, confermando le critiche già manifestate la settimana scorsa in un comunicato stampa: «I nordici dicono di non ritenere sicuro per i propri atleti gareggiare in Europa centrale. A Lahti, Falun e Ulricehamn, tra gennaio e inizio febbraio ci saranno di nuovo. La proposta di spostare Ulricehamn dopo Falun è venuta da loro ed è stata accolta dalla Fis. Se ho tovato differenze tra Ruka e Davos sulla questione covid? Il protocollo Fis era lo stesso e ogni località sottostava alle regole del proprio governo. A Davos le misure erano molto più restrittive rispetto a Ruka: in Svizzera eravamo solo noi fondisti, mentre in Finlandia c’erano i combinatisti e tanta gente in pista durante gli allenamenti».
L’azzurro ha quindi parlato della FIS, molto criticata nelle ultime settimane. «Preferirei non parlare di questo argomento. Dico soltanto che tanti stanno andando contro coloro che lavorano all’interno della FIS, dipinti quasi come persone brutte e cattive che stanno sedute dietro un tavolo. Chi vota sono le Federazioni nazionali con i loro presidenti, mentre i funzionari FIS si occupano solo di far rispettere le regole che altri decidono. In tutti questi anni, tante decisioni sono state influenzate da Svezia e Norvegia, perché spesso quando loro propongono qualcosa, le altre nazioni le seguono senza pensarci su due volte, mentre se lo facciamo noi alpini arrivano rifiuti».
Tornando a parlare delle competizioni, Pellegrino non ritiene che senza i nordici si stia assistendo a degli Open di Russia, come scritto da alcuni: «Domenica è stato così nella 15km, ma nelle sprint mi auguro di no e spero di vincere qualcosa anch’io. Sabato si è visto qualcosa di diverso rispetto al Russian Open».
Pellegrino sarà regolarmente al via del Tour de Ski. L’azzurro ha sempre gareggiato nella famosa corsa a tappe concentrandosi sulle sprint senza arrivare in fondo. Con una settimana di riposo dopo il Cermis, potrebbe cambiare il suo programma? «Nei prossimi giorni valuterò come affrontare il Tour de Ski, se con l’obiettivo di classifica generale o se solo delle tappe sprint come gli anni scorsi. Ci sono state tante cancellazioni di gare sprint quest’anno per cui in quelle che sono rimaste in calendario proverò a presentarmi in forma».