Si prepara a vivere la sua terza esperienza in Coppa del Mondo, la prima lontano dai confini italiani. Nella lista dei convocati per la tappa di Coppa del Mondo in programma a Davos è presente anche Cristina Pittin. La ventiduenne del Centro Sportivo Esercito, cugina del combinatista azzurro Alessandro Pittin, è già partita in due occasioni in Coppa del Mondo, entrambe nella stagione 2018/19, partecipando a due gare a Dobbiaco in occasione del Tour de Ski ed ad una competizione a Cogne. L’abbiamo contattata telefonicamente mentre si stava recando in Svizzera per conoscere le sue sensazioni alla viglia del ritorno in Coppa del Mondo.
Ciao Cristina, a distanza di quasi due anni torni in Coppa del Mondo. Quali sono le tue sensazioni?
«È bello tornare. Sono stata strafelice quando al termine delle gare di Goms mi hanno detto che sarei andata a Davos. Avrò l’opportunità di confrontarmi con nazionali ed atlete di alto livello, anche se purtroppo non ci saranno le scandinave. Ma non mancheranno comunque fondiste super competitive».
Negli ultimi anni hai ottenuto i tuoi migliori risultati in classico, ma sembri essere nuovamente in crescita anche in skating. Ci hai lavorato?
«Durante l’estate abbiamo svolto diversi test che sono andati bene, mi sentivo in buone condizioni. Però non mi sono montata la testa, consapevole che tradizionalmente sono sempre andata bene nei mesi estivi, soprattutto in skating. Però quest’anno le cose sono cambiate e le prime uscite in tecnica libera sono andate molto meglio. Ho sensazioni migliori».
Qual è il tuo obiettivo per Davos?
«Sicuramente migliorarmi rispetto a due anni fa, quando feci un disastro in pattinato a Dobbiaco. Voglio fare bene, avere belle sensazioni e la consapevolezza di aver dato il mio meglio, poi vediamo come va».
In cosa è cambiata Cristina Pittin rispetto a due anni fa?
«Sicuramente sono invecchiata (ride, ndr). A parte gli scherzi, spero di essere maturata, perché devo ancora convincermi delle mie possibilità. Mi auguro inoltre di dimostrare di essere cresciuta sia fisicamente che mentalmente, aver fatto quello scalino in più».
Rispetto agli altri anni, la vostra squadra si è arricchita anche degli arrivi di Anna Comarella, Caterina Ganz e Nicole Monsorno. Come sono cambiate le cose?
«Con Anna ero già in squadra Juniores e già allora mi ero trovata molto bene con lei. Con Caterina e Nicole è invece il primo anno assieme, ma anche con loro si è creato subito il giusto feeling. Nicole è forte nelle sprint, Cate in ogni format. Il bello del nostro gruppo è che ognuna ha i suoi punti di forza e li mette a disposizione delle altre in ogni allenamento».
Seguendo i risultati dei test e le competizioni di Goms, ho notato che sei cresciuta molto nelle sprint. Addirittura in un test a Davos, nelle batterie l’hai spuntata su Van der Graaff e Scardoni. Vuoi diventare una sprinter?
«A me le sprint piacciono e vorrei essere un’atleta molto più polivalente, ottenere risultati in entrambe le tecniche e in tutte le distanze. Inoltre credo sia fondamentale migliorare nelle sprint, anche perché nello sci di fondo di oggi bisogna essere molto veloci, in quanto spesso le distance si giocano in volata, oppure con degli attacchi nel finale. Personalmente sto facendo bene nelle batterie, ma al momento fatico ancora in qualificazione. È molto importante anche il riscaldamento. Per esempio a Livigno l’ho fatto male e ho faticato in qualificazione, mentre a Goms ho provato a cambiare seguendo i consigli di Pax (Renato Pasini), e le cose sono andate meglio. Devo però imparare a dare il cento per cento in qualificazione, perché in batteria vedo le mie avversarie e mi stimolano, mentre a volte in qualificazione non riesco a dare tutto».
Cosa pensi dell’assenza delle atlete scandinave?
«Mi dispiace tanto perché loro sono le più forti e sarei stata curiosa di vedere quanti zaini di minuti avrei preso da loro. Sarà un problema anche per la televisione che trasmette le gare e non avrà al via le migliori, oltre che per gli organizzatori, gli sponsor e tutto il resto».
Domenica scorsa Francesca Franchi ha dominato e vinto la 10km di Goms. Quel successo ha dato qualche certezza in più a tutto il vostro gruppo?
«La Franci è andata veramente forte domenica e sono stata tanto felice per lei. È un bel segnale per tutte noi, in quante sappiamo che se è andata così forte possiamo farlo anche noi altre. Significa che il lavoro impostato ed eseguito insieme al nostro allenatore funziona».
Fai parte del Gruppo Milano Cortina 2026. Quanto è forte in te il desiderio di essere protagonista in quelle Olimpiadi?
«Far parte di un gruppo denominato Milano-Cortina 2026 è un grande stimolo, anche perché significa che i tecnici credono in noi e puntano a portarci alle Olimpiadi in casa. Questo è per me allo stesso tempo un onore e una responsabilità. Per me sarebbe ovviamente un sogno partecipare a un’Olimpiade gareggiando davanti al pubblico italiano. Ma per farcela dovrò allenarmi sempre al massimo perché sono tante le atlete che hanno questo obiettivo. Vorrei esserci anche per rappresentare l’Italia e il Centro Sportivo Esercito, che ringrazio per quello che da anni sta facendo per me, così come sono sempre grata alla mia famiglia, gli allenatori che ho avuto fin qui, Renato Pasini, il fisioterapista Davide Perrucchini e il mio sponsor D’Agaro Costruzioni».